Sarà sepolto giovedì 1 luglio 2021, come da sua precisa volontà, nel cimitero di Cirigliano, il professore Giuseppe Fortuna, fondatore dell’Associazione dei Lucani a NYC e poi successivamente della federazione dei Lucani in Usa.
“Atto più bello non poteva esserci e su questo – ha ricordato Luigi Scaglione Presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo – il merito è tutto dell’impegno dei suoi amici che ne hanno condiviso i successi ma anche e soprattutto il suo ferreo attaccamento alla terra lucana abbeverandosi alla sua immensa cultura e conoscenza del nostro Paese e della nostra regione, trasferita nel contesto americano con orgoglio e grande senso di appartenenza. E Sarà un caso, poi che è venuto a mancare lo scorso 22 Maggio, in coincidenza con la giornata dei Lucani nel Mondo”.
“Il suo grande acume – ha aggiunto Luigi Scaglione Presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo, che lo aveva più volte incontrato insieme al Presidente dei Lucani in Usa, Dominik Pinto – il senso della lucanità in tutte le sue cose, l’alto livello culturale, lo avevano portato a raggiungere meriti e riconoscimenti culturali in Italia e negli Usa, sulla stessa stregua dei grandi intellettuali lucani ed italiani.
In un suo scritto “Italiani nel Queens” – prosegue Scaglione – aveva ripreso l’epopea anche dei Lucani in quell’area in pieno sviluppo della grande Mela tratteggiandone le caratteristiche con il tipico sense of humor degli italiani ma senza mai perdersi nei ricordi nostalgici o nella retorica”.
Giuseppe Fortuna era nato a Cirigliano nel 1942 e della sua terra ne andava fiero.
Come ben ricorda anche il giornalista Renato Cantore “Fin da giovane aveva conosciuto, già in Italia, le strade dell’emigrazione. Per pagarsi gli studi universitari a Torino, aveva fatto l’operaio metalmeccanico in una fabbrica di Moncalieri. Erano gli anni della contestazione giovanile, ed era stato tra i protagonisti del movimento del ’68.
Ancora studente, aveva seguito negli Stati Uniti una coppia di sociologi americani, che erano arrivati in Basilicata per una ricerca. Conseguito il dottorato, aveva deciso di stabilirsi a New York, dove divenne professore di sociologia urbana al Queens College della City University. Divenne così uno dei principali esponenti di quella nuova generazione di intellettuali che contraddistinse l’emigrazione negli ultimi decenni del secolo scorso. Attivo nella promozione della cultura italiana e nelle associazioni degli emigranti, divenne presidente della federazione dei lucani negli Stati Uniti.
Vasta e di grande livello la sua produzione, con molte pubblicazioni e articoli sulle principali riviste scientifiche internazionali. L’ultimo libro, – conclude Cantore – pubblicato poco più di un anno fa, si intitola “La fuga”. È un romanzo che racconta la storia di un giovane del sud alle prese con il dramma dell’emigrazione e la difficile ricerca del suo posto nel mondo globalizzato”.