“Giovani, lavoro e legalità: le sfide per lo sviluppo del Mezzogiorno”. E’ il tema del primo incontro promosso questa sera in piazza San Francesco d’Asssi per la festa di Avvenire a Matera. Al dibattito, introdotto da Monsignor Pino Caiazzo, hanno partecipato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Stefano Russo, il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan e il giornalista di TV2000 Paolo Borrometi, affronteranno il tema “Giovani, lavoro e legalità: le sfide per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
La Festa di Avvenire si terrà nella città dei Sassi fino a sabato 29 giugno mentre domenica 30 è in programma un incontro al teatro Stabile di Potenza con il cardinale Pietro Parolin, che lunedì 1 luglio sarà presente a Matera per celebrare la Santa Messa in Cattedrale.
Gli incontri della festa di Avvenire sono promossi dall’Associazione Giovane Europa insieme al quotidiano della CEI e alla Conferenza episcopale lucana per nutrire le coscienze, dialogare e camminare insieme su temi fondamentali per il Sud e per l’Italia.
Prima dell’incontro in piazza San Francesco il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho ha risposto alle domande dei giornalisti:
Come agisce oggi la ‘ndrangheta rispetto al passato? “La ndrangheta è molto più pericolosa perchè inquina l’economia, le ricchezze del nostro paese e riesce a costituire un sistema che impedisce di riconoscerla e questo fa si che sia presente in tantissimi settori senza che ci si accorga della sua diffusione. Di volta in volta sono necessari indagini che si sviluppano per anni con intercettazioni ambientali, telematiche, la lettura di elementi che apparentemente sono neutri ma solo una lettura composita riesce a fornire il quadro effettivo. Oggi la ndrangheta riesce a nascondersi dietro schermi che io chiamo la borghesia ‘ndranghetista, fatta di laureati, professionisti e soggetti che sono disposti a creare interfacce che impediscono di risalire al soggetto ‘ndranghetista. L’inquinamento è enorme. Basta pensare che è di 30 miliardi il profitto che la ‘ndrangheta ricava dal traffico di stupefacenti annualmente, una cifra così ampia che viene reinvestita nelle attività economiche. Quale imprenditore sano sarebbe capace di concorrere con un soggetto che tira dal pozzo danaro senza costi aggiuntivi e può avvalersi dell’intimidazione propria dell’organizzazione mafiosa che sta alle spalle. Il soggetto economico ‘ndranghetista, se non interviene lo Stato o non si crea una barriera che gli impedisce di crescere o diffondersi diventa un soggetto economico che non ha concorrenti”
Cosa serve per combattere la ndrangheta. Monsignor Caiazzo diceva ieri che serve sinergia tra Stato, Chiesa e Istituzioni, lei cosa ne pensa? “Serve sinergia, è propria di tutte le istituzione e la chiesa non è estranea alla sinergia richiesta per battere le mafie. Non legittimare i ‘ndraghetisti, i mafiosi e i camorristi ma additarli come soggetti contro la Chiesa e contro i comandamenti del Signore significa essere soggetto in sinergia con le istituzioni che combattono le mafie. In Calabria tanti vescovi e sacerdoti hanno rifiutato donativi che venivano da soggetti che poi si evidenziavano come ‘ndranghetisti. Iniziamente non noti come tali ma nel momento in cui sono stati arrestati la Chiesa ha restituito i soldi che avevano ricevuto. Ma ricordo anche beni confiscati che sono stati trasformati in chiese meravigliose. Ci sono attività anche in altri luoghi in cui la chiesa è stata protagonista di una rinascita”.
La politica cosa può fare? “La politica è il primo soggetto che dovrebbe essere barriera rispetto alle mafie. Dovrebbe fare selezione, prima di accettare anche il sostegno elettorale deve capire da quale parte viene. Sarebbe un segnale incredibile e una forte sconfitta per le mafie l’esclusione della parte malata rappresentata dalla ndrangheta”.
Il Sud si può riscattare? “Io sono convinto che ce la farà ma occorre tanto sacrificio e impegno. Ma io credo che debba prendere l’etica, la deontologia e tutto ciò che è pulito come programma e come modello. Se riuscisse a seguire questa squadra il Sud sicuramente risalirebbe. La zavorra del Sud, lo disse il governatore della banca d’Italia tanti anni fa è rappresentata dalla mafia, dalla ‘ndrangheta, dalla camorra. Se dai Paesi esteri non intervengono in Italia con investimenti è perchè temono che le mafie possano impadronirsi di questi investimenti oppure condizionarli. Se il nostro territorio fosse liberato dalle mafie il nostro lavoro si moltiplicherebbe ma in tanti verrebbero sul nostro territorio per investire”.
Michele Capolupo
La fotogallery del primo incontro per la festa di Avvenire a Matera (foto www.SassiLive.it)