Il materano Luigi Mazzoccoli ha inviato una nota in cui traccia un bilancio dell’ultima edizione della festa della Bruna, celebrata per la 634^ edizione lo scorso 2 luglio a Matera. Di seguito la nota integrale.
E anche quest’anno sim r’mes com u’ dj d’ ligghj…
Ma stavolta c’è qualcosa in più di quella sensazione mista di vuoto e malinconia che si prova alla fine del giorno più lungo dei materani.
Si percepisce infatti qualcosa di più preoccupante: a questa Festa stanno strappando l’anima.
Non è più il momento delle polemiche, sindacare sulle batterie blindate alla Processione dei Pastori, sull’abnorme quanto inopportuno e ingiustificato apparato di sicurezza, sulla cafonata del circo-discoteca con tanto di prete dj all’accensione delle luminarie (“spettacolo” appropriato ad altri ambiti, magari vicini, ma assolutamente no a Matera) o sui tristissimi “fuochi d’artificio” sulla Murgia.
Ora bisogna innanzitutto ringraziare tutti i membri e i collaboratori dell’associazione Maria Ss.della Bruna per l’infaticabile lavoro volontario. Con una menzione particolare a Nicola Spagnuolo (ce ne fossero come lui)
E poi stringere in un grande abbraccio le quattro splendide donne che hanno realizzato un carro bellissimo, moderno ma nel solco della tradizione.
Bravissime Elena Mirimao, Annalisa Di Gioia, Luigia Bonamassa e Laura D’Ercole.
E grazie anche ai ragazzi degli Angeli del Carro che ci mettono grande passione e amore per la propria città (anche se forse è ridondante la loro presenza alla processione della mattina).
La Festa negli ultimi 15 anni ha preso una preoccupante deriva: sempre più spettacolo a uso e consumo delle telecamere e sempre meno grande evento popolare di fede e tradizione.
Tutti protagonisti tranne quello principale: il popolo materano.
Che ormai si deve accontentare di fare da spettatore, quando gli va bene.
“Motivi di sicurezza…la legge impone…il prefetto e il questore non vogliono…”.
Ma ci siamo chiesti se questi freddi burocrati di Stato conoscano davvero la nostra Festa?
Probabilmente ne sanno ben poco.
Non si spiega altrimenti l’approccio militaristico a un evento di fede e folklore in cui dal 1389 hanno sempre prevalso la gioia, la passione e il sentimento religioso.
Se non si risolve questo equivoco, andrà sempre peggio, altro che “a mogghj a mogghj”.
E allora occorre avviare un grande processo di formazione culturale che faccia capire ai signori delle Istituzioni la vera natura ed essenza della Festa. Raccontargliela, fargliela vivere, con l’aiuto di esperti, materiale bibliografico, foto e video. Questo va fatto da subito, con incontri periodici che si intensifichino all’approssimarsi del 2 Luglio.
La conoscenza genera coscienza. Ed anche buon senso. Che permetterà di fare un passo indietro e liberare la Festa della Bruna dalla cappa opprimente che la sta soffocando. Le esigenze di sicurezza devono adeguarsi all’evento, non viceversa. La regia della Festa deve essere saldamente in mano alla città, che deve far valere il peso della sua Storia millenaria e del ruolo di Capitale Europe della Cultura.
È il momento di riappropriarsi del 2 Luglio, tenendo fede al motto della nostra città: “Bos Lassus Firmius Figit Pedem”.
Ognuno faccia la sua parte.
E che la Madonna della Bruna ci accompagni.