Nel centenario della nascita di Salvo D’Acquisto, il lucano Francesco Lisanti, Presidente del Comitato provinciale “Salvo D’Acquisto” in un nota rende omaggio alla memoria dell’eroico vice brigadiere dei Carabinieri che si offrì vittima innocente a soli 23 anni, per salvare la vita a 22 ostaggi delle SS sul punto di essere fucilati a Torre di Palidoro. Di seguito la nota integrale.
Nel centenario della nascita di Salvo D’Acquisto è doveroso rendere omaggio alla memoria dell’eroico vice brigadiere che si offrì vittima innocente a soli 23 anni, per salvare la vita a 22 ostaggi delle SS sul punto di essere fucilati a Torre di Palidoro. Il suo sacrificio non nacque da una costrizione di tipo materiale o morale, né può essere considerato come un gesto eroico nato sul momento. Fu piuttosto il frutto di una decisione sofferta e meritata; egli decise di donare la propria vita per salvare quella di 22 persone che sentiva di proteggere ad ogni costo. Salvo D’Acquisto può, dunque, essere considerato un martire ed è per questo motivo che la Chiesa nel 1983 avviò il processo di beatificazione del Servo di Dio. Ma, quando salirà gli onori degli altari Salvo D’Acquisto?Questo interrogativo fu alla base di un incontro organizzato, a fine maggio del 2014, dallo stesso Comitato, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri di Matera, allora presieduta da Cosimo Damiano Capozzi. Nell’occasione fu presentato da Rita Pomponio, giornalista, scrittrice e biografa ufficiale della famiglia D’Acquisto il libro “Salvo D’Acquisto Martire in divisa”, in cui scrive, tra l’altro: “il grande carisma di Salvo, l’umanità e il rispetto, con cui si rivolgeva a chiunque, facevano sì che la gente si fidasse totalmente di questo giovane carabiniere, disponibile ad aiutare gli altri, anche fuori dagli obblighi di servizio.Sempre attento ad ascoltare i problemi di chiunque, si dimostrava comprensivo persino con coloro che contravvenivano alle leggi. Cercava infatti di parlare con loro, per capire cosa li avesse portati a commettere quegli errorie con umiltà spiegava a quei poveretti quanto fosse importante per se stessi e per i loro cari che tornassero sulla retta via. La santità di Salvo, vissuta, prima nella piccolezza del quotidiano, in una vita quasi oscura, e in ultimo nell’olocausto, offre una grande lezione al mondo d’oggi, che ha bisogno soprattutto di testimoni edi persone che sappiano sacrificare il proprio bene individuale al bene comune. Egli ci insegna, anche con l’esempio dei suoi giorni, che essere cristiani significa essere buoni ed onesti cittadini. Essere credenti può non bastare; è necessario essere creduti. Più di tanto, allora, Salvo D’Acquisto non poteva darci, visto che oggi gli uomini hanno bisogno di concretezza e, e perciò di maestri e di testimoni.