Una discussione sul tema “Giovanni Pascoli, professore a Matera: metodo didattico e progetto educativo” e la presentazione di due libri dedicati a Giovanni Pascoli hanno animato l’incontro culturale nella sala consiliare della provincia di Matera in occasione del primo centenario della morte del poeta che ha insegnato anche al Liceo Classico di Matera.
L’impatto del Pascoli con la città di Matera non fu facile. Venendo da molto lontano, avendo lasciato le due sue più piccole sorelle sole, deluso perché non gli era stata assegnata la richiesta sede di Teramo, assillato da ristrettezze economiche, il Pascoli scriveva all’amico e compagno di studi Severino Ferrari
“…Ma non vuoi credere che Matera sembra in Affrica e che io voglio un monumento anch’io, come Pellegrino Matteucci, dal Parmeggiani, nella mia qualità di viaggiatore affricano?”.
Il disagio personale e sociale, tuttavia, non impedirono al Pascoli di esser bravo insegnante e affascinare i suoi alunni, avviandoli verso il piacere delle letture classiche e verso una severa educazione civile e nazionale. Così, anni dopo, scriverà il suo alunno Nicola Festa, parlando del suo Maestro.
“Col suo meraviglioso inimitabile tocco di poeta tramutò improvvisamente la materia opaca e inerte, di quel che suole essere l’insegnamento classico liceale, in ispirito di vita, in verbo radiante calore e luce senza fine…”
A relazionare sul tema i giornalisti Carmela Cosentino e Rossano Cervellera, alla presenza del presidente dell’Unitep Antonio Pellecchia e dello storico Giovanni Caserta, che ha colto l’occasione per presentare anche i due volumi dedicati al poeta romagnolo: “Giovanni Pascoli a Matera – (1882-1884) – Lettere dall’Affrica – Venosa, Osanna, già pubblicato nel 2005 e “La città di Matera negli anni del Pascoli (1882-1884) – preside professori alunni del Regio Ginnasio-Liceo “Duni” (1882-1884) Venosa, Osanna, in libreria da qualche settimana”.
“Sono due volumi – ha precisato Caserta – che si integrano a vicenda. Il primo, uscito nel 2005 affronta, attraverso le lettere che il Pascoli inviò alle sorelle e amici, il tema del disagio in cui si venne a trovare il giovane professore Pascoli, proveniente, con laurea in lettere classiche, dalla dotta Bologna e approdato in un Liceo della provincia meridionale, “lontano ermo paese”, più “Affrica” che Italia. Attraverso quello lettere viene fuori uno spaccato della società materana, che con tutti i problemi di sottosviluppo e arretratezza economica e culturale, costituisce un documento del Sud e della questione meridionale all’indomani della unità d’Italaia. Giustamente si fa l’esempio di Carlo Levi, cui l’esperienza del Pascoli è assimilabile”.
Quanto al secondo volume, si riportano le relazioni che il preside degli anni sdel pascoli fece su Pascoli e sui docenti del biennio 1882-84. Segue l’elenco degli alunni. “Ci sono diversi modi per leggere una realtà sociale, perché ci sono diversi punti di vista” – si legge in quarta di copertina. “Si tratta di avere l’occhio attento a cogliere i riflessi che dell’intero si possono trovare nella parte. Il punto di vista, questa volta, è quello di una scuola – il Regio Ginnasio-Liceo “E. Duni” di Matera – che, nata all’indomani dell’unità d’Italia, nel 1864, come istituto municipale, diventò statale nel 1882. Vi arrivarono allora professori di altre regioni d’Italia, con altre esperienze e altra formazione, che, nelle loro relazioni, nelle loro lettere, attraverso la stessa fatica del loro adattamento, fecero emergere la realtà di un Sud, vissuto fino ad allora tra l’isolamento geografico e le angustie di un rigido schema sociale. Un preside, Di Paola, venuto anche lui da lontano, due volte fu chiamato a riferire sui professori del suo Istituto, appena divenuto statale. Ci fu anche chi riferì su di lui. Oggi, accade che c’è chi legga le relazioni sul preside Di Paola e del preside Di Paola su Giovanni Pascoli, Antonio Restori, Giuseppe Botti, Vittorio Benini, destinati a diventare protagonisti della cultura nazionale. E per mille sottilissimi fili, quasi impercettibilmente, grazie alla nuova scuola aperta a nuovi utenti, si delinea il volto di una comunità del Sud che, lentamente, e provvidenzialmente, si va aprendo al nuovo della nuova Italia.
La fotogallery dell’incontro culturale (foto www.sassilive.it)