Cerimonia istituzionale sabato 13 giugno tra i comuni di Pisticci e Marianopoli, in Sicilia, nel nome di Angelina Lo Dico, la giovane maestrina che per un decennio nelle campagne pisticcesi offrì tutta sè stessa con dedizione e altruismo per contribuire alla crescita di quelle popolazioni, afflitte da povertà, disoccupazione, analfabetismo, malattie, mortalità infantile. Fino ad immolare la sua giovane vita. E proprio nel solco del suo messaggio vennero tracciate anni fa le prime linee per il gemellaggio fra le due città. Ma vi concorrono anche altri fattori che rafforzano ulteriormente questo progetto, tra cui le origini antiche e magno-greche, la posizione collinare e i paesaggi, la vocazione agricola, la fede, l’attaccamento al lavoro, il senso dell’ospitalità. Ma il grande sogno delle due cittadine rimane quello di elevare Angelina al soglio dell’altare. Per gli abitanti di Tinchi e centro Agricolo è già santa, a Marianopoli è definita il Giglio. Nata nel 1920 si era trasferita ancora giovanissima a Pisticci, nella frazione di Tinchi. Quella comunità, tra l’altro, soffriva per la mancanza di un luogo di culto e lei in poco tempo fece edificare una chiesetta dedicata a Cristo Re. Tutta la borgata di Tinchi offrì un valido contributo, con questue, ricavato della vendita di frutta, verdura e del grano che la stessa Lo Dico andava a spigolare durante l’estate; gli scolari della maestra di mattina recavano mattoni e sabbia; la famiglia Gesualdi mise a disposizione una somma di denaro, in memoria di un figlio caduto durante la I Guerra Mondiale. Per comprare la campanella, che volle robusta e squillante tale da poter essere ascoltata da tutti, Angelina si privò anche delle uova che le venivano regalate. La cappella fu inaugurata con una solenne e lunga processione che attraversò anche le vicine località di campagna. Quando, però, la borgata era ancora priva di una chiesa, si recava spesso a Pisticci, a piedi, con mezzi di fortuna o sul dorso di qualche asino, per ascoltare la S. Messa, visitare i detenuti e le famiglie bisognose. La pluriclasse che gli era stata assegnata fu ricavata da una piccola cascina, tuttora esistente in via Pisa, dove pure alloggiava. Di mattina insegnava agli alunni mentre di pomeriggio era sempre disponibile a dare lezioni agli adulti ed agli analfabeti. Angelina, in seguito, si adoperò per l’istituzione di altre pluriclassi nelle località vicine e talvolta tenne lezioni all’aperto, quando le condizioni atmosferiche lo consentivano, ai numerosi figli di braccianti leccesi, impegnati nella coltivazione del tabacco. Spesso poi raggiungeva a piedi nei casolari più lontani e sperduti per assistere i poveri e gli ammalati di malaria, ai quali praticava le cure necessarie. A Tinchi ha insegnato e operato fino al 1931 anno in cui fu costretta a rientrare in Sicilia perché affetta da tubercolosi, trasmessagli forse da un bambino ammalato che aveva ospitato nella sua umile casetta. Si spense in fama di Santità il 5 novembre 1932. In quelle contrade, dove già la malaria era diffusa e dove stava per essere intrapreso il progetto di bonifica, la Lo Dico fu non solo maestra di pluriclassi, ma anche madre, amica, confidente e infermiera. E oggi l’ospedale di Tinchi porta il suo nome. Pisticci e Marianopoli sono ora legate indissolubilmente al nome ed all’opera della maestra Angelina Lo Dico, facendo auspici affinchè esso si traduca in una serie di altre iniziative volte al loro progresso e benessere sociale e spirituale. Sabato mattina cerimonia protocollare presso il Comune di Marianopoli con la seduta straordinaria del consiglio comunale, alla presenza della delegazione di Pisticci. A sera recital musicale dedicato alla Lo Dico, presso la Chiesa Madre di Marianopoli.
Giuseppe Coniglio