Michele Petraroia (Anpi Basilicata): “Indifferenza e banalità del male”. Di seguito la nota integrale.
E’ sempre più illusorio crogiolarsi nel convincimento che la democrazia è stata acquisita una volta e per sempre. Le sferzanti dichiarazioni di Trump ed il crollo di consensi di Biden fanno riaffiorare le crude immagini di un Parlamento assaltato e devastato da orde di suprematisti nel cuore della capitale americana. Nel mentre i britannici si arroccano l’Unione Europea blinda i confini a Est e nei Balcani con lo stesso filo spinato dei campi di sterminio. La pandemia accentua il divario tra Nord e Sud del Mondo concentrando la ricchezza nelle mani di oligarchie che antepongono il profitto ad ogni diritto umano ignorando chi non può comprare vaccini, farmaci, pane, acqua o istruzione. I cadaveri nel Mediterrano non suscitano più indignazione così come i lager libici o le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere tra fame, guerre, miseria ed epidemie milioni di bambini in campi profughi di fortuna. L’internazionalismo è stato cancellato dai tratti identitari del nostro tempo ed i moniti su fraternità e pace di papa Francesco vengono lasciati cadere nel vuoto da diplomazie che rincorrono gli interessi delle multinazionali più che adoperarsi per restituire efficacia all’ONU. In questo quadro crescono le ingiustizie sociali in un’Italia sempre più divisa, impuarita e in difficoltà. Le aree più forti spingono per l’autonomia differenziata non accorgendosi che parte dei propri sistemi produttivi finiscono nelle mani dei sodalizi criminali del Mezzogiorno che hanno necessità di reinvestire miliardi di liquidità frutto di traffici che necessitano di coperture, contiquità e collusioni. In questo intreccio perverso dove non è chiaro dove si annida il vero potere decisionale chi è in difficoltà si trova solo, inascoltato e privo di risposte. Nasce da qui la scelta di non andare più a votare del 50% dei cittadini. E dalla stessa crisi scaturisce la forza attrattiva di chi ha individuato nel migrante-profugo il capro espiatorio con cui prendersela per qualsiasi problema. L’indifferenza regna sovrana se a milioni di italiani è negato un servizio sanitario efficiente, o se 50 mila lavoratori del comparto automotive del Centro-Sud non hanno più prospettive, se 5 milioni di persone vivono nella povertà assoluta o se in alcuni territori mancano le scuole dell’infanzia, l’assistenza domiciliare agli anziani, non arrivano treni, le strade franano e non c’è traccia di lavoro. La Costituzione resta negli scaffali e la vita reale scorre tra banalizzazione del male e indifferenza. E’ su questi temi che l’ANPI nelle molteplici iniziative promosse per la Giornata della Memoria ha posto l’accento, affinchè nessuno dimentichi che tutto iniziò bruciando i libri, assaltando le Camere del Lavoro, controllando la stampa, usando la violenza, comprando il consenso e fustigando gli oppositori. Come ebbe a dire Primo Levi i campi di sterminio furono la metastasi finale dell’ideologia fascista affermatasi 20 anni prima in Italia.