Venerdì 1 settembre iniziano le giornate che faranno da corollario alla 29^ edizione del Premio e si comincia con l’inaugurazione della mostra organizzata dall’associazione d’intesa con l’Ambasciata di Slovenia in Italia e dall’Azienda di Promozione Turistica della Basilicata presso l’Open Space Apt Basilicata nel Palazzo dell’Annunziata, alle ore 19, dedicata all’Architetto Sloveno Jože Plečnik, dal titolo: Un Architetto tra storia e modernità.
Un’iniziativa che ricorre in occasione del 151° anniversario della sua nascita, considerato il più grande architetto della storia slovena, Plečnik cercò di disegnare Lubiana secondo il modello dell’antica Atene.
L’inaugurazione vedrà la presenza di S.E. Tina Kokalj, Ministra Plenipotenziaria dell’Ambasciata di Slovenia in Italia, e del Dott. Antonio Nicoletti, Direttore dell’APT Basilicata.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a martedì 5 settembre, per poi essere riproposta negli Spazi dell’UNIBAS di Matera nel prossimo ottobre.
Jože Plečnik (Lubiana, 1872 – 1957). Professore alla Scuola di architettura di Lubiana, fondata nel 1919, Plečnik ricevette molti importanti incarichi: dalla costruzione di varie chiese alla realizzazione dei due ponti pedonali del famoso Triplice ponte a Lubiana (il ponte centrale era stato costruito da un architetto italiano nel XIX secolo); dal Ponte dei calzolai al Mercato centrale di Lubiana, sino alla sontuosa Biblioteca nazionale e universitaria e ai bellissimi schizzi per il futuristico Parlamento della Slovenia. Il suo segno, lasciato a Lubiana, è così distintivo e indelebile che “la Lubiana di Plečnik” come specialità urbana unica si posiziona tra le opere d’arte più originali e più complete del XX secolo in tutto il mondo.
Plečnik trascorse buona parte della sua vita a Vienna dove dal 1892 lavorò come designer di mobili. Il suo talento fu riconosciuto dal famoso architetto Otto Wagner. Si distinse come migliore studente dell’anno ottenendo una borsa di studio per visitare i monumenti architettonici in Italia – (da Venezia a Roma) – dal 1898 al 1899, entrando così per la prima volta in contatto diretto con l’arte italiana e dell’Europa occidentale. Questo viaggio segnò una svolta nella sua comprensione dell’architettura, rimanendone affascinato dagli elementi barocchi, antichi e rinascimentali che incorporò nelle sue opere.
Dal 1911 al 1921 trascorse un intero decennio anche a Praga dove eresse alcune opere monumentali e diede il suo segno indelebile alla trasformazione del Parlamento e del Castello di Praga, con i suoi giardini. Realizzò inoltre una serie di progetti a Vienna, Belgrado e Zagabria.