La Festa della Transumanza a Matera esprime tutto l’orgoglio del mondo contadino per la riappropriazione della propria terra, della propria storia, delle proprie tradizioni e dei prodotti della terra, l’impegno a costruire occasioni utili e strategiche per lo sviluppo sostenibile investendo sul patrimonio naturalistico e zootecnico, quell’orgoglio di chi ha saputo conservare le proprie case nei Sassi e, da sempre, è legato al patrimonio artistico-monumentale patrimonio dell’Unesco-Capitale Europea della Cultura 2019, sino a superare il retorico e vecchio clichè di mondo contadino simbolo di arretratezza. Lo afferma la Cia del Materano ricordando che questa tradizione trova punti di riferimento nella “Carta di Matera”, una sorta di “mosaico” di proposte e strategie, sottoscritta da Presidenti di Regione, Province, sindaci di Comuni di tutt’Italia, che si scompone in tante “tessere”, tra le quali il ricambio generazionale delle aziende agricole (specie al Sud), il sistema alimentare con il rafforzamento di qualità e controlli, la “candidatura” degli agricoltori a diventare produttori di energia da fonti rinnovabili, il modello di sviluppo delle aree rurali per una nuova politica di coesione, competitività e sviluppo, il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, il ruolo dei pensionati-agricoltori per la difesa dello stato sociale e adeguati servizi nelle aree rurali, la nuova Pac.
Le razze più produttive e perfezionate che oggi possediamo in regione, su tutte la podolica – sottolinea la nota – sono il risultato del lungo e paziente lavoro di generazioni di allevatori, che hanno adottato rigorosi criteri selettivi nella scelta sistematica degli animali ritenuti migliori e più idonei agli scopi economici dell’allevamento. Valorizzare la Podolica, inoltre, significa valorizzare tutto un territorio, quello lucano, che oggi conta circa 13.000 capi iscritti al libro genealogico e distribuiti in un numero di allevamenti che supera le 300 unità. E la festa della transumanza ha testimoniato che è l’intera filiera da rafforzare intorno al nostro patrimonio zootecnico che ha bisogno di progetti ed azioni, perché tocca tutti gli aspetti dell’economia locale, dalla zootecnia, all’agro-alimentare con il caciocavallo, simbolo della tradizione casearia meridionale e altri formaggi freschi, sino al turismo rurale con la riscoperta del rito della transumanza che è un forte richiamo di attrazione turistica.
La Cia ribadisce inoltre l’attualità di un Piano regionale per il comparto zootecnico e di un programma di consolidamento e rilancio del sistema agroalimentare e industriale legato alle produzioni locali tipiche e di qualità, attraverso nuovi strumenti di sostegno delle misure 3.1 e 3.2 del PSR Basilicata 2014-2020 oltre che per far arrivare sul mercato un prodotto sano dalle qualità organolettiche riconosciute per qualità e tracciabilità. L’aggregazione degli allevatori e la creazione di un consorzio di tutela – continua la nota – sono da sempre proposte strategiche della Cia. Tracciabilità, benessere animale, etichettatura chiara, rispetto dell’ambiente e sicurezza alimentare, principi ispiratori del marchio, sono essenziali. Dunque insistere sulla qualità, i controlli sull’intera filiera allevamenti-mattatoi-macellerie-aziende di trasformazione-supermercati rappresenta una garanzia in più per i consumatori e un vantaggio in più per gli allevatori che spuntano ancora prezzi bassi rispetto ai costi sempre crescenti in stalla.
Inoltre se la presenza del bestiame in Basilicata è fondamentale per la salvaguardia e il presidio del territorio che altrimenti sarebbe completamente abbandonato, le nuove direttive della PAC e lo scenario per l’allevamento del bovino ne danno maggiore rilevanza poiché permettono di esaltare concetti basilari in linea con le direttive europee quali: salvaguardia dell’ambiente, presidio del territorio e produzioni di qualità.
Giu 10