“Avvenire compie 50 anni, il futuro dell’informazione”. Questo il tema della quarta giornata di Avvenire, in programma nella città dei Sassi fino a venerdì 30 giugno. Il dibattito, previsto inizialmente in piazza San Francesco, è stato trasferito a causa delle avverse condizioni meteo all’Auditorium Gervasio. Dopo l’introduzione affidata a Monsignor Pino Caiazzo, il dibattito moderato dal caporedattore della TgR Basilicata, Oreste Lopomo, ha coinvolto il direttore del Tg1 Andrea Montanari e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
Di seguito l’intervista rilasciata dal direttore del Tg1 Andrea Montanari.
Si discute di futuro dell’informazione in una città che fa registrare dal primo agosto la chiusura di una redazione importante come quella della Gazzetta del Mezzogiorno, lei come lo vede? “Mi dispiace per questa notizia che riguarda Matera ma il futuro dell’informazione io lo vedo positivo in generale, tutti i profeti di sventure che parlano di chiusura dei giornali, di organi di informazione, certo ci sono dei cambiamenti profondi, però c’è sempre più richiesta di informazione. Io credo che i giornalisti debbano mettersi in discussione, devono essere sempre più professionali e sempre più preparati, sempre più curiosi. Pigrizie, partigianerie e faziosità non sono più tollerate, perchè la gente può accedere a tanti stimoli informativi, a tanti punti di informazione, che non accetta che le cose non siano raccontate bene, che non siano sinceramente plurali. Detto questo io penso anche ci vuole formazione dei lettori e dei fruitori dell’informazione. Intendo dire la capacità di distinguere tra la grande corrente dei social che sono importantissimi e che non vanno demonizzati ma dove troviamo anche tante opinioni, quale fatto ogni tanto. E invece ci vuole qualche informazione in più, quella fatta bene, con il bollino blu, che possono fare solo i giornalisti”.
Cosa ne pensa dell’informazione che corre veloce sul web? “Io vivo sul web, sono straordinariamente interessato dai social, però io ritengo di avere gli strumenti critici, che mi consentono di fare del web l’uso che ne va fatto, non crederci fideisticamente ma trarne altri stimoli. Poi quando devo capire esattamente le cose come vanno mi rivolgo ad un operatore professionale dell’informazione, a un giornalista del web, della carta stampata, della televisione”.
Michele Capolupo
La fotogallery del dibattito sul futuro dell’informazione per la Festa di Avvenire a Matera (foto www.SassiLive.it)