L’artista lucana Maddalena Bonelli in una nota rievoca le fasi della festa patronale in onore di Maria Santissima della Bruna, i cui festeggiamenti quest’anno sono limitati alla parte religiosa a seguito delle norme anticovid imposte dal governo nazionale. Di seguito la nota integrale.
…E dopo il pianto, quale miglior modo di una scintillante grandiosa festa, per rinascere alla vita e alla speranza? Una festa di ringraziamento per lo scampato pericolo, una festa pagana e religiosa al tempo stesso, per ringraziare gli Dei di tutti per i nuovi raccolti e i nuovi progetti e per ingraziarsi la divina provvidenza affinché benedica la terra con l’abbondanza del grano nutriente e della dolce uva, e di sogni e speranze ardite. Un baccanale propiziatorio in cui immergersi per esorcizzare la paura e ritrovare la gioia di vivere,toccarsi, abbracciarsi, o semplicemente stare tutti insieme alla mensa universale della terra, brindando per le tante bellezze e doni che ci offre.
Per Matera, città dei due sassi, questa celebrazione si concretizza al massimo, in tutti i suoi riti pagani e religiosi, il 2 luglio con la spettacolare festa di Maria Santissima della Bruna protettrice della città. La festa solitamente inizia con la visita negli ultimi giorni di giugno al carro che porterà in trionfo la Madonna, costato quasi un anno di lavoro ai più bravi artisti materani.
La mattina del 2 luglio la sfilata dei pastori all’alba rievoca il giorno in cui fu portata in trionfo la statua della Madonna, miracolosamente rinvenuta nel luogo indicato dalla Vergine apparsa ad un pastore.
L’intera giornata del due luglio è intensa e coinvolge nei festeggiamenti tutta la città. Il culmine è la sfilata del carro dal rione Piccianello fino alla cattedrale e poi dalla cattedrale, dopo i tre giri di rito, fino a piazza Vittorio Veneto, salotto di Matera, dove avviene il rito antico dello ‘Sfascio del carro’.
Il carro è accompagnato da una lunga schiera di fedeli desiderosi di partecipare e soprattutto di ammirare i Cavalieri della Bruna, giovani vecchi e bambini, in corazze luccicanti e mantelli colorati sui loro cavalli splendidamente bardati per l’occasione, in un un turbinio di code e criniere intrecciate, zoccoli scalpitanti e nitriti.
È un vero e proprio Baccanale con un bagno di folla, la ressa di gente eccitata, le urla e le liti per conquistarsi il posto in prima fila, i bimbi a cavalcioni sulle spalle dei papà, i cavalli che sfiorano le lunghe file di popolo con le code e ispirano ammirazione e spavento per gli improvvisi scarti e le scivolate sulle chianche lucide della strada.
E quante palpitazioni e tremori quando il carro arriva divorando in velocità gli ultimi metri di strada per arrestarsi di botto al centro della piazza dove è previsto lo strappo a mezzanotte!
Paura ed eccitazione quando i giovani in attesa come falchi rapaci irrompono sui cordoni di polizia che si aprono a ventaglio al cospetto di tanta furia scatenata, per permettere ai novelli saraceni di aggredire il carro, salendo fin nei punti più alti per impossessarsi di ogni piccolo pezzo di legno o Cartapesta dipinti con maestria, per conservarli come ricordo di questo giorno straordinario o addirittura venderli ai migliori offerenti.
Ma questo due Luglio non c’è festa, non c’è strappo del carro non c’è sfilata di cavalieri e non ci resta che consolarci con la passeggiata per le vie della città, da Piazza Vittorio Veneto fino alla cattedrale, per inchinarci davanti alla Madonna e proseguire poi verso via Ridola per affacciarci un attimo a guardare l’incanto del Sasso caveoso dal belvedere di piazzetta Pascoli e poi tornare ancora una volta verso Piazza Vittorio Veneto, vicino alla fontana antica che ha riconquistato il suo posto, e qui immaginare il bagno di folla dello scorso anno e di tutti gli anni passati a ritroso fino al 1490, epoca in cui si pensa abbia avuto origine questa festa religiosa e pagana e immaginare la ressa, gli squilli di tromba, i cavalli che arrivano al galoppo trascinando il carro per fermarsi poi di colpo in piazza, e i giovani che si arrampicano sul carro depredandolo di tutte le sue bellezze e distruggendolo affinché il prossimo anno sia ricostruito più bello, più attraente, ancora più adatto alla nostra protettrice dalla pelle bruna.Più di tutto ci mancherà lo squillo delle trombe in tutti i quartieri e la vista della Madonna scura portata in trionfo per la città sul carro magnificamente addobbato dai maestri cartapestai con rappresentazioni religiose a tema. La Madonna, rimarrà ad aspettare i fedeli nella cattedrale e non avrà il finale da cardiopalma: nessuno sfascio né fuga dei vincitori con pezzi di statue o quadri o statue intere attraverso i vicoli circostanti Piazza Vittorio Veneto, né banda, né luminarie,né mercati,né chiacchiere e critiche che l’esaltazione della festa porta con sé. Tutto mancherà ai Matera che da oltre 400 anni festeggiano la loro Madonna Nera per quasi un’intera settimana.
Matera senza la festa del 2 luglio è come Siena senza il palio.