Un itinerario a 360 gradi dal passato al futuro, dalla storia della psicoanalisi fino alle possibilità offerte dalla tecnologia in 3D.
L’ultima giornata della Biennale delle Memorie a Matera (organizzata da Italiadecide e dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani in collaborazione con Regione Puglia, Regione Basilicata, Comune di Matera, Comune di Martina Franca, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Università degli Studi di Basilicata e Fondazione Matera-Basilicata 2019) ha dato spazio agli interventi della psicanalista Laura Ottolenghi e della psichiatra Francesca Pavese.
La dottoressa Ottolenghi ha affrontato il tema della memoria e del trauma “Sempre attuale – ha spiegato – basta pensare agli atti di terrorismo, momenti che si imprimono nella storia memoria. Il trauma nasce tra il nostro mondo interno e quello esterno in cui viviamo”. Due i punti su cui si è concentrato l’intervento di Laura Ottolenghi: il rapporto tra trauma e memoria da cui è partito Freud studiando l’isteria, gli elementi di contatto e confronto fra il funzionamento mentale che con la creazione della psicoaalisi egli propone, e la modalità di trasmissione del sapere.
Citando una frase di Freud del 1924, la Ottolenghi ha ricordato: “non è stato un fatto casuale che il primo esponente della psicanalisi fosse un ebreo. Per aderire alla teoria psicanalistica – sosteneva – bisognava avere una notevole disponibilità ad accettare un destino a cui nessun altro è avvezzo come un ebreo: è quello di chi sta solo all’opposizione.
Laura Ottolenghi si è poi soffermata sulle conseguenze del trauma, drammaticamente attuale anche oggi, come accade con comportamenti apparentemente inspiegabili come ad esempio la ferocia disumana dei kamikaze.
Francesca Pavese ha approfondito aspetti legati alle neuroscienze. “L’insieme delle emozioni percettive e delle risposte di sopravvivenza , viene attivata in modo automatico nei periodi successivi della vita”. Descrivendo i meccanismi che si attuano nel cervello, ha illustrato ciò che accade nelle due sezioni del cervello, l’amigdala e l’ipotalamo. “La corteccia del cervello è come una torre di controllo – ha aggiunto – ma nell’individuo traumatizzato non può intervenire per ridurre l’allarme. Nel corso del secondo anno di vita, si sviluppa la regione del cervello che si chiama ippocampo – ha aggiunto – che si associa alla memoria esplicita il cui sviluppo richiede una sufficiente maturazione della cortecci aprefrontale del cervello”.
Passaggi che spiegano scientificamente ciò che accade nell’essere umano, attraverso le sue reazioni al pericolo ma anche ad altre emozioni.
Nella seconda parte del pomeriggio è intervenuto il prof. Francesco Profumo, professore ordinario del Politecnico di Torino e già ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Con lui si è affrontato il tema del futuro, attraverso l’esperienza della Fabbrica 4.0, a 10 anni dalla nascita delle stampanti 3D anche se il primo prototipo risale a 30 anni fa. Dalla sanità, all’automotive, dall’arte fino all’architettura, questo strumento sta diventando ormai sempre più parte integrante nella vita dell’uomo anche grazie alla capacità progettuale e pioneristica che in questi anni si è man mano perfezionata.
“Si parla di fabbrica 4.0, ovvero una processo che conduce all’industrializzazione automatizzata e interconnessa. Molti credono che questo consentirà un ulteriore sviluppo di internet. Nel 2020 si pensa che gli oggetti nati attraverso sensori e dotati di una loro intelligenza, saranno 50 miliardi. Il nuovo mondo che sta nascendo adesso – ha aggiunto il prof. Profumo – sarà basato sui dati. Si tratta di un passaggio che dovrà essere regolato ma che offre potenzialità enormi”. Profumo ha inoltre sottolineato la necessità di investire su queste competenze, a cominciare dalla scuola.
“Negli Stati Uniti si dice che nel 2020 ci sarà 1 milione di posti di lavoro per persone con queste competenze, di cui 50 mila scienziati e 950 mila di persone che utilizzeranno i dati. Un tema complesso che spero venga preso in considerazione in Italia a cominciare dalla scuola – ha precisato – I nostri bambini devono cominciare a giocare con i dati. Le scuole d’avanguardia lo fanno già”.
Descrivendo lo stato dell’arte nel nostro Paese, Profumo ha inoltre sottolineato il caso di alcune aziende impegnate sia nel settore medico che in quello dell’automotive che rappresentano veri e propri fiori all’occhiello e dalle quali si possono trarre importanti stimoli per futuri investimenti.
“Importante è l’aspetto che riguarda l’interazione fra macchina e uomo. Avremo sempre più sensori – ha aggiunto – come accade già con la domotica, o ai sistemi di mobilità. L’auto senza guidatore, in realtà, non è poi così lontana”.
Mag 07