Nel cuore dei Sassi di Matera, l’impegno dell’associazione culturale Casa D’Imperio all’interessante progetto “Le porte del Mediterraneo” affidato dal comune di Matera in sinergia con la regione Basilicata e l’Apt, continua con grandi eventi che spronano la società materana, e non solo, ad andare oltre i propri confini paesaggistici, artistici, culturali, musicali, religiose e alle proprie tradizioni.
Per favorire l’integrazione e una maggiore coesione con le culture dell’area Mediterranea, di cui il territorio lucano rappresenta la strada e la porta dell’Europa verso questa importante area, dal 2009 si susseguono importanti mostre, laboratori e convegni che hanno come base di partenza la sede dell’associazione ubicata in Via D’Addozio, nel Sasso Barisano, valorizzandone le peculiarità della ospitante cittadina materana.
Il 22 dicembre 2012 è stato allestito un altro importante evento “I Sassi di Matera, trekking e religione alle porte del mediterraneo” che si è svolto nella cornice del già Palazzo Venusio, oggi Palazzo Viceconte, con la pretesa di azionare forti tradizioni localistici verso confini nazionali per poi entrare nella realtà allargata alle diverse culture del Mediterraneo ed infine il salto nel mondo multi-etnico e multi religioso d’oltre oceano.
Nicola D’Imperio ha aperto i lavori presentando agli astanti solo alcune delle iniziative messe in campo dall’associazione durante l’ultimo anno sottolineando la varietà delle attività svolte in diversi settori: letterali, organizzando in febbraio 2012 la promozione del territorio lucano attraverso il libro “La Lucania a piedi” con un testimonial eccezionale: il compianto amico bolognese Lucio Dalla che a raggiunto la città di Matera a sostenere questo “magico” libro perchè attraverso la lettura delle storie narrate, ha avuto il merito di accendere, in Lucio Dalla, il desiderio a diventare un monacello, un folletto che vorrebbe fermarsi a vivere per qualche tempo nei Sassi, purtroppo desiderio interrotto da un amaro destino;
prevenzione sanitaria, organizzando nella propria sede, gratuitamente per i partecipanti, un corso dimostrativo sulle manovre per disostruzione delle vie aree pediatriche con gli istrutturi della Croce Rossa materana;
artistico, mostra di pittura informale dell’olandese Twan Kuhlmann Kunst che per la prima volta espone in Italia sulla via del Mediterraneo che a fine anno accompagnerà le opere a Citta del Capo;
trekking, ideando e tracciando due inediti sentieri tra i calanchi di Aliano;
storici, con utilizzazione della propria sede in favore della realizzazione del progetto “divertimento pulito” attraverso “Detective tra i Sassi” ricoprendo la casa del conte Tramontano.
Il convegno è proseguito, con la moderazione dell’editore Timoteo Papapietro, con un inedito dialogo interreligioso apertosi con una attenta e dettagliata disamina della “libertà” religiosa nella nostra nazione da parte dell’esperto teologo Daniele Giacoia.
Al riguardo ha sottolineato che in merito l’ordinamento italiano prevede ben 4 diversi gradi di libertà religiosa, che costituiscono oggettivamente una discriminazione tra i cittadini delle diverse fedi, privilegiandone alcuni e limitando la libertà effettiva degli altri. In particolare si distinguono in:
1) Il Concordato Cattolico
Questo tipo di accordo non riguarda solamente la libertà religiosa, ma innumerevoli altre materie, trattandosi di un ‘accordo internazionale’ tra due stati sovrani, lo Stato Italiano e, lo Stato Città del Vaticano. Ciò pone oggettivamente la Chiesa Cattolica in una posizione estremamente privilegiata rispetto a tutte le altre confessioni religiose. Questa gode di fatto una sorta di regime di monopolio della religione in Italia.
2) Le Intese
L’art. 8 della Costituzione, al terzo comma prevede (non si capisce bene se si tratti d’una facoltà o dell’obbligo) che “I … rapporti [tra le confessioni e] lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”. Ma dall’entrata in vigore della Carta Costituzionale, del 1948, questo articolo, di fatto non è mai stato applicato, sino al 1984, e soltanto per pochi ‘fortunati’, e solo dopo lunghe, ed estenuanti trattative. Ci sono voluti 36 anni dall’entrata in vigore della Costituzione prima di vedere approvate le prime Intese. La prima Intesa fu quella dei ‘Valdo-Metodisti’, del febbraio del 1984, a seguire quella delle ‘Assemblee di Dio in Italia’ (ADI) e gli ‘Avventisti del Settimo Giorno’ (UICCA ), del 1986, poi quella dell’’Unione delle Comunità Ebraica’ (UCEI) del 1987, e dell’’Unione Battista’ (UCEBI), ed infine quella della ‘Chiesa Luterana’ (CELI) del 1983; 30 luglio 2012:Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale (legge 30/07/2012 n. 126); Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (legge 30/07/2012 n. 127); Chiesa Apostolica in Italia’ (legge 30/07/2012 n. 128 ); l’11 dicembre 2012 in via definitiva alla Camera è stata approvata l’intesa dello Stato italiano con le comunità religiose dei Buddhisti e induisti. Si tratta delle prime intese con religioni non provenienti dall’ambito giudaico cristiano e danno, tra l’altro, la possibilità di accedere ai fondi dell’8 per mille. In tutto undici.
3) La Legge sui Culti Ammessi
La Legge 1159, emanata dal Governo Mussolini il 23 giugno nel 1929, sui ‘Culti Ammessi’, e tutt’ora in vigore, interessa la gran parte delle comunità religiose non cattoliche. La legge dei ‘Culti Ammessi’prevede due diversi livelli di riconoscimento, uno relativo alle confessioni con personalità giudica, e l’altro per quelle prive di personalità giudica. Nel secondo caso, queste possono solo ottenere l’approvazione della nomina dei propri ministri di culto, necessaria per la celebrazione dei matrimoni con effetti civili, e per svolgere, sia pure con molte limitazioni, il proprio ministero negli ospedali o nelle carceri.
4) In una posizione di ulteriore discriminazione si trovano le comunità religiose prive di qualsivoglia riconoscimento, spesso per propria scelta, o per l’eccessiva farraginosità della burocrazia nel concedere il riconoscimento.
Un capitolo a parte, ha evidenziato Daniele Giacoia, è quello che riguarda il disegno di legge sulla libertà religiosa
Infatti, già a partire dal 1989, l’allora capo del governo, Ciriaco De Mita (in carica dal 13 aprile 88, al 22 luglio 89), cominciò a considerare la necessità di una nuova legge sulla libertà religiosa, che superasse la vecchia norma dei Culti Ammessi. In seguito, per l’esattezza il 13 settembre dello stesso anno, il progetto venne assunto dal governo Andreotti, in carica due anni, ma il progetto di legge non giunse nemmeno in aula.
Questo venne poi ripreso nel corso della XIII legislatura, (in carica dal 9 maggio 1996 al 29 maggio 2001) dai governi Prodi, D’Alema e Amato. In quella occasione fu incaricato come relatore del l’On.Domenico Maselli, deputato dei cristiano sociali, storico del cristianesimo e Pastore evangelico. Ma neanche allora si riuscì a portare in aula il progetto per il voto finale.
In seguito nel 2001, fu Valdo Spini (DS) a riprendere in mano il ddl, Berlusconi era capo del governo, e si disse favorevole. Bondi fu nominato relatore. Ma a seguito dell’opposizione della Lega di Bossi, ancora una volta il progetto di legge finì nel cassetto.
Un ulteriore tentativo venne fatto alla Camera nel corso della legislatura successiva, con lo stessoValdo Spini e Marco Boato (Verdi). Questa volta fu incaricato come relatore Roberto Zaccaria (PD), mentre Lucio Malan (FI), presentò analogo progetto al Senato. Ma dopo varie audizioni dellaCommissione affari Costituzionali, a cui presero parte anche i rappresentanti di tutte le confessioni religiose e dopo una lunga discussione, il ddl fu nuovamente accantonato, per l’opposizione della chiesa cattolica. L’allora segretario della CEI, mons. Giuseppe Betori, disse con chiarezza davanti alla Commissione, che non si poteva accettare che la chiesa cattolica fosse messa sullo stesso piano delle altre confessioni minoritarie.
Successivamente il presidente Domenico Cristallo, di fede Bahá’í, ha illustrato l’attività dell’Associazione Corban, impegnata a promuovere il dialogo interreligioso come fondamentale e necessario. Ciò anche in considerazione del quadro variopinto, che sta constatando la novità di una multireligiosità in atto in Italia, con l’islam ormai saldamente seconda religione per numero di aderenti oltre che per visibilità sociale, il protagonismo crescente di presenze antiche e minoritarie solo sull’arido piano delle cifre (ebrei, valdesi, ortodossi), l’aumento significativo del fascino di culti di derivazione orientale e di dottrine cristianeggianti particolarmente ramificate come i testimoni di Geova e i mormoni. Per vivere appieno il presente e il futuro segnati dai processi dell’integrazione europea e della globalizzazione planetaria, ha affermato il presidente Domenico Cristallo, si è chiamati da un lato a conoscere più e meglio non solo lo stesso cristianesimo, ma anche le religioni diverse da quella cristiana, cercando di evitare i ricorrenti pregiudizi e i facili pressapochismi; e dall’altro, a educarsi pazientemente al dialogo e al confronto interculturali e interreligiosi.
Sono seguiti momenti di testimonianza e di presentazione delle tradizioni e culture religiose esposte da rappresentanti islamici, Senegal, Soka Gakkai, cristiano evangelici, Nigeria e Messico, Sik, India, e Baha’i Italia. Gabriel Isler, ha sottolineato che il filo comune del dialogo in corso deve essere l’Amore e la Pace deliziando i convenuti con un melodico canto nigeriano accompagnato sapientemente dal calore della chitarra. Il missionario messicano Jaquez Gilberto ha testimoniato la Fede che ha spinto se stesso ad abbandonare la propria terra e annunciare ai suoi giovani coetanei europei la Pace conosciuta e la facilità di accesso ad essa concludendo il suo intervento con una lode cantata in messicano. Di grande riflessione è stato l’intervento del sufita Singh Gulshan Pal che ha chiesto a tutti di spogliarsi dai luoghi comuni che spesso i media trasmettono a discapito dell’Islam creando una barriera all’integrazione e alla partecipazione nella vita anche lavorativa nei nostri territori e incentivare alla conoscenza dal vivo questi nuovi migranti del terzo millennio. Milena Andrulli, esponente del movimento buddista Soka Gakkai, ha sottolineato il grosso interesse al dialogo interreligioso finalizzato alla crescita per tutti e che ogni occasione viene colta dal proprio movimento in funzione progressista. Ha concluso questa sezione del convegno un Sik indiano descrivendo le motivazioni che hanno portato tutti gli appartenenti al credo religioso Sik ad indossare in modo permanente il turbante sul proprio capo, come segno identificativo della fede professata, e uniformare il nome dei maschi in Sik (che significa leone). Ha chiesto la partecipazione, degli oltre cento convenuti, ad alzarsi in piedi in segno di rispetto alla preghiera, scritta dal nono maestro, che ha voluto recitare creando un grande momento mistico nella sala. Timoteo Papapietro nel ringraziare i relatori per i preziosi contributi apportati rinnova in futuri incontri l’appuntamento alla crescita del dialogo fraterno testimoniato. Nelle conclusioni il prof. Giuseppe De Rosa puntualizza che non ci può essere dialogo interreligioso senza uno stato laico.
I lavori hanno avuto seguito con la presentazione del libro “dalla Murgia al Pollino – Basilicata a piedi” a cura di Cosimo Buono (Edizioni Magister). L’autore ha spiegato che trattasi di un libro fotografico di ben 180 pagine contenenti immagini catturate dagli obbiettivi dei partecipanti durante le escursioni che l’associazione Falco Naumanni organizza da dieci anni nel territorio lucano e dintorni. Un’attenta selezione, da oltre 35 mila foto in archivio, ha dato alla luce un eccellente lavoro editoriale realizzato grazie alla sottoscrizione anticipata da parte dei soci, del progetto appena andato in porto. Scritti, oltre a quelli dell’autore stesso, di Riccardo Carnovalini, Nicola D’imperio, Antonio Moresco e dei diari scritti da vari soci, rendono il volume un gioiello emozionale di rara ripetibilità. Il libro è stato dedicato ai compianti Antonio Guanti e Mario Tommaselli, rappresentati al convegno dai parenti, che hanno ricevuto in dono copia del prezioso volume.
Il presidente dell’associazione Falco Naumanni, Donato Casamassima, si è detto onorato di aver portato a termine l’obbiettivo libro e che questa auto produzione ci nobilita ulteriormente a conferma che l’associazione ha tutti i presupposti per dare ancora molto al territorio aprendo l’associazione a tematiche multi etniche e multi religiose come quella del convegno in corso.
Il Questore di Matera, Pasquale Errico, oltre ai saluti istituzionali è entrato nel merito del grosso e meritevole lavoro in corso durante la serata, in una cittadina che, se pur con presenze inferiori rispetto alle realtà come quella napoletana da lui ben conosciuta, lodando e incentivando incontri di dialoghi interreligiosi che portano tutta la comunità a crescere buttando giù gli steccati della paura. Unire il trekking e la religione è un grande matrimonio che deve permanere perché grossi sentieri tracciati dall’uomo accompagnano tutt’oggi importanti tappe di religiosità. L’esortazione del Questore trovano riscontro anche nella capacità dell’autore, Cosimo Buono, ad inserire nel libro immagini di pellegrinaggi religiosi incontrati lungo le escursioni pellegrinaggi di una Basilicata ricca di storia e tradizioni che l’attraversano ovunque.
Il prof. Giovanni Viceconte introduce lo storico Cataldo Di Pede alla narrazione della prefazione scritta nel libro “Sassi di Matera: il racconto della Casa Grotta” di Nicola D’Imperio alla sua seconda pubblicazione con la materana edizioni Magister.
Approfondita esaminazione dell’aspetto sociologico che ha rappresentato il vissuto nei Sassi di Matera del periodo post-unitario dell’Italia con una civiltà contadina che ha retto in una continuità inalterata fino a metà del novecento per poi passare all’apocalisse culturale con l’esodo forzato dai Sassi lasciando nella comunità ferite aperte di cui ancora oggi si registrano testimonianze. Il libro narra una storia mozzafiato che ha come base di partenza i Sassi di Matera per poi incamminarsi verso l’appennino lucano descrivendo gli scontri avvenuti nelle terre lucane tra oppositori briganti e Piemontesi.
Raffaella Annecchino relaziona sulle motivazioni che hanno portato l’autore a scrivere della sua Casa Grotta di vico Solitario sottolineando il puntuale inserimento nel racconto degli attrezzi esposti. Di pregevole aiuto al lettore sono le ultime 64 pagine, di immagini fotografiche a colori degli utensili della civiltà contadina. Immagini arricchite da una dotta descrizione che rende il libro un valido manuale di un passato che deve restare solida memoria per un futuro degno della storia che ci ha accompagnato sin dal neolitico. Infatti il dott. Nicola D’Imperio, autore del memoriabile lavoro, conclude dicendo: “L’asprezza di questa terra ha rivelato uno degli estremi confini del valore umano; qui l’uomo ha domato la natura scolpendone la roccia impervia e, nel mistero delle sue viscere, ha creato la sua casa. In diecimila anni, tra queste rupi di calcanerite, l’uomo ha forgiato l’essere, il corpo, la mente, i moti dell’animo, gli oggetti, i mestieri, la storia… la sua Storia, non importa se reale o fantastica. Con tutto questo ha creato un prodigio, un mistero, una magia: i Sassi di Matera, la Città dell’Uomo”.
La fotogallery del convegno (foto www.sassilive.it)