Con l’Ottavario si sono conclusi a Matera nella serata di domenica 8 luglio i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Bruna, patrona della città dei Sassi. Dopo la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale officiata dall’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo e partecipata dal Capitolo Cattedrale, dal Clero Cittadino, dal Comitato Esecutivo dell’Associazione Maria Santissima della Bruna, dall’associazione dei Cavalieri, dalla Confraternita dei Pastori della Bruna e dalle Autorità civili e religiose è partita la processione a piedi con una riproduzione in copia dell’immagine che rappresenta la Madonna della Bruna per le principali strade del centro storico: via Beccherie, piazza Vittorio Veneto, via San Biagio, via Stigliani, via XX Settembre, piazza Vittorio Veneto con una sosta per una breve omelia del vescovo Monsignor Caiazzo, via del Corso, piazza San Francesco, piazza del Sedile, via Duomo e ritorno della statua in Cattedrale. In particolare il Comune di Matera è stato rappresentato dall’assessore Mariangela Liantonio, per la prima volta con la fascia tricolore. Nessun altro esponente politico ha partecipato alla processione religiosa. Le forze dell’ordine sono state invece rappresentate dal Questore della Polizia di Stato in servizio a Matera, Paolo Sirna. Dopo aver raggiunto via Stigliani la processione è ritornata in piazza Vittorio Veneto. I cavalieri e il clero si sono disposti ai lati per consentire alla Madonna di posizionarsi davanti al palco sul quale Monsignor Caiazzo ha sottolineato il momento conclusivo delle celebrazioni religiose per la festa della Bruna e ha invitato i cittadini presenti a ripetere la frase in dialetto che si pronuncia ogni anno al termine dei festeggiamenti in onore della patrona di Matera: “Ammoghj ammoghj all’onn c’ van”. I fuochi pirotecnici a Murgia Timone ditta “Pirotecnica Morsani srl” di Rieti, interrotti purtroppo dopo quindici minuti a causa del forte vento che ha provocato un incendio a Murgia Timone, hanno concluso la 629^ edizione delle celebrazioni in onore della Madonna della Bruna.
Michele Capolupo
Di seguito l’omelia di Monsignor Caiazzo pronunciata durante la Santa Messa a conclusione dell’Ottavario della Festa della Madonna della Bruna.
A conclusione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna, la liturgia della Parola di questa Domenica ci presenta la figura del Profeta: Ezechiele nella prima lettura, Paolo nella seconda, Gesù nel Vangelo.
Ci interroghiamo: chi è il Profeta? Ce lo spiega Ezechiele. E’ colui che, posseduto dallo Spirito di Dio, viene inviato in mezzo al popolo bisognoso di essere illuminato, servito, accompagnato. Popolo che spesso si allontana da Dio, definito da Dio stesso: «una genia di ribelli». Il profeta non scappa di fronte alle difficoltà o persecuzioni: rimane dove Dio lo ha posto come servo che ama e vuole il bene del popolo.
Il Profeta, come ci ricorda S. Paolo, è uno che non rimane insensibile di fronte alle prove e sofferenze della vita: è spesso percorso da Satana che, attraverso persone, fatti, ingiustizie, forme di vendette trasversali e persecuzioni, lo trafigge nella carne come con una spina procurandogli indicibile sofferenza. Ma il profeta vive tutto questo in silenzio, in una sorta di abbandono e solitudine. A volte si sente dimenticato anche da Dio che, apparentemente, non ascolta la sua preghiera e gli risponde: «Ti basta la mia grazia».
Il Profeta per eccellenza è Gesù. Nella sua patria, nel suo paese, tra i suoi, annuncia la Parola, compie prodigi, fa cose straordinarie. La gente rimane stupita, meravigliata, contenta. Ma quella stessa gente, la sua parentela, improvvisamente cambia opinione: Gesù diventa oggetto di scandalo. Gli fanno capire: “è meglio che te ne vai”. La risposta di Gesù, che tutti usiamo in alcuni momenti, è molto eloquente: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Nonostante l’avversione e il disprezzo della sua gente, continua la sua missione: i prodigi non mancano.
Maria, la Madonna della Bruna, ha una particolare attenzione verso quell’apostolo che il Figlio le ha consegnato ai piedi della croce. L’apostolo è il nuovo Profeta che, sull’esempio di Gesù, continua una missione ben precisa stando in mezzo alla gente: annunciare la Parola che è liberazione, che è forza, che è speranza, risurrezione. La Mamma, il cui animo è trapassato da una spada ai piedi della stessa croce, custodisce con la sua preghiera e il suo amore quel Giovanni che rappresenta tutti i discepoli, quindi tutti i profeti.
Quest’esperienza, dolorosa, da calvario mediatico, personalmente la sto vivendo in questi giorni nel silenzio e nella preghiera. Fa male passare come un “questuante” a servizio dei poteri forti. Una logica che ho sempre combattuto, soprattutto quella delle raccomandazioni.
Ogni giorno raccolgo le lacrime di mamme o papà in pena per i propri figli che non trovano lavoro; di famiglie che non possono vivere con dignità la loro vita perché mancano del necessario e tante altre situazioni dolorose e disperate.
Sento che è mio dovere di pastore farmi carico delle pene del mio popolo e di venire incontro come posso alle tante esigenze.
Mi chiedo anche: “A che serve continuare a celebrare feste nei nostri paesi e in città se manca l’attenzione a chi vorrebbe partecipare e vivere la festa e non può”?
Ai piedi della croce, ancora una volta, raccolgo il testimone dell’amore gratuito e disinteressato per servire questa Chiesa, questo territorio. Affido tutti a Maria e benedico tutti; affido anche a Dio Padre la mia vita e il mio servizio chiedendo a tutti di pregare per me e per la nostra Chiesa.
Concludo con queste parole del salmista: «Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo, troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi».
†Don Pino
Note storiche su questa “appendice” della festa della Bruna
Un riflesso della festa della Madonna della Bruna è presente nella celebrazione dell’ottava, che conclude un ciclo religioso apertosi con la novena dedicata alla Madonna ed esauritosi con la messa solenne di questa giornata.
Un suo preciso riferimento si coglie nelle Memorie storiche religiose e profane di Matera, pubblicate dal dotto sacerdote Francesco Paolo Volpe a Napoli nel 1818. L’opera riveste un importante valore culturale per la sua notevole mole di documenti ed eventi che si riferiscono allo sviluppo della storia della città, che per la prima volta è riportata in un pubblicazione ampia ed organica.
L’ottava si conclude con una santa messa solenne in onore dell’effigie della Madonna della Bruna, diversa da quella contenuta nella grandiosa teca lignea e riposta in una navata della Cattedrale contigua alla cappella del Presepe. L’altra non è esposta al culto, trovandosi, in maniera stabile, in un deposito della Cattedrale attiguo al cortile delle campane. Solo in occasione della festa patronale si riscontra una sua pubblica uscita con l’esposizione nella chiesa di San Giuseppe, sul carro trionfale e successivamente in Cattedrale per la suddetta celebrazione. La stessa effigie, nel passato, fu frequentemente venerata per impetrare una protezione contro i pericoli delle calamità naturali, terremoti e nubifragi, così pure fu invocata durante i periodi di siccità per ottenere la pioggia. Per quest’ ultimo motivo, fu portata in processione, per le vie della città, accompagnata dai fedeli che cantavano le litanie in dialetto materano. Alla fine della messa, la Madonna si trasferisce dalla Cattedrale alla chiesa di San Giuseppe e da qui riallocata nella sua consueta sistemazione. Durante il breve tragitto non manca lo scoppio di batterie e l’accensione fuochi d’artificio, uno spettacolo fragoroso che conferisce alla cerimonia una maggiore solennità e conferma, nel contempo, l’appartenenza del popolo alla Madonna.
La fotogallery dell’Ottavario (foto www.SassiLive.it)