Si è tenuta tramite piattaforma Zoom la riunione del RC Matera del 29 gennaio, una modalità ormai diffusa che consente di mantenere vivo il contatto fra le persone e di offrire occasioni di conoscere persone lontane che, in tempi “normali” forse non avrebbero potuto partecipare ad un incontro. Ospite della serata il dottor Gianluigi De Marchi, giornalista finanziario e scrittore, noto soprattutto nell’ambiente finanziario (ha scritto migliaia di articoli sulle principali testate giornalistiche, ed ha pubblicato oltre 30 libri su vari argomenti legati alla finanza, alle banche, agli investimenti). Ma in questa occasione De Marchi ha presentato una “chicca”, un argomento ai limiti della “fantastoria”, tenendo una conversazione dal titolo “Il Regno unito d’Italia: tutta un’altra storia…”. De Marchi, dopo aver brevemente ricordato la storia del Regno delle due Sicilie (iniziate nel 1130 con la dinastia normanna e terminata nel 1860 con la dinastia borbonica), ha raccontato l’epopea dei Mille, arricchendo gli avvenimenti storici noti con alcuni flashes di “altre verità” in genere sottaciute o minimizzate. Curiosa, ad esempio, la vicenda delle due navi Piemonte e Lombardo (con le quali i garibaldini partiti da Genova arrivarono fino a Marsala) che non furono “occupate” dai patrioti, ma vendute dall’armatore Rubattino a Vittorio Emanuele II con regolare atto presso un notaio di Torino; tragica la vicenda di Bronte, in cui il luogotenente Bixio fece fucilare un centinaio di contadini siciliani che avevano preso alla lettera gli infiammati discorsi di Garibaldi, occupando le terre non solo di nobili locali, ma anche di proprietari inglesi, rischiando di provocare un incidente diplomatico che avrebbe potuto pregiudicare le sorti dell’avventura. Ma la storia viene ribaltata dall’autore sulla battaglia del Volturno, in cui immagina che le truppe borboniche sconfiggano le camice rosse; e da quel momento si apre “l’altra storia”, con l’avanzata dell’esercito napoletano verso Nord, la vittoria sul generale Cialdini sul Pe, e la fuga di Vittorio Emanuele II in Portogallo. Re Francesco II nomina primo ministro dell’Italia unita non uno dei suoi fidi, ma Massimo D’Azeglio, già premier di casa Savoia, un uomo politico illuminato, equilibrato, di grande cultura: “Un segnale” ha sottolineato De Marchi “di riconciliazione nazionale dopo l’orrore della guerra, un modo per stroncare sul nascere ogni tensione, procedendo verso l’unificazione senza imposizioni, ma tendendo la mano allo sconfitto”. La seconda parte del libro illustra ampiamente i valori fondanti del Regno (Libertà, Solidarietà e Progresso campeggiano nel tricolore), l’organizzazione dei settori strategici sui quali il Re e D’Azeglio accentrano l’attenzione del governo (in primis istruzione, salute, economia, infrastrutture), la soluzione pacifica della “questione romana” (con l’annessione di Roma attraverso una trattativa con Pio IX). Nella visione utopica delineata, l’Italia è un paese federale e neutrale, che punta a far crescere il benessere della popolazione, abolendo i privilegi, difendendo i diritti fondamentali e fissando chiaramente i doveri da rispettare. La relazione è stata seguita da un vivace dibattito in cui molti presenti hanno portato il loro contributo di idee, magistralmente moderati dal Segretario di Club Raffaele Braia, hanno partecipato oltre ai soci del sodalizio materano, ospiti da tutta Italia, un’altra magnifica serata all’insegna dell’Armonia, motto del Presidente di Club Gregorio Garzone.