Riportiamo di seguito il testo della prefazione al romanzo: “Anna. La luce oltre. Diario di una cieca” di Vito Coviello, scrittore materano non vedente, inviata da Franco Marcello Saleri, ex alpino, dirigente in pensione, donatore di voce per il mondo dei non vedenti, attore e regista di teatro di Brescia.
Da alcuni anni ho l’onore ed il piacere di prestare la voce alle pubblicazioni poetiche e letterarie del caro Vito ormai entrato nei miei affetti più profondi.
Innamorato sin dall’infanzia del teatro che realizzo come attore e regista negli oratori, nelle scuole, nelle RSA, nei gruppi giovanili, con i miei fratelli Alpini, della mia Lumezzane ed in Brescia e provincia. Con l’esperienza acquisita se pur in modo amatoriale, ogni volta che regalo la mia voce agli scritti di Vito ricerco, nel profondo della mia anima, di riviverne nel modo più intenso, le passioni, le gioie, i dolori, e tutti i sentimenti umani che zampillano copiosi e travolgenti dalla sua magistrale penna.
Ho interpretato in palcoscenico i più disparati personaggi e ne ho creati altrettanti per attori, bambini, giovani, adulti sino ai nonnetti ma credetemi vestire i panni di un non vedente è un’impresa per me quasi ineseguibile in quanto tutto il mio teatro si basa sull’esperienze di vita vissuta. Nel mio teatro nessuno finge nulla ma scava, cerca, nel profondo di se quel sentimento, quell’emozione, quella gioia, quel dolore quel tutto, utile a regalare al pubblico non un personaggio imitato ma terribilmente reale.
Anna, la protagonista del romanzo, precipita più e più volte nel baratro più buio e spietato della vita e mi domando mentre leggo, rileggo, registro la mia voce, correggo e piango: “Perché alcune anime buone sono destinate a circostanze così crudeli”. Per un cristiano, come scriveva Giovanni Paolo Secondo, la parola sofferenza è fondamentale alla natura dell’uomo, perché manifesta a suo modo quella profondità che è propria dell’uomo. La sofferenza sembra appartenere alla trascendenza dell’uomo: essa è uno di quei punti, nei quali l’uomo viene in un certo senso «destinato» a superare se stesso, e viene a ciò chiamato in modo misterioso.
E proprio questo mistero investe e trascina Anna giorno dopo giorno fino
da sempre. La frequenta, la studia, l’accompagna e le insegnerà a camminare nel mondo nuovo fatto di amici solidali e vicini ed a volare nell’ultimo suo giorno regalandoci un universo di speranza.
“Quando penserai di essere nella notte più scura della tua vita, ed avrai solo il buio nero come pece, sappi che proprio nella notte più scura brillano in cielo le stalle più belle e che al mattino sorge
sempre il sole.