Lo storico materano Gianni Maragno in una nota ricorda il terremoto che ha colpito 90 anni fa il territorio del Vulture-Melfese. Di seguito la nota integrale.
Quarant’anni orsono si consumò la tragedia del terremoto che per l’ennesima volta sconvolse i territori di Basilicata ed Irpinia. Alcuni eventi hanno ricordato ai più il dramma di famiglie e territori per la perdita di vite umane e case.
Novant’anni fa un altro sisma riguardò l’area del Vulture e dell’Irpinia, seminando morti e distruzione. Era il 23 luglio 1930, quando un terremoto di magnitudo 6,7 (X grado della Scala Mercalli) con epicentro in Irpinia, tra Lacedonia e Bisaccia, sconvolse il territorio sormontato dal monte Vulture, provocando ingenti danni.Gli effetti distruttivi furono maggiori nell’area appenninica compresa fra le province di Potenza, Matera, Avellino, Benevento e Foggia. Ci furono 1.404 morti.
La scarsa qualità dei materiali di costruzione delle abitazioni, ed il fatto che la scossa avvenne alle ore 1,10 della notte, aggravarono gli effetti disastrosi del sisma. Immediata fu la solidarietà alle popolazioni terremotate e già alle prime ore dell’alba erano presenti i soccorritori. Per la prima voltatrovò attuazione la legge del 9 dicembre 1926 in materia di disciplina dei servizi in casi di pubbliche calamità:fu realizzato un collegamento organico e in una stessa giornata il treno di pronto soccorso, allestitocon speciali apparecchiaturedal Ministero dei LL. PP., raggiunse le località del sisma.
A distanza di circa un anno da quel triste avvenimento, il 10 giugno 1931 si tenne una riunionea Melfi nella sede del Fascio, con la partecipazionedi autorità politiche e di alcuni esponenti locali del Partito Nazionali, quali l’on. Arduino Severini, Podestà e segretario politico di Melfi,Alfredo Saraceno, Fiduciario A.F.P.E. di Atella, il dott. Michele Libutti, Segretario politico di Rionero, Mario Cittadini segretario politico di Barile, Tommaso Cittadini Fiduciario A.F.P.E. di Barile, il dott Croce Giuseppe segretario Politico di Rapolla, Luigi Frusci Fiduciario A.F.P.E. di Melfi, l’avv. Saverio Pinto delegato A.F.P.E. di Potenza e l’ing. Gabriele Falletti Consulente tecnico A.F.P.E. .
In quel consiglio si discusse ed esaminò “il complesso problema della ricostruzione della zona terremotata, per quanto riguarda la Provincia di Potenza, onde prospettare al consulente tecnico della Federazione fascista della proprietà edilizia un quadro esatto della situazione onde la Federazione anzidetta possa intervenire e contribuire per un sollecito avviamento alla soluzione del grave problema”.
Venne inoltre rilevato che non tutte le perizie tecniche erano state approvate e che: “ l’80% dei documenti presentati dai proprietari sarebbe stato smarrito presso il Ministero dei LL.PP.”.Per di più, fu rilevato che i pagamenti degli acconti per la ricostruzione erano stati eseguiti con lentezza, che il Banco di Napoli non aveva concesso completamente i mutui proposti e che quelli accolti erano stati falcidiati nei finanziamenti, concedendo cifre irrisorie a fronte di costi di stipulazione molto rilevanti. Inoltre, venne contestato come “le condizioni create dalla legge e ancor più dalla sua applicazione non consentiranno mai agli enti locali di veder risorgere – per quanto riguarda gli edifici pubblici – vecchie e gloriose istituzioni”.
Il Ministero replicò, smentendo seccamente queste accuse e sostenendo che ai sensi dell’art 30 del R.D.L. 3 agosto 1930, n. 1065, erano state redatte 5706 perizie, per un importo di lavori complessivo di L. 57.229.680. .
Il Banco di Napoli riportò che per tutta la zona danneggiata le domande di mutuo prodotte erano state 1321 per un ammontare di 18.000.000 di lire, importo già al netto della rinuncia: “ che la Ditta Fratelli Lanari di Monticchio, la quale sarebbe la maggiore interessata nello indicato gruppo di contratti avrebbe riconosciuto essa stessa l’opportunità di non gravare oltre il necessario la sua proprietà”.
Il Ministro dei LL.PP., dal canto suo,fornì ampie assicurazioni circa la “esecuzione dei piani regolatori, ed alla necessità di emanare le norme di gestione delle casette costruite dallo Stato. A parte che i ricoveri stabili sono stati già consegnati ai comuni che ne hanno assunta l’amministrazione di fatto”.Ampie assicurazioni pervennero dal Ministero circa il coinvolgimento degli altri Dicasteri interessati alla realizzazione dello schema di norme per la ricostruzione, la cui emanazione non poteva tardare. Il riferimento ai piani regolatori, riguardò i comuni con abitati minacciati da frane, l’unico caso in regione, il comune di Melfi; per il quale si volle facilitare le attività stabilendo speciali facilitazioni anche procedurali. A tal fine, un primo stralcio di importo di 1.000.000. di lire venne stanziato per lavori nella zona Chiucchiari.
Gli anni si susseguirono veloci, gli interventi in favore dei terremotati non altrettanto e così nel 1935 pervennero alcune risposte relative ai fondi stanziati per la ricostruzione e la realizzazione di nuove opere.
Al comune di Rionero in Vulture, pervenne da parte del Ministero dei Lavori Pubblici, la seguente comunicazione:
“Che la strada turistica da Rionero ai laghi di Monticchio non può essere costruita dallo Stato perché non è prevista dalla legge sulla Basilicata.
Che il piano regolatore di parziale spostamento dell’abitato di Rionero in Vulture, riconosciuto necessario a seguito del terremoto del 23 luglio 1930, si trova in corso di esecuzione. I relativi lavori, preventivati in progetto per un ammontare di lire 1.070.000 ivi compreso lire 240.000 per espropriazioni e lire 35.000 per opere in economia, furono appaltati all’impresa Navarra Ulisse, alla quale furono consegnati in data 8 agosto 1932.
Per quanto poi si riferisce alla ripartizione ed alla ricostruzione degli edifici di culto nei comuni colpiti dal suindicato movimento tellurico risulta che ai relativi lavori attende l’Ufficio Pontificio per le case parrocchiali.
Questo ministero, da parte sua, va provvedendo alla concessione dei sussidi, a termini dell’articolo 21 del R.D.L. 3 agosto 1930. Finora sono stati concessi 13 sussidi per chiese parrocchiali nella zona del Melfese per un importo globale di lire 693.136 pari al 50% della spesa riconosciuta sussidiabile in particolare per Rionero sono stati concessi i seguenti sussidi per chiese parrocchiali e per altri edifici pubblici degli enti locali:
Edificio scolastico lire 69.000
Reggia Prefettura e uffici municipali lire 62.200
Carceri mandamentale lire 18.950
Torre dell’orologio lire 4600
Chiesa Santissimo Sacramento lire 9150
Scuole lire 26.150
Chiesa Santissima Annunziata lire 14.635
Chiesa di San Marco con l’annessa chiesetta del Sacramento
della Torre dell’orologio lire 212.550
circa i lavori di pavimentazione delle vie Mazzini e Garibaldi il Comune di Rionero ottenne il mutuo di lire 166.100 dalla Cassa Depositi e Prestiti e il sussidio di lire 55.357 da questo Ministero in base al progetto 12 marzo 1929 dell’importo di lire 221 mila 500”.
Successivamente il Comune di Rionero presentò istanza per riparazione dei danni prodotti dalle alluvioni dell’estate autunno 1929 alle opere di detta strada.Il Genio Civile espresse parere contrario all’istanza perché nessun danno si era verificato nel detto Comune a causa dell’alluvione.
Non avendo quindi il Comune potuto ottenere il sussidio in base alla legge 14 novembre 1929 numero 2088 per l’esecuzione dei lavori di cui sopra, fu deciso di eseguirli con i fondi ancora disponibili sul detto mutuo e sul sussidio.
Le statistiche mettono in evidenza come in Basilicata, mediamente ogni ventennio, si abbatta un terremoto di una certa entità. Senza eccezioni il sisma colpì anche nel ventennio fascista e purtroppo continuerà a colpire fino a quando non sarà adottato un piano completo e diffuso di criteri antisismici per gli edifici esistenti. L’intero tessuto sociale e produttivo della Regione è, ancora una volta, fiducioso che nelle misure per il rilancio dell’economia, già particolarmente depressa dalla pandemia di corona virus, possa trovare finalmente attuazione un piano efficace per la messa in sicurezza degli immobili; ciò consentirà di guardare ai terremoti con meno timore ed eviterà in caso di sisma le ripetute stragi di vite umane e la distruzione di interi comuni con la disperazione di chi dovrà con grande sacrificio umano ed economico ricostruire.