Martedì 19 marzo 2013 in occasione della festa di San Giuseppe (che è anche la festa del papà) si rinnovano in molti paesi della Basilicata i tradizionali falò detti di San Giuseppe che vengono accesi la vigilia della festa del Santo (18 marzo) o nella serata del 19 marzo. Ne dà notizia in una nota l’Associazione Basilicata Rurale, promossa dalla Cia lucana, sottolineando che si tratta di uno dei più diffusi eventi contadini.
La tradizione contadina cambia da paese a paese, in alcuni casi con vere e proprie gare tra rioni per chi riesce a far bruciare il falò più alto. In occasione dei falò, gli abitanti si riuniscono intorno al fuoco dove è possibile degustare torte rustiche, taralli e le famose zeppole di San Giuseppe, il tutto accompagnato da vino locale e da musica popolare. In alcune zone rurali si tiene “u’ mitu”, una grande tavolata allestita per i partecipanti e per chi si trova a passare a base di “laganeddre e cicere” (lagane e ceci).
L’idea di accendere grandi falò ha origine antiche e pagane; sin dagli anni più remoti in segno propiziatorio venivano accesi grandi falò per ingraziarsi le forze della Natura, poichè l’inverno è agli sgoccioli e si va incontro alla primavera, stagione dei raccolti e simbolo di rinascita.
Nei falò di San Giuseppe oltre alla legna, spesso raccolta dai ragazzi per le varie case del paese, si bruciano ginestre, legna prodotta dalle potature dei vigneti e degli olivi.
I festeggiamenti intorno ai grandi falò durano tutta la notte e quando il fuoco è quasi spento in molti paesi vi è l’usanza di attraversarli saltandoli da una parte all’altra, questi salti assumono l’inconscio significato dell’uomo che sfida e domina le forze della natura. Altro rito immancabile è quello di cuocere sotto la cenere le patate e poi mangiarle.
E proprio per tutelare le antiche tradizioni contadine nel mese di febbraio scorso la Cia ha costituito l’associazione socio-culturale Basilicata Rurale, una struttura senza scopi di lucro delle associazioni di persone operanti nel sistema Cia, quali: Anp (Associazione pensionati) Agia (Associazione giovani agricoltori); Donne in Campo (Associazione imprenditrici agricole) e di Ases (Associazione solidarietà e sviluppo sede di Basilicata). Queste le sei finalità principali: osservatorio sulle politiche di welfare, animazione, aggregazione e attività solidaristiche a favore delle comunità delle aree rurali; tutela e valorizzazione della cultura; favorire una rinnovata attenzione in particolare verso le giovani generazioni; centro documentale e archivio storico – librario relativo alle attività del settore agricolo ; struttura di comunicazione, informazione ed orientamento degli operatori del settore agricolo.
I rappresentanti dei 5 organismi compongono il Direttivo dell’Associazione “Basilicata Rurale”, che a sua volta eleggerà anche il Presidente. L’Associazione intende avvalersi prevedendone la funzioni e compiti nello statuto di un comitato tecnico di supporto circa le attività da sviluppare. Tale comitato è composto da: Prof. Ettore Bove, Dott. Pancrazio Toscano, Dott. Antonio Amato e Dott. Donato Muscillo.
E a proposito della festa del papà, l’Associazione ricorda che il regalo più gradito dai papà è un prodotto enogastronomico, meglio se una buona bottiglia di vino aglianico o di quelli docg lucani, ma anche il capocollo del Pollino o la “pezza” di pecorino di Filiano. Il consiglio è dunque evitare la solita cravatta o il solito maglioncino.
Mar 18