E’ stata la sala di presidenza della Provincia di Matera ad ospitare questa mattina il convegno dedicato al “materano” Vittorio, per ricordare l’intellettuale e archeologo Vittorio Spinazzola, personalità materana alquanto apprezzata in Europa nel secolo scorso e probabilmente poco nota nella nostra regione. Spinazzola è nato a Matera il 2 aprile 1863 ed è morto a Roma il 13 aprile 1943.
Dopo l’introduzione affidata al Presidente della Provincia di Matera Piero Marrese, sono intervenuti l’assessore comunale alla cultura Giampaolo D’Andrea che ha inquadrato la figura di Vittorio Spinazzola nel contesto storico di riferimento. Lo storico-genealogico Riccardo De Rosa ha discusso delle notevoli attività archeologiche svolte da Spinazzola, mentre Gianni Maragno, attento studioso e ricercatore di storia materana oltre che regista, ha esposto la figura dell’intellettuale fra studi classici ed istituzioni. A coordinare il dibattito il giornalista e critico di Cinema Armando Lostaglio, mentre l’attore Mimì Orlandi ha declamato versi e brani tratti dalle molteplici pubblicazioni di Vittorio Spinazzola.
“Io sono vivo, vivissimo, e sarò vivo, vivissimo, e dirò a me di esserlo anche quando la falce mi sarà nelle vene, convinto che l’uomo non muore fino a quando non dice a se stesso: sono morto”.
E’ un verso di Spinazzola poeta, che forse esplicita la forza creativa e culturale dell’intellettuale materano. Studiò inizialmente romanistica e scienze della letteratura all’Università di Napoli Federico II, dove si laureò con Francesco D’Ovidio. Durante questo periodo strinse amicizia con Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti e Benedetto Croce, con cui fondò la Società dei Nove Musi, e con Gabriele D’Annunzio: il dramma “La città morta” del poeta pescarese deriva da un’idea di Spinazzola. Durante tutta la sua vita rimase legato alla letteratura, specialmente a Dante. Gli studi per l’arte antica lo porteranno nel 1893 ad assumere il ruolo di ispettore della Amministrazione Provinciale per l’arte antica; nel 1895 e 1896 lavorò al museo archeologico di Bologna e quindi al Museo archeologico nazionale di Taranto. Nel 1897 fu nominato consigliere personale del Ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1898 fu chiamato a ricoprire l’incarico di curatore del Museo nazionale di San Martino a Napoli, incarico che mantenne fino al 1910. Contemporaneamente dal 1903 al 1907 fu anche libero docente di archeologia all’università di Napoli. Nel 1910 divenne direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli, l’anno successivo Soprintendente agli scavi e ai musei della Campania e del Molise. Ciò incluse anche la direzione degli scavi di Pompei. Dal 1919 divenne Soprintendente aggiunto per i monumenti e le gallerie delle province citate.
La fotogallery del convegno dedicato a Vittorio Spinazzola (foto www.SassiLive.it)