Rotonda ha ricordato i massacri delle foibe e l’esodo dalmata-giuliano; una pagina di Storia che per molti anni l’Italia ha voluto dimenticare. Lo ha fatto con gli studenti del Liceo Scientifico in un incontro che si è svolto presso il Cine Teatro “ Selene” accogliendo l’invitodel Prefetto di Potenza, Michele Campanaro. La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema che ancora divide. Eppure quelle persone meritano, esigono di essere ricordate. Per questo motivo, l’Amministrazione Comunale ha voluto coinvolgere gli studenti e per questo ringrazia quanti hanno partecipato, il dirigente Straface, la sua vice Pisani, i docenti e gli studenti che hanno accolto l’invito. Un incontro che ha ricostruito quegli eventi drammatici, per cercare di capire come mai questa tragedia è stata confinata nel regno dell’oblio per quasi sessant’anni. Infatti solo nel 2005 gli italiani furono chiamati per la prima volta a celebrare il Giorno del Ricordo, in memoria dei quasi ventimila italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe (le fenditure carsiche usate come discariche) dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale. Ad intervenire dopo il saluto dell’assessore Donatella Franzese che, ha posto l’attenzione sul fatto di non voltarsi dall’altra parte difronte alle ingiustizie che purtroppo ancora accadono ogni giorno in ogni parte del mondo, al di la del ricordo delle vittime delle foibe,le prime vittime di una lunga scia di sangue. Poi è stata la volta di Luigi Bloise, geologo presso il Parco Nazionale del Pollino che ha illustrato agli studenti cos’è una foibe dal punto di vista geologico è ha posto l’attenzione anche dal punto di vista naturalistico, dal momento che anche il Parco del Pollino né è caratterizzato e ne esistono diverse prendendo come esempio l’ Abisso del Bifurto, detta anche “Fossa del Lupo” in territorio di Cerchiara che occupa il quarantesimo posto nella graduatoria delle grotte più profonde del mondo ed è, secondo gli speleologi, una delle cavità più difficili dell’intero Mezzogiorno dove, lo ricordiamo è stato realizzato, da Michelangelo Frammartino,il film “ Il buco” e dove alcune scene sono state registrate a Rotonda.Poi lo storico Mario Forte , operatore del servizio civile universale ha illustrato l’aspetto storico delle foibe. In realtà, il numero degli infoibati e dei massacrati nei lager di Tito fu ben superiore a quello che si conosceva. Le uccisioni di italiani – nel periodo tra il 1943 e il 1947 – furono almeno 20mila; gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case almeno 250mila.I primi a finire in foiba nel 1945 furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, nonché i pochi militari fascisti della RSI e i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare. La giornata è poi proseguita con la visione del documentario “Il sorriso della patria” film documentario del 2014 diretto da Giulia Musso per le scuole prodotto dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che racconta in spezzoni di di diciotto fra cinegiornali e filmati vari dell’Istituto Luce l’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre inserito nel suo contesto storico, che comprese i massacri delle foibe. Insomma una bella giornata per far memoria e non dimenticare.