Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 ritornano le Giornate FAI d’Autunno a Grassano, in Basilicata, che faranno scoprire “i segni dei cavalieri” custoditi nel centro storico di questo piccolo paese lucano che, dal 1300 all’inizio ‘800, fu una delle più ricche Commende dell’Ordine di Malta, uno delle poche città melitensi ancora esistenti.
Con l’aiuto di un depliant, di un Qrcode, del sito web basilicataacolori.wordpress.com e con la guida dei volontari del FAI, del gruppo “Alla scoperta di Grassano” e degli apprendisti Ciceroni della Scuola secondaria Arcangelo Ilvento e dell’Istituto Tecnico Economico Carlo Levi di Grassano i visitatori verranno saranno accompagnati alla scoperta di diversi luoghi che cercheranno di far conoscere il mondo scomparso dei monaci-guerrieri nato con la prima crociata (1096-1099), che spinse gli uomini d’arme di tutta Europa a imbarcarsi alla volta di Gerusalemme per liberare i luoghi Santi.
Questo viaggio nella storia partirà dal Sagrato della chiesa Madre di Grassano nelle giornate del Sabato 14 e della domenica 15 ottobre 2023, e avrà luogo sia il mattino dalle ore 10 alle 13 che nel pomeriggio dalle ore 15 alle 18
Dopo la conquista di Gerusalemme, per custodire e difendere i luoghi della cristianità nacquero diversi ordini di monaci-guerrieri tra cui l’ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi e oggi di Malta, a cui nel corso dei secoli vennero donati feudi e castelli per sostenerlo nella difesa dei luoghi santi.
Fu così che nella metà del ‘300 tutto il territorio e l’abitato del piccolo “casale” di Grassano, che nel 1280 era abitato da solo 4 fuochi (famiglie), venne donato ai monaci-cavalieri dell’Ordine, divenendo pian piano la Commenda più ricca dell’Ordine in Basilicata, da cui in Puglia e Basilicata dipendevano ben 19 grancie (possedimenti).
Dai Cabrei (inventari) dell’Ordine apprendiamo che il Commendatore aveva a Grassano un “Castello, ossia Palazzo Commendale, di più stanze” con “soffitto pittato e i muri anche pittati”, che si ergeva “sulla cima del monte, attaccato, dalla parte di settentrione, con detta Chiesa Madre» (Cabreo del 1763), che era la chiesa commendale.
Ma oggi quali segni restano dei cavalieri a Grassano? In primis vi sono i resti del Castello di cui rimangono in piedi una parte delle imponenti fortificazioni del piano terra, la torre d’angolo (pur se mozzata) e le stalle e prigioni oltre l’antica chiesa Commendale che, ampliata nel settecento con la navata centrale e quella destra, è divenuta oggi la chiesa madre del paese. La navata laterale sinistra della chiesa madre (che corrisponde all’antica chiesa dei cavalieri) custodisce ancora un fonte battesimale di pietra del ‘400, su cui sono scolpiti lo stemma del commendatore gerosolimitano fra Francesco della Castellana (1438-1440), con diversi simboli misteriosi ed una croce latina ed una croce greca, segno che testimonia come all’epoca convivessero insieme pacificamente in questo centro persone di rito latino e di rito greco-ortodosso.
La chiesa matrice custodisce nella sua grande cupola anche un’imponente croce ottagona di ben 5 metri, simbolo dell’Ordine, le cui otto punte rimandano alle beatitudini evangeliche e anche agli otto obblighi dei cavalieri; ed anche il settecentesco meccanismo de la “RLLOCIJ”, l’antico orologio posto sulla torre del castello commendale che, dopo un complesso restauro, è tornato a scandire lo scorrere del tempo.
Percorrendo il reticolo di strade intorno al Castello l’itinerario sulle orme dei cavalieri farà tappa all’antica Chiazzodda (piccola piazza) dove aveva sede, sin dal medioevo, l’Università grassanese (l’amministrazione comunale), spesso in lite con il Commendatore, e nei cui pressi sorgevano i resti della porta Chiazzodda, oggi abbattuta ma ricostruita graficamente dopo attente ricerche, definita come “l’arco della buonafede” poiché sotto di essa, con una semplice stretta di mano, si sancivano i contratti tra i paesani.
Fuori delle antiche mura, in via chiesa, nell’androne del palazzo De Felice troviamo lo stemma in pietra di Latino Gargano, nominato “nuovo precettore di Grassano” nel 1493 da Papa Alessandro VI e l’edicola devozionale della Madonna di Costantinopoli o Odigi
tria (dal greco bizantino Oδηγήτρια, colei che conduce e che mostra la via). Ma che ci fa una Madonna orientale a protezione dell’antica entrata medioevale del paese lucano di Grassano? Il suo culto era assai caro ai cavalieri di Malta, impegnati a combattere i turchi, che contribuirono a diffonderlo tra le popolazioni in cerca di protezione divina dalle temute incursioni degli infedeli.
Mentre in una traversa, sempre di via Chiesa, troviamo il Palazzo Lotrionte, formato dall’unione di edifici diversi, dove sull’architrave in pietra di una piccola porta è incisa una croce ottagona con la data del 1688 poste all’interno dell’arma stilizzata del commendatore gerosolimitano Fabrizio Ruffo, costruita secondo l’antica regola della proporzione aurea che serve a creare oggetti o disegni che abbiano le stesse proporzioni divine che ritroviamo in natura.
Infine si potrà percorrere l’antica strada Commendale che collegava il Castello ai “Cinti” dove, ancora oggi, lungo un sentiero sterrato scavato nella collina su cui poggia il paese troviamo le cantine della Commenda, immerse in una natura suggestiva, che custodiscono dietro le loro antiche porte curiosi palmenti in muratura , dove veniva pigiata l’uva per trasformarla in mosto, spesso decorati da bassorilievi benaguranti e dalle croci dei Cavalieri, altre a profonde neviere che servivano in passato a conservare la neve, che veniva usata in estate per avere refrigerio dal caldo
La Giornate FAI d’Autunno a Grassano, attraverso sei tappe, permetteranno ancora una volta di scoprire luoghi e storie per troppo tempo dimenticate.