Adriano Giannola, presidente dell’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ) è stato il protagonista della seconda conferenza dal titolo “Il Lombardo-Veneto e la sua arrogante autonomia: presunzioni e pericolose illusioni” promossa nel pomeriggio nella sala conferenze del Circolo La Scaletta per il il ciclo di conferenze sul futuro del Mezzogiorno “Autonomia regionale e unità del Paese”. All’incontro hanno partecipato il presidente del Circolo La Scaletta, Francesco Vizziello, Antonio Nicoletti e il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri.
L’iniziativa, che si avvale del contributo di studiosi e professionisti, è finalizzata al rilancio del Mezzogiorno nel contesto nazionale e internazionale, a partire da Matera Capitale europea della cultura 2019. Le conferenze affrontano la “questione meridionale” in chiave contemporanea, a partire dal tema del “regionalismo differenziato”, che si è imposto al centro del dibattito nazionale a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, per ottenere il riconoscimento di maggiori forme di autonomia. Richieste avanzate successivamente anche da altre regioni.
Adriano Giannola: “Questa trattativa segreta che è stata invece svelata la definisco un’arrogante autonomia perchè una volta arrivata in Parlamento non poteva più essere modificata se non dopo 10 anni con il parere favorevole della regione. Il fatto solo che il governo nazionale abbia accettato questa proposta è molto grave, anche se il premier non si è mai espresso. In altre sedi è stato invece detto che non era proprio il caso di procedere con questa autonomia per le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna perchè era un colpo di stato”.
A suo avviso con questa intesa sarebbe a rischio l’unità del Paese? “Con quella intesa che loro hanno proposto nella terza edizione delle bozze segrete che circolano è la sanzione in un regime di normalità della disgregazione dello Stato. Non a caso le reazioni di Roma sono molto perplesse, forse anche il Papa si preoccupa di una situazione che porterebbe al collasso. Per un motivo di contenuti istituzionali: se io rendo regionale un sistema formativo perchè ho il diritto di assumere come e quando credo sulla base delle risorse che otterrò per esempio il corpo docente non ho bisogno di fare una secessione. Si tratta di una disgregazione concreta ed effettiva sotto la bandiera nazionale, è quindi la disgregazione di una collettività”.
Nel suo ultimo libro ha scritto che il Sud è fondamentale della ripresa del Paese. E’ così difficile farlo capire a chi ci governa, indipendentemente da chi ci governa? “Un po’ per ignoranza, chi ci governa ma anche quelli che ci hanno governato prima, non hanno il senso della storia. Penso a Renzi: se c’è una persona bravissima tatticamente, senza capacità di considerare che cosa è il Paese, è un esempio classico. Il senso della storia non è sapere chi sono gli antichi romani o perchè esiste Pompei, il problema è non capire cosa è stato il Mezzogiorno per l’Italia, in male e in bene e cosa oggi può essere e deve essere il Mezzogiorno per evitare che l’Italia finisca male. L’Italia è una espressione geografica, non un Paese. Noi ci stiamo arrivando velocemente grazie ai sovranisti regionali. Salvini è ridicolo con una autonomia del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna di questo tipo. E’ la trasformazione di un sistema che voleva essere federalista, poi non ha voluto applicare il federalismo, perchè voleva dire redistribuire le risorse verso il sud. Questa tempesta sarà anche una cosa positiva, se si risolve nel migliore dei modi, perchè porterà inevitabilmente a discutere del Sud. Non volerne discutere vuol dire che le regioni del nord fanno una confederazione, dove ogni regione è uno Stato e quindi i diritti sono interni alle regioni, tra regioni ce la vediamo noi. Chi ha le risorse se le tiene, se tu non ce le hai forse te ne regalo qualcuna. E’ la vecchia idea che è diventato un disegno di legge portato in Senato nel 2008 votato anche dal PD Lombardia. L’illusione del nord è quella uscire dalla crisi in questo modo: avere le loro risorse e con questo liberarsi del problema nazionale del Sud, ma senza una secessione. Perchè appena formalizzi una secessione esplode finanziariamente, lo spread salirebbe a 800 e non lo reggono, si dovrebbero prendere l’80% del debito pubblico”.
Nel corso della conferenza il presidente Svimez ha sottolineato che Nord e Sud hanno due sistemi di diritti sociali e civili, che comprendono l’istruzione, la mobilità e la sanità,finanziati e garantiti in modo diverso, con una spesa complessiva per abitante molto più bassa nel Mezzogiorno. Una disparità, ha messo in evidenza il professore, che si andrebbe a cristallizzare per legge con l’autonomia differenziata, un meccanismo che mettendo in atto degli incentivi opposti a quelli di una politica di sviluppo e coesione, avrebbe come conseguenza un’ulteriore divaricazione del Paese e l’eutanasia della questione meridionale.
A concludere l’incontro il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri. che ha dichiarato “credo che l’intervento del prof. Giannola abbia segnato un momento storico del nostro Paese, ma devo registrare che manca ancora la coscienza da parte della comunità meridionale del pericolo del regionalismo differenziato che ormai è sulla propria testa. La ragione di questi incontri – ha spiegato il primo cittadino- è di risvegliare le coscienze perché solo la conoscenza delle questioni in campo può creare le condizioni per modificare questo percorso politico e istituzionale che è stato tracciato con cinismo. Il nostro compito è quello di aprire questi orizzonti, in quanto solo con una partecipazione attiva si può fronteggiare l’eutanasia del Mezzogiorno”.
Le prossime conferenze si terranno:
sabato 18 maggio 2019 ore 11 nella sala convegni Camera di Commercio a Matera;
relatore: Marco Esposito, giornalista del “Mattino” e autore del libro “Zero al Sud. La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale” ed. Rubbettino, 2018.
venerdì 7 giugno 2019 ore 18.30– Sala convegni Camera di Commercio a Matera;
relatore: Guido Pescosolido, storico e autore del libro “La questione meridionale in breve. Centocinquant’anni di storia”. Donzelli editore, 2017
Michele Capolupo
Nota biografica di Adriano Giannola
Nato a Fano (PU) nel 1943, laurea in economia con specializzazione al Centro Manlio Rossi Doria di Portici, Adriano Giannola è attualmente Presidente Emerito dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, del Consiglio d’Amministrazione del Teatro Stabile di Napoli, Presidente della fondazione di Comunità Centro Storico di Napoli e Professore di Economia Bancaria all’Università Federico II di Napoli dal 1980. Ha svolto attività di studio e di ricerca con il supporto della Ford Foundation e del FORMEZ presso le Università di Harvard ed MIT Mass. e presso l’Università di Cambridge U.K. È Consigliere di amministrazione dell’ANIMI, dell’Associazione fra le Casse di Risparmio italiane, e dell’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. È inoltre membro della Commissione Cultura – sezione italiana dell’UNESCO. Entrato nel 2006 nel Consiglio di amministrazione della SVIMEZ, dal 2010 ne è il Presidente.Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo, “Sud d’Italia. Una risorsa per la ripresa” – A.Giannola, Salerno editore, 2015.
La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)