L’opera “Feste Lucane. Genealogia di una Identità”, dell’antropologo Angelo Lucano Larotonda, sostenuta dal Consiglio regionale della Basilicata e dalla Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e Nova Siri, è stata presentata a Potenza, presso la Biblioteca nazionale. La pubblicazione punta l’obiettivo sulle 1308 feste religiose che ogni anno animano i paesi della Basilicata e che tutte insieme lasciano emergere la “religione vissuta” del lucano. Attraverso una ricca documentazione, Larotonda accompagna il lettore in una sorta di itinerario conoscitivo del sentimento di fede che anima il popolo lucano e del patrimonio religioso presente in regione. Tramite un’attenta e ragionata radiografia sui santuari mariani “in cui il contadino ha instaurato una relazione affettiva e di dipendenza con la Madonna al fine di invocare assistenza quotidiana per la sua famiglia e i suoi animali, di supplicare, con passione e dolore, guarigioni spesso impossibili” l’autore focalizza i tre principali “agenti” culturali che, nel corso dei secoli, hanno determinato il modo di pensare e di fare proprio degli abitanti del territorio: i monaci italo-greci, i Francescani e i Padri Redentoristi di sant’Alfonso dei Liguori. La loro incidenza- sottolinea l’autore – ha regolato le solenni malinconie del lucano, figlie della povertà e della soggezione. Ha fornito tecniche con cui intrecciare in uno stretto connubio corpo e anima, obbedienza e rassegnazione, sottomissione e laboriosità. E la festa, momento di catarsi collettiva, ci svela uno degli aspetti fondanti della genealogia dell’identità lucana. Ad arricchire il saggio tre appendici riguardanti la prima un inedito del compianto Sabino Iusco sull’arte religiosa nella Basilicata del Cinquecento, la seconda i documentari cinematografici sulle feste lucane, a cura di Rocco Brancati, e la terza sul ruolo avuto dalle bande musicali nelle feste lucane, a cura di Nicola Pavese. In copertina il volume si pregia di un dipinto dell’artista Salvatore Sebaste dedicato alla Madonna della Bruna, omaggio che l’autore e l’editrice Antonella Santarcangelo hanno voluto rivolgere alla Capitale europea della Cultura 2019.
“Una ricerca preziosa che intreccia storia, identità, passato e futuro dei lucani, che consente di riflettere su un patrimonio immenso, fatto di tradizioni che nel corso del tempo, grazie all’incontro con culture diverse, si sono arricchite e che formano l’identità profonda della Basilicata”. Così il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza il quale ha spiegato come all’indomani della designazione di Matera capitale europea della cultura 2019 la massima istituzione regionale abbia deciso di investire su questa pregevole iniziativa. “Un libro che parla delle feste religiose dei 131 Comuni della Basilicata – ha detto Lacorazza – costituisce un atto simbolico per agganciare alla ‘locomotiva’ Matera tutto il territorio lucano. Cercheremo di mettere a valore tutte le energie che promuovono il territorio e che possono contribuire in maniera determinante a rafforzare la prospettiva di Matera 2019. IlConsiglio regionale – ha spiegato – intende costruire l’operazione ‘Lucani 2019’ e per questo motivo sostiene le iniziative capaci di disegnare il tratto identitario e storico del nostro popolo e non solo della regione. I Lucani – ha detto – sono una macroregione”. Lacorazza ha fatto, quindi, riferimento alla discussione in corso sulle macroregioni, “un dibattito – ha detto – che non può essere subito ma bisogna comprendere che questo Paese ha bisogno di un ampio confronto culturale”. Ricordando, poi, che quest’anno ricorrono tre importanti anniversari riguardanti lo scrittore ed artista Carlo Levi (40 anni dalla sua morte, 80 anni dal confino ad Aliano, 70 anni dalla pubblicazione del “Cristo si è fermato ad Eboli”), Lacorazza ha evidenziato la necessità di “superare quella visione provinciale della Basilicata, basata su un certo ‘levismo’ che ha, negli ultimi 40 anni, raffigurato la nostra terra arretrata e subalterna. Molti – ha detto – pensando a Levi pensano alla Basilicata, pochi pensando a Sinisgalli, l’uomo che rappresentava la modernità e la dimensione industriale del Paese, pensano alla nostra regione. Occorre – ha concluso – riscoprire l’orgoglio di essere lucani e imboccare una strada nuova che ci porti oltre la subalternità. Non si vince abbassando lo sguardo ma si vince se rafforziamo il nostro spessore culturale dando spazio a nuovi fermenti e l’opera dell’antropologo Larotonda è una efficace e valida sintesi di questa nuova filosofia che deve animare le nostre azioni”.
“Valorizzare il patrimonio culturale e promuovere il territorio è l’intento della Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e Nova Siri”. Lo ha sottolineato la presidente Teresa Fiordelisi nell’esplicitare la motivazione del sostegno alla pubblicazione dell’ultima fatica del prof. Angelo Lucano Larotonda. “La Banca che rappresento – ha proseguito – affonda le sue radici nei principi della dottrina sociale della Chiesa e si basa sulla sintesi possibile, anche se difficile, tra efficienza e solidarietà. Ispiriamo la nostra attività all’attenzione e alla promozione innanzitutto della persona. L’utile prodotto come risultato dell’attività bancaria – ha sottolineato – non viene distribuito tra i soci, ma viene destinato a patrimonio ed è lo strumento per promuovere il benessere dei soci e del territorio, attraverso il sostegno di iniziative sociali, sportive e culturali”.
“La terra senza libri resta terra”. Lo ha detto la titolare della casa editrice “Edigrafema” che ha stampato il volume, Antonella Santarcangelo, sottolineando che “non bisogna guardare alla Basilicata solo come terra di petrolio, terra scura ma anche come terra d’inchiostro”. Nel definire “fortunato” l’incontro con l’antropologo lucano, la Santarcangelo ha spiegato che “Feste Lucane” rappresenta il capostipite della collana InLocis. “E’ un’opera – ha detto – che dà merito alla nostra regione, al nostro essere lucani. Non si può volare se non si hanno le radici ben piantate sul nostro territorio e la ‘Genealogia di una Identità’ rappresenta questo legame con la Basilicata.”
“Un testo anomalo, non frutto di una ingenuità ma il prodotto studiatissimo di un accademico, non conformista, ormai liberato da quelle catene di una istituzione che spesso costringe e pilota una libera ricerca, ingabbiandola in modelli e schemi che hanno poco a che fare con la stessa oggettività che si vuol salvaguardare ad ogni costo”. Questo il giudizio espresso da Monsignor Luigi Telesca, docente di Storia della Chiesa antica e medievale e di Patristica presso la Pontificia Università Lateranense il quale ha sottolineato che “le future generazioni, non solo di studiosi, sapranno apprezzare meglio di noi la preziosità di quanto il volume raccoglie, soprattutto quando la memoria collettiva farà sbiadire quei ricordi legati a quelle ‘feste lucane’, obliterate dal vissuto del popolo di questa regione”. Nel sottolineare la competenza antropologica dell’autore, Mons. Telesca ha posto in evidenza come “attraverso le figure ‘santoriali’, ‘Feste Lucane’ favorisce la genealogia di un’identità che non può che essere esclusivamente cattolica”. “La realtà del simulacro – ha detto – è tipicamente cattolica e rappresenta un espressione di fede mutata nel tempo. Il sacro viene tradotto nella realtà, una realtà visibile, tangibile e nella cultura lucana è fortemente sentita quest’esigenza di esternare la propria fede attraverso forme concrete nel reale”.
Il prof. Larotonda nel ringraziare sia il Presidente Lacorazza che la Presidente Fiordelisi per aver creduto nel suo progetto ha ricordato come il suo interesse ha trovato le radici nei suoi affetti più intimi, l’amore vissuto dalla nonna ebrea verso la Madonna. Da lì è partito il suo viaggio, durato circa otto anni, nei 131 comuni della Basilicata per svelare le 1308 feste lucane che “formano un patrimonio di dignità e, per certi versi, anche di grandezza della Basilicata”. Nel riprendere la frase di un mistico che diceva “l’uccello non è libero, sono libere le radici di un albero, perché le radici riescono a nutrirsi nel terreno e a dar vita all’albero intero”, Larotonda ha voluto esprimere il suo intento, quello di “dare un contributo alla nostra identità e alla identificazione delle nostre radici”.
Alla presentazione del volume “Feste Lucane”, moderata dalla vice caporedattrice dell’ufficio Stampa del Consiglio regionale della Basilicata, Nicoletta Altomonte, ha partecipato ancheil direttore della Biblioteca nazionale di Potenza, Franco Sabia il quale si è detto “contento di ospitare la presentazione di un libro di un autore autorevole e felice per la preziosa collaborazione nata con il Consiglio regionale della Basilicata. Fare editoria – ha concluso – è complicato, ci vuole energia, coraggio e anche un pizzico di follia”.