Il Presidente del Consiglio regionale Cicala e il vice presidente Polese hanno partecipato ad una lezione a distanza con gli studenti dell’Istituto professionale di stato “G. Giorgi” di Potenza per ricordare la Shoah.
Insieme, seppur in maniera virtuale a causa della pandemia da covid-19, con una lezione a distanza, questa mattina il mondo della scuola e le istituzioni hanno vissuto un momento di riflessione su una delle pagine più cupe della storia dell’Umanità: la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico.
In continuità con quanto fatto lo scorso anno sul tema della memoria e del ricordo, il Consiglio regionale della Basilicata, tramite l’iniziativa “Percorso sulla memoria”, curato dalla struttura di Coordinamento di informazione, comunicazione ed eventi, ha voluto, attraverso una serie di attività e cinque performance a cura degli studenti della terza, quarta e quinta dell’Istituto professionale di stato “G. Giorgi” di Potenza, ricordare il “Giorno della memoria”. L’iniziativa, si è aperta con il saluto della docente Angela Natrone, cui è seguita la proiezione di un video ‘Parole e memoria’ realizzato dall’Ufficio stampa del Consiglio regionale.
E’ seguita l’interpretazione della poesia “Enigma di William Heyen” da parte di Federica Bochicchio della classe 4HS. Subito dopo lo storico Gaetano Morese ha tenuto un intervento su “Genocidio, olocausto e Shoah”; Martina Tonto della classe 4 HS ha letto la poesia “Per Ricordare” di Letizia mentre “La generazione del deserto” e “Il Lessico della Shoah” hanno poi offerto spunti di riflessione alle professoresse Della Morte, Pietrafesa e Natrone. La professoressa D’Angelo infine ha presentato la Carta Costituzionale IPSIA Giorgi “Per non dimenticare” a cui è seguita la lettura di 15 articoli da parte delle studentesse. La manifestazione è stata conclusa dagli interventi del vice presidente del Consiglio regionale, Mario Polese e del Presidente Carmine Cicala.
“Mi piace pensare al giorno della memoria – ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala – come ad un giorno che fa parte e che dovrà far parte per sempre del patrimonio umano e culturale di tutti noi. Il 27 gennaio segna la fine di una delle pagine più brutte, oscure e tristi della storia umana. Il 27 gennaio, però, rappresenta anche la data da cui si riparte per ricostruire l’Europa tutta, non solo dal punto di vista infrastrutturale ed economico quanto dal punto di vista culturale. Un processo lungo, lento, che ancora oggi non si è concluso e per il quale occorre ancora tempo ma soprattutto l’impegno di tutti noi. Siamo noi, e voi giovani in particolare, a dover costruire una cultura nuova e diversa volta all’inclusione e collaborazione e alla visione della diversità come pregio e ricchezza e non come limite”.
“A voi giovani – ha proseguito Cicala – chiedo di farvi forieri di condivisione del profondo significato della giornata della memoria, ancor di più quando verrà meno la memoria viva di quanti vissero in prima persona quei terribili ed indimenticabili momenti. Vivete la scuola non solo come il luogo del sapere ma anche come il luogo in cui confrontarvi, crescere, essere solidali, come il luogo in cui formare la vostra persona. L’invito che rivolgo ai giovani è quello di saper cogliere nella diversità la ricchezza che essa offre. Ciò che vi darà la possibilità di vivere a pieno la vostra vita sono i valori della solidarietà, dell’altruismo, dell’impegno positivo e della partecipazione. Nella vita di tutti i giorni, così come nei social, non lasciatevi trascinare o condizionare dalla cultura dell’odio della violenza, scegliete il rispetto, la ricerca della verità, la bellezza”. “Al vostro Istituto – ha concluso – faccio dono di una copia della nostra Costituzione. Vi invio a leggerla da soli, con i vostri insegnanti, la vostra famiglia. Quando sfogliate quelle pagine, oltre a fare vostri i principi fondamentali e fondanti del nostro essere italiani, assaporate anche la forza e la determinazione di quanti si opposero a quei soprusi e di quanti con il proprio impegno, intelligenza, fiducia e con la propria vita, si impegnarono in prima persona per la costruzione della nostra democrazia e libertà”.
“E’ importante ricordare – ha detto il vice presidente del Consiglio Mario Polese – per impedire che fatti così vergognosi possano ripetersi. In generale è questo il nostro dovere. Ma lo ancora di più tra voi studenti in un ambiente, quello scolastico dove si forma la coscienza delle prossime generazioni di donne e uomini e dove si può rafforzare la sfera valoriale di ogni individuo, attraverso il confronto con la ricchezza delle diversità culturali in un contesto dove lo scintillio della curiosità è ancora il carattere predominante.”
“Da rappresentante delle istituzioni, da politico ma soprattutto da uomo credo – ha proseguito – che ricordare non sia una scelta ma un dovere morale. Tanto più forte in Italia, nazione che si macchiò della terribile onta delle leggi razziali fasciste e della conseguente persecuzione degli ebrei. In questo giorno simbolico dobbiamo tutti insieme, ciascuno nel proprio ruolo, fare scudo contro tutte le derive e contro l’ignoranza. Ricordare e alimentare la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e dell’Europa, è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per non consentire che l’umanità venga di nuovo condotta in un baratro così oscuro, perché quel virus micidiale che condusse milioni di persone ad un odio cieco e irrazionale non è stato sconfitto definitivamente. Sono troppi i segnali di risveglio di quella vera e propria follia omicida. Tocca a voi, prima che a noi percorrere questa strada fatta di rispetto, di umanità e di ‘amore’. Solo così si può contrastare l’odio. Con la consapevolezza che non possiamo cambiare la storia e cancellare quegli orrori ma abbiamo il dovere di assicurarci che le nostre generazioni non rivivano più tali scempi contro l’umanità. Nell’odio – ha concluso Polese con un passaggio di Primo Levi – non vi è nulla di razionale, ma se comprenderlo è impossibile, conoscerlo è necessario, poiché ciò che è successo può ricominciare”.
Parlando di Genocidio, Olocausto e Shoah, lo storico Gaetano Morese ha detto che “Olocausto è un termine sacro che indica sacrificio. Nella Bibbia gli ebrei come i greci bruciavano le vittime sacrificali per ingraziarsi gli dei. Ecco perché in tanti della comunità degli israeliti non condivide il termine olocausto perché in qualche modo sembra un dono dato a Dio. Il termine più importante è quello di genocidio coniato da un gruppo ebreo polacco per identificare, nel 1944, l’uccisione di una collettività. Oggi è un crimine riconosciuto dalla legge internazionale e soprattutto comprende tutti, non solo gli ebrei, ma quanti sono vittime della discriminazione. Oggi è la giornata della memoria, si dice che la memoria è un dovere. Io credo sia un diritto perché noi dobbiamo avere il diritto di ricordare. La memoria è come i diritti: per essi bisogna combattere tutti i giorni e tutti i giorni bisogna combattere per la nostra memoria”.