“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”. L’aforisma dello scrittore Paulo Coelho fa da sfondo alla prima edizione del “Festival dello sguardo”, ideata dal Consorzio Tèo, Territorio è Opportunità, in collaborazione con il Comune di Guardia Perticara, nell’ambito del cartellone estivo 2018.
Il 30 agosto sarà dedicato interamente al tema dello sguardo, inteso sia in senso fisico che metaforico. Il borgo delle case di pietra diventa per l’occasione set a cielo aperto fin dal pomeriggio, quando una serie di gigantografie di sguardi guiderà il visitatore lungo tutto l’anello, con fotografi professionisti e amatori che si dedicheranno ad effettuare dei ritratti (instant portrait) a chi vorrà mettersi in posa. La raccolta di questi ritratti verrà proiettata la sera, in Piazza Vittorio Veneto, location che ospiterà dalle 20.00 un talk a più voci sul tema “Sguardo sul nostro futuro”: un dibattito sul divenire di Guardia e della Valle del Sauro, e più in generale per la Basilicata e il Mezzogiorno, in un momento di transizione che deve generare obbligatoriamente una profonda riflessione.
Ad agevolare la discussione sarà il giornalista freelance Vito Verrastro, tra gli ideatori del Festival, stimolando gli interventi del Sindaco di Guardia Perticara, Angelo Mastronardi, di Michele Cignarale, designer culturale, Valentina Cirillo, fotografa, e dell’ospite speciale della serata, Vincenzo Moretti, sociologo e narratore partenopeo che sarà a Guardia già dal 29 agosto per presentare il suo ultimo lavoro editoriale, “Novelle Artigiane”.
Dopo il talk, il momento di incontro e scambio di riflessioni continuerà di fronte ad un gustoso piatto tipico preparato dalla locale Pro Loco.
“Gli occhi sono lo strumento più adatto a raccogliere immagini, situazioni, colori, e allo stesso tempo sono il miglior termometro per calibrare la nostra spinta verso il futuro – dicono gli organizzatori -. E visto che lo sguardo è lo specchio di tutti i nostri perché, vogliamo iniziare ad interrogarci, partendo per un viaggio che di anno in anno potrà declinarsi in maniera tematica. In prospettiva vorremmo che Guardia, un tempo insieme a tutta la Valle del Sauro un simbolo di chiusura e di isolamento della Basilicata, diventasse il ‘faro’ culturale in grado di illuminare un’area molto vasta, raccogliendo l’eredità degli antichi Enotri, quella recente degli amministratori illuminati e degli urbanisti coraggiosi, per proiettare in avanti un modello comunitario, tanto caro ad Olivetti, che dovrà sempre più far leva sul dialogo e sull’apertura”.