Nella giornata in cui si celebra in tutto il Paese la festa dei nonni insieme all’impegno per garantire alle persone anziane a noi più care condizioni di benessere, il modo meno retorico di festeggiare è rilanciare il “patto intergenerazionale” che eviti lo scontro tra nonni-padri e figli-nipoti in una fase di “contrazione dei diritti” mettendo al primo posto il diritto al lavoro dei giovani e di conseguenza il diritto ad una pensione giusta.
Lo afferma il segretario regionale della Uil Pensionati Vincenzo Tortorelli ricordando che oggi sono i nonni che riescono a far studiare i nipoti, una situazione che non può più reggere. Per questo abbiamo indicato la strada per uscire dalla crisi economica. Secondo noi l’unico modo per far uscire il Paese dalla crisi è aumentare il potere d’acquisto di salari e pensioni.
Nel provare a restituire centralità ai bisogni e alle capacità delle persone – aggiunge – si deve avere il buonsenso di riconoscere alla popolazione più anziana i doverosi meriti e le necessarie attenzioni.
Tortorelli fornisce alcuni dati: tra la popolazione più anziana, 5 milioni di cittadini si prendono cura di loro coetanei non autosufficienti, 7 milioni contribuiscono economicamente alle spese della famiglia dei figli o per i nipoti, in quasi 4 milioni svolgono attività di volontariato. Se almeno i numeri hanno un senso, un pezzo consistente di welfare italiano porta il nome dei pensionati e dei nonni di ogni famiglia.Tra costoro, però, tende ad aumentare il rischio di cadere in povertà, basti pensare all’escalation del ricorso alla ‘nuda proprietà’ e al dato sulla salute che sottolinea la crescita di quanti rinunciano a curarsi. E in proposito il Rapporto della Caritas Basilicata rilancia l’allarme.
Chiediamo, dunque, con la massima urgenza la riorganizzazione del sistema di assistenza e dei servizi, del long term care e delle politiche di sostegno alla domiciliarità e residenzialità, insieme a una legge quadro sulla non autosufficienza.Esortiamo, inoltre, al potenziamento dello sviluppo di tecnologie e al rilancio delle politiche per la longevità attiva fondate sulla valorizzazione dell’autonomia e che prevedano percorsi di partecipazione sociale, educazione e prevenzione.Riteniamo fondamentale la funzione dell’esperienza e pensiamo sia indispensabile il trasferimento del sapere dai cittadini più saggi verso i nostri giovani, in un ponte tra generazioni in cui vinca l’osmosi del dare e avere.
In sintesi – dice Tortorelli – occorre riformare e rilanciare il Welfare perché non basta il Reddito Minimo di Reinserimento perché sono soprattutto le famiglie con anziani che vivono sulla soglia di povertà ad averne bisogno ma bisogna pensare ad azioni più complesse di welfare. Ciò anche per scongiurare il pericolo che tanti pensionati italiani si trasferiscano in quei Paesi dove la pensione da povertà ha un migliore potere di acquisto.
Per questo ribadiamo le nostre idee principali: una legge per la rivalutazione delle pensioni per frenare una discesa verso la povertà dei pensionati italiani che non ha fine; una legge per la non autosufficienza, visto che la crisi sta sempre di più mettendo in difficoltà le famiglie che hanno in casa una persona non autosufficiente; l’adeguamento dei servizi di assistenza sanitaria riducendo il peso dei ticket che scoraggiano prima di tutto gli anziani a curarsi.