“Lezioni di storia” chiude il suo ciclo sabato 6 aprile, alle ore 11 a Casa Cava (ingresso libero fino a esaurimento di posti) e in diretta streaming sul canale YouTube di Matera 2019 (https://www.youtube.com/watch?v=H44oaT_6n6Q ). Il quinto appuntamento del programma, organizzato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 nell’ambito del progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “Future Digs”, insieme alle Edizioni Laterza vedrà sul palco Alessandro Portelli. Docente di letteratura americana alla Sapienza, storico collaboratore del Manifesto, Portelli è stato uno degli antesignani della storia orale in Italia e protagonista del movimento del folk revival tra anni Sessanta e Settanta. Ha fondato a Roma il circolo Gianni Bosio con Giovanna Marini, ha collaborato con l’Istituto Ernesto De Martino di Milano in numerose campagne di raccolta di canti popolari e nella cura della collana “I dischi del sole”, che hanno divulgato i risultati della ricerca etnomusicale italiana. Da critico musicale è stato il principale divulgatore della canzone di protesta americana.
“Lezioni di storia-Oltre i confini”, ha messo in campo cinque accademici di punta, integrando le competenze degli storici, l’antichista Barbero, il medievista Cardini, la contemporaneista Colarizi con il geografo Farinelli e lo storico della letteratura Portelli. Muovendosi nel tempo (dal 378 al 1989) e nello spazio (da Gerusalemme a New York, da Adrianopoli a Berlino), è stato possibile approfondire la dimensione europea attraverso una riflessione sulla spinta degli uomini ad attraversare i confini, per curiosità e disperazione, per fame e conquista, sempre trasformando gli altri e se stessi.
Anche l’ultima lezione dal titolo “Ai confini della speranza: il viaggio degli emigranti” riflette sul passato per guardare il presente e prefigurare il futuro. A metà del ‘700 un ragazzo viene rapito in Benin, nell’Africa occidentale, caricato su una nave negriera, deportato in Inghilterra e poi venduto in America. Riesce a liberarsi, torna in Europa, si batte per l’abolizione della tratta, viaggia in tutto il Mediterraneo, scrive un’autobiografia che diventa un classico letterario. Si chiama Ouladah Equiano: viaggiatore, deportato, esploratore, migrante fra tre continenti. Questa biografia esemplare si intreccia con le storie di migrazione dei nostri giorni: le navi negriere di ieri e i barconi del Mediterraneo di oggi, la schiavitù delle piantagioni e il bracciantato di Rosarno o Latina; fino alle immagini di Olaudah scrittore accostabili a quelle degli autori dei libri afro-italiani odierni.
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