Conclusa la processione dei Pastori, le celebrazioni in onore di Maria Santissima della Bruna sono ripartite alle ore 11 con la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale di Matera, una funzione religiosa affidata all’Arcivescovo Don Pino, coadiuvato da tutto il clero della diocesi di Matera Irsina. Presenti anche alcuni diaconi della provincia di Matera e della vicina Puglia. Al termine della Santa Messa autorità civili e religiose hanno raggiunto la chiesa della Madonna del Riscatto per prendere in consegna la statua della Madonna della Bruna e favorire la processione con la Sacra Immagine di Maria Santissima della Bruna verso la Parrocchia Maria Santissima Annunziata nel quartiere Piccianello, dove si è conclusa la prima parte dei festeggiamenti in onore della patrona di Matera. Mentre si concludeva la processione dei Pastori con la Messa a San Francesco da Paolo intorno alle 9,30 due drappelli di Cavalieri prelevavano il Generale e il vice Generale. Quindi il trasferimento a Palazzo Lanfranchi per la vestizione del Generale dei Cavalieri Angelo Raffaele Tataranni e a seguire la Cavalcata pronta a scortare il Generale in Piazza Vittorio Veneto, dove ha assunto il Comando della stessa. Alle ore 11 in una Cattedrale gremita di feleli si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Monsignor Don Pino, concelebrata dal Capitolo Cattedrale e dal Presbiterio Diocesano. Quindi la processione della Sacra Immagine di Maria Santissima della Bruna, scortata dai Cavalieri dalla Civita alla Chiesa di Maria Santissima Annunziata.
Michele Capolupo
Di seguito l’omelia dell’Arcivescovo Don Pino Caiazzo durante la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale.
Carissimi fratelli e sorelle,
oggi per la nostra città e l’intera Arcidiocesi di Matera – Irsina è un giorno speciale, solenne: guardiamo e seguiamo la Madonna della Bruna. Oggi celebriamo la festa della visitazione della Vergine, e il Vangelo, come abbiamo appena ascoltato, narra la visita di Maria a sua cugina Elisabetta.
Vorrei soffermarmi, applicandoli alla nostra realtà, su alcuni passaggi che l’evangelista Luca mette in evidenza nella narrazione. Maria la vogliamo guardare come un modello per noi tutti che siamo chiamati a rapportarci alla Parola di Dio. Maria è anche il modello di ogni credente e di ogni comunità cristiana che è capace di vivere e mettere in pratica la Parola di Dio.
Dio visita Maria e la mette in movimento. E’ quanto succede ad ogni cristiano, ad ogni comunità parrocchiale quando si cambia la visita di Dio in un movimento che conduce a servire i fratelli.
La Parola di Dio è esigente perché rivelatrice delle cose straordinarie che Dio compie. L’angelo oltre a rivelare l’incarnazione di Dio nel seno di Maria, facendola Madre, le rivela quanto è già in atto in Elisabetta che, nella sua avanzata età, aspetta un bambino già da sei mesi. E’ questa Parola che mette in movimento Maria. Si alza, lascia la sua casa e va verso la montagna per aiutare chi è nella necessità. Da Nazareth fino alle cime montuose di Giuda ci sono oltre cento chilometri che, presumibilmente, fa a piedi o sul dorso di un asino. Dove trova questa forza? La fede di Maria è stata un cammino, tutta la sua vita è stata un seguire il suo Figlio: Lui, Gesù, che la abita, è la Via, è il cammino.
E’ sempre la stessa Parola che fa nascere in modo, oserei dire, naturale, alle comunità cristiane, di agire e operare per il bene comune: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”.
La nostra devozione alla Madonna della Bruna deve andare oltre le manifestazioni religiose che, per quanto importanti, hanno bisogno di essere riempite di contenuti affinchè avvenga quel movimento che è proprio di Maria. Camminare per le strade delle nostre realtà parrocchiali, dei luoghi che abitiamo o dove lavoriamo significa sentire quella spinta interiore che, come è successo a Maria, ci fa entrare negli ospedali e visitare gli ammalati, lenire il loro dolore, riempire le solitudini di presenza d’amore e di speranza. Maria ci fa incontrare per le strade volti di persone con le quali entrare in dialogo, condividere il tempo, servire piuttosto che farsi servire. La Madonna, nel suo movimento per le strade della nostra città, non solo ci benedice ma ci chiede di essere noi stessi benedizione per la vita degli altri attraverso progetti da elaborare per attuare nella condivisione.
Nell’incontro tra Elisabetta e Maria troviamo questa lettura. Elisabetta rappresenta l’Antico Testamento arrivato al capolinea, quindi che termina. Maria, il Nuovo Testamento che inizia. Attraverso Elisabetta cogliamo come l’Antico Testamento accoglie il Nuovo con gratitudine e fiducia, riconoscendo in esso il dono gratuito di Dio che viene a realizzare e completare qualsiasi aspettativa della gente. Ed è durante questo incontro che lo Spirito Santo mette in movimento, facendolo danzare per la gioia, Giovanni Battista che Elisabetta porta nel suo seno. Questo danzare, questo gioire, questo mettere in movimento lo compie sempre Dio presente nel suo Figlio, Gesù, incarnato in Maria.
Siamo chiamati, non tanto a recitare semplicemente le parole di Elisabetta e dell’Angelo con l’Ave o Maria, quanto piuttosto a riconoscere la ricchezza che l’altro porta dentro di se. Abbiamo bisogno d’incontrarci e ritrovare il gusto della famiglia, dell’appartenenza, attraverso un servizio reciproco che diventa condivisione, ricchezza preziosa. C’è bisogno di ascoltarsi, confrontarsi, ricostruire relazioni umane partendo proprio dalle nostre case spesso diventate o considerate alberghi o ristoranti. Questo comporta rinuncia, sacrificio. Senza questi ingredienti non c’è amore che possa circolare tra le mura domestiche e il rischio è che ogni componente familiare viva la sua vita indipendentemente dagli altri. Si avverte l’urgenza di respirare aria di casa, calore umano. Ci sono momenti in cui tutti abbiamo fretta e non abbiamo più tempo nemmeno per gli affetti più cari.
Quanto Elisabetta dice di Maria, “Beata colei che ha creduto, nell’adempimento delle parole del Signore”, sottolinea che la Parola di Dio ha la forza di realizzare sempre quanto dice, perché Dio è fedele e realizza sempre le sue promesse. Quanto il Signore ha operato in questa adolescente, qual è Maria, ci dice come, indipendentemente dall’età, la Parola è sempre creatrice.
Progredire nella fede, avanzare in questo pellegrinaggio spirituale che è la fede, non è altro che seguire Gesù, ascoltarlo, lasciarsi guidare dalle sue parole, vedere come lui si comporta e mettere i nostri piedi nelle sue orme, avere i suoi stessi sentimenti e atteggiamenti.
L’incontro tra Maria ed Elisabetta si conclude con il cantico del Magnificat o cantico di Maria. Quasi sicuramente quanto Maria dice non è una novità. I credenti nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, recitavano o cantavano a memoria queste parole, così come magari facciamo noi quando recitiamo qualche preghiera senza pensare alle parole che diciamo. Maria ci insegna come bisogna pregare e cantare. Non un semplice movimento delle labbra ma un riconoscere l’opera di Dio nella sua vita, di come tutta la sua storia, per un bene superiore a quello personale, sia improvvisamente cambiata per l’intervento di Dio. Il bene comune è più importante di quello personale. Quando si pensa a se stessi si crea solitudine, isolamento, chiusura, paura, rottura con un mondo esterno che lo si considera avversario. E spesso succede di sentirsi migliori degli altri, condannandoli e giudicandoli. Quando il cuore, conquistato da Dio, si dilata, allora si dilatano gli spazi dell’amore. C’è un bene comune che Maria canta e lo fa con gioia: è felice di essere strumento nelle mani di Dio: “Esulto di gioia in Dio, mio Salvatore”. Canta che Dio è per l’uomo povero, affamato. Ci sono tanti tipi di povertà, di fame e sete. Non necessariamente le situazioni materiali. Sono tantissimi quelli che hanno tutto dalla vita ma non sono felici e non sanno dare senso alla loro esistenza. Si sentono i padroni della vita, della storia, e spesso padroni della vita degli altri, ma non sono in grado di cantare la gioia di sentire la presenza di Dio nella loro esistenza, come Maria.
Sempre nel brano del Vangelo di questa Domenica, Gesù dice: “Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà!” Perdere la vita per causa mia non significa affrontare il martirio. Una vita si perde come si spende un tesoro: investendola, spendendola per una causa grande. Il vero dramma per ogni persona umana è non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena mettere in gioco o spendere la propria vita (E. Ronchi).Questa non è solo povertà: è miseria umana.
Il Vangelo, cioè la buona notizia, esprime, attraverso la venuta di Gesù nella carne, quanto Dio è fedele ad ogni promessa fatta. Una fedeltà che lo porta a svuotarsi completamente della sua divinità facendosi come noi, tranne nel peccato, perché noi fossimo come lui.
La Vergine della Bruna, portata per le strade della nostra città, è come l’Arca dell’Alleanza che contiene la legge. Maria è la nuova Arca dell’Alleanza che contiene molto di più della legge e dei profeti: porta Gesù ad ognuno di noi. Amare Maria significa amare il Figlio. Se la nostra “fede” si dovesse fermare solo a manifestazioni esteriori, pirotecniche, di giochi di luce, senza rivestirsi della divinità di Gesù il rischio sarebbe quello di non elevarci verso Dio, verso la vita vera.
Gesù è la Via, la Verità e la Vita! Maria ci indica la Via, ci spiega la Verità, ci dona la Verità. Ecco il motivo per cui facciamo le processioni che non solo delle sfilate. Lei vuole visitare le nostre case, incontraci, aiutarci, ma soprattutto donarci la vera ricchezza: Gesù.
Il brano del Vangelo si conclude dicendo che Maria rimase a casa di Elisabetta “tre mesi”. E’ il tempo necessario perché la cugina partorisca. E’ come dire che Maria, anche oggi, si mette a nostro servizio e ci offre la Vita, Gesù, fino a quando noi stessi non saremo capaci di partorire vita. Quando avviene questo tutti ne riceviamo benefici perché tutti godiamo allo stesso modo di quando nasce un bambino e lo ammiriamo in tutta la sua bellezza, nei suoi movimenti, nelle sue smorfie e sorrisi. Tutti riceviamo gioia e ci sentiamo consolati, quindi amati, da quel piccolo grande uomo venuto al mondo: ci smonta rinnovando in noi la certezza che la vita, nonostante alcune leggi disumane permettono di uccidere, come Il Faraone, come Erode, il piccolo Charlie, e Rachele piange i suoi figli, Connie Yates e Chris Gard sono costretti a piangere per il loro piccolo.
La Madonna della Bruna ci visita, entra nelle case delle persone, è nostra difesa contro la cultura della morte, cioè dello scarto, e ci porta la grazia di Dio. Accogliendo Maria faremo entrare Gesù che ci libera e ci dona la vita. Concludo con una frase del Vangelo della Domenica. Gesù dice: “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
Dare la vita, dare un bicchiere d’acqua fresca, ecco la stupenda pedagogia di Cristo. Un bicchiere d’acqua fresca se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d’acqua.
Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all’assoluto di Dio. Amare nel Vangelo non equivale ad emozionarsi, a tremare o trepidare per una creatura, ma si traduce sempre con un altro verbo molto semplice, molto concreto, un verbo fattivo, di mani, il verbo dare (E. Ronchi).
Che la Madonna della Bruna ci aiuti a spalancare il nostro cuore all’opera di Dio affinchè si serva di noi per servire i fratelli.
S. festa a tutti.
† Antonio Giuseppe Caiazzo
Arcivescovo di Matera – Irsina
La fotogallery della processione della Madonna della Bruna dalla Cattedrale a Piccianello (foto www.SassiLive.it – diritti riservati)
A distanza di dieci anni è stata nuovamente la Cattedrale di Matera ad ospitare la Santa Messa delle ore 11 per le celebrazioni in onore di Maria Santissima della Bruna, una funzione religiosa affidata all’Arcivescovo Don Pino, coadiuvato da tutto il clero della diocesi di Matera Irsina. Presenti anche alcuni diaconi della provincia di Matera, della vicina Puglia e della “sua” Crotone. Durante l’omelia il Vescovo ha ricordato le vittime di un nuovo attentato compiuto questa notte in un ristorante di Dacca, la capitale del Bangladesh, e in cui hanno perso la vita anche nove italiani. “Un atto compiuto in nome di Allah – ha ricordato l’Arcivescovo – ma la fede in un Dio non può giustificare una carneficina come quella compiuta in Bangladesh. Al termine della Santa Messa autorità civili e religiose hanno raggiunto la chiesa della Madonna del Riscatto per prendere in consegna la statua della Madonna della Bruna e favorire la processione con la Sacra Immagine di Maria Santissima della Bruna verso la Parrocchia Maria Santissima Annunziata nel quartiere Piccianello, dove si è conclusa la prima parte dei festeggiamenti in onore della patrona di Matera. Mentre si concludeva la processione dei Pastori con la Messa a San Francesco da Paolo intorno alle 9,30 due drappelli di Cavalieri prelevavano il Generale e il vice Generale. Quindi il trasferimento a Palazzo Lanfranchi per la vestizione del Generale dei Cavalieri Angelo Raffaele Tataranni e a seguire la Cavalcata pronta a scortare il Generale in Piazza Vittorio Veneto, dove ha assunto il Comando della stessa. Alle ore 11 in una Cattedrale gremita di feleli si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Monsignor Don Pino, concelebrata dal Capitolo Cattedrale e dal Presbiterio Diocesano. Quindi la processione della Sacra Immagine di Maria Santissima della Bruna, scortata dai Cavalieri dalla Civita alla Chiesa di Maria Santissima Annunziata.
Michele Capolupo
La fotogallery della processione della Madonna della Bruna dalla Cattedrale a Piccianello (foto www.SassiLive.it – diritti riservati)