Il riferimento del gip al Vescovo Caiazzo nell’ambito dell’inchiesta sulla Sanità lucana non è stato digerito dal Monsignor Pino Caiazzo. Il Vescovo viene chiamato in causa in merito al consiglio che il segretario del Vescovo Don Angelo Gallitelli, presente regolarmente alla processione dell’Ottava della Bruna, avrebbe chiesto al direttore generale Asm Pietro Quinto per far ammettere sua sorella Maria e un amico di lei al percorso di formazione, a numero chiuso e per massimo 50 posti per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola primaria e indetto dall’Università della Basilicata nell’anno accademico 2016-17. ”Il prelato – si legge nell’ordinanza del Gip – come peraltro suggeritogli dal suo Vescovo, individua proprio nel direttore generale Asm la persona che può aiutarlo ad arrivare al governatore Pittella per perseguire il suo fine ma, come emergerà nel corso delle indagini, è lo stesso Quinto a indirizzarlo, positivamente, verso un altro e più competente ‘sponsor”’ ovvero Vito De Filippo, che all’epoca delle indagini era vice ministro dell’Istruzione. “Alla fine – scrive il gip – le richieste del prelato risulteranno esaudite perché la sorella di Gallitelli risulterà vincitrice del concorso”. Il Vescovo ha subito respinto ogni addebito dichiarando la sua estraneità ai fatti contestati ma nell’omelia della Santa Messa che ha concluso l’Ottavario della Bruna ha voluto ribadire il suo pensiero rispetto alle accuse contenute nell’ordinanza del Gip.
Michele Capolupo
Di seguito il testo dell’omelia di Monsignor Caiazzo che riguarda l’inchiesta sulla Sanità lucana pronunciata durante la Santa Messa a conclusione dell’Ottavario della Festa della Madonna della Bruna.
A conclusione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna, la liturgia della Parola di questa Domenica ci presenta la figura del Profeta: Ezechiele nella prima lettura, Paolo nella seconda, Gesù nel Vangelo.
Ci interroghiamo: chi è il Profeta? Ce lo spiega Ezechiele. E’ colui che, posseduto dallo Spirito di Dio, viene inviato in mezzo al popolo bisognoso di essere illuminato, servito, accompagnato. Popolo che spesso si allontana da Dio, definito da Dio stesso: «una genia di ribelli». Il profeta non scappa di fronte alle difficoltà o persecuzioni: rimane dove Dio lo ha posto come servo che ama e vuole il bene del popolo.
Il Profeta, come ci ricorda S. Paolo, è uno che non rimane insensibile di fronte alle prove e sofferenze della vita: è spesso percorso da Satana che, attraverso persone, fatti, ingiustizie, forme di vendette trasversali e persecuzioni, lo trafigge nella carne come con una spina procurandogli indicibile sofferenza. Ma il profeta vive tutto questo in silenzio, in una sorta di abbandono e solitudine. A volte si sente dimenticato anche da Dio che, apparentemente, non ascolta la sua preghiera e gli risponde: «Ti basta la mia grazia».
Il Profeta per eccellenza è Gesù. Nella sua patria, nel suo paese, tra i suoi, annuncia la Parola, compie prodigi, fa cose straordinarie. La gente rimane stupita, meravigliata, contenta. Ma quella stessa gente, la sua parentela, improvvisamente cambia opinione: Gesù diventa oggetto di scandalo. Gli fanno capire: “è meglio che te ne vai”. La risposta di Gesù, che tutti usiamo in alcuni momenti, è molto eloquente: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Nonostante l’avversione e il disprezzo della sua gente, continua la sua missione: i prodigi non mancano.
Maria, la Madonna della Bruna, ha una particolare attenzione verso quell’apostolo che il Figlio le ha consegnato ai piedi della croce. L’apostolo è il nuovo Profeta che, sull’esempio di Gesù, continua una missione ben precisa stando in mezzo alla gente: annunciare la Parola che è liberazione, che è forza, che è speranza, risurrezione. La Mamma, il cui animo è trapassato da una spada ai piedi della stessa croce, custodisce con la sua preghiera e il suo amore quel Giovanni che rappresenta tutti i discepoli, quindi tutti i profeti.
Quest’esperienza, dolorosa, da calvario mediatico, personalmente la sto vivendo in questi giorni nel silenzio e nella preghiera. Fa male passare come un “questuante” a servizio dei poteri forti. Una logica che ho sempre combattuto, soprattutto quella delle raccomandazioni.
Ogni giorno raccolgo le lacrime di mamme o papà in pena per i propri figli che non trovano lavoro; di famiglie che non possono vivere con dignità la loro vita perché mancano del necessario e tante altre situazioni dolorose e disperate.
Sento che è mio dovere di pastore farmi carico delle pene del mio popolo e di venire incontro come posso alle tante esigenze.
Mi chiedo anche: “A che serve continuare a celebrare feste nei nostri paesi e in città se manca l’attenzione a chi vorrebbe partecipare e vivere la festa e non può”?
Ai piedi della croce, ancora una volta, raccolgo il testimone dell’amore gratuito e disinteressato per servire questa Chiesa, questo territorio. Affido tutti a Maria e benedico tutti; affido anche a Dio Padre la mia vita e il mio servizio chiedendo a tutti di pregare per me e per la nostra Chiesa.
Concludo con queste parole del salmista: «Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo, troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi».
†Don Pino
Nella fotogallery il clero con Monsignor Caiazzo durante il saluto alla città dal palco di piazza Vittorio Veneto dopo la processione per l’Ottava della Bruna (foto www.SassiLive.it)
Sta di fatto che la raccomandazione è stata fatta ed ha avuto esito positivo. È il caso di dire ” predicano bene e razzolano male”
Egregio signor vescovo, la similitudine utilizzata non c’entra proprio un bel niente, poiché i profeti venivano perseguitati a motivo della loro fede nel Signore e non per bieche raccomandazioni, quindi mi pare inopportuno utilizzare le sacre scritture per giustificare comportamenti che di cristiano non hanno proprio NULLA!
problema raccomandazioni esistente da sempre, credo che poi alla fine ognuno cerchi i propri interessi personali, i discorsi moralistici lasciano un po’ il tempo che trovano: tutti condannano questi comportamenti poi alla fine ognuno se puo’ cerca di attivare un parente,un conoscente, specie di questi tempi dove c’è una crisi e una disoccupazione gravissima, c’è tantissima gente che fa la fame,che perde il lavoro o che non lo trova dopo decenni di ricerca e quindi finisce che tanti presi dalla disperazione non si fanno tanti problemi e cercano di farsi segnalare tramite personalità politiche e religiose, non pensate che sia un fenomeno diffuso solo in Basilicata è ampiamente diffuso in tutta Italia da sempre, ora piu’ che mai data la crisi allarmante di lavoro, non mi meraviglio che tanti padri e madri senza stipendio che non possono mantenere la famiglia ricorrano sempre piu’ spesso a questi sistemi presi dalla disperazione e anche tantissimi giovani dopo estenuanti ricerche di lavoro non si fanno scrupoli di moralità o altro e anche essi presi dalla disperazione cercano nelle alte sfere politiche e religiose appoggi per risolvere la loro situazione; si’ tutti dobbiamo essere uniti, combattere la corruzione, ecc, ecc., poi alla fine ognuno vede la propria situazione personale o familiare e non gliene importa piu’ niente di questi discorsi, spinto dalla disperazione, e anche tutte queste personalità politiche e religiose devono essere in grossa difficoltà, perchè gli arrivano migliaia e migliaia di richieste ogni giorno da parte di tante persone in enorme difficoltà, guardate che c’è una crisi spaventosa in giro, conosco padri cinquantenni con famiglia che hanno perso il lavoro e tantissimi giovani che lavorano con contratti precari e che arrivano a cinquant’anni senza avere ancora un contratto decente che gli permette di vivere dignitosamente con stipendi da fame e che finiscono alla soglia dei 60 anni a vivere di nuovo con i genitori anziani.
Egregio francoewf, è troppo semplice chiudere o, peggio ancora, “giustificare” l’accaduto, perché COSI’ FAN TUTTI o MAL COMUNE MEZZO GAUDIO. Se emergono responsabilità è giusto che paghino. Qui è un sistema che bisogna sgretolare. Questi fatti (sempre se accertati) sono un cancro per la Società ed il cancro non lo curi con la TACHIPIRINA:
nino silecchia
caro silecchia, io personalmente non ho mai giustificato questi comportamenti nella mia vita e non devo dire grazie a nessuno per tutto quello che mi sono guadagnato nella mia vita, pero’ fino a quando ci sara’ domanda di raccomandazioni e le assicuro che in ogni parte d’Italia ce n’è una infinità ora piu’ che mai, questo malcostume non finirà mai, e qualsiasi politico o autorità religiosa finirà sempre per impietosirsi dinanzi a tantissime situazioni familiari piu’ o meno gravi, senza contare che c’è tantissima gente sfrontata che non si fa nessun problema moralistico e che cerca in maniera cinica di centrare il proprio obiettivo con qualsiasi mezzo infischiandosene delle critiche degli altri. Io pero’ pongo una domanda molto semplice: se lei avesse la concreta possibilità di essere segnalato per un posto di lavoro, tramite un conoscente, non necessariamente un politico o un’autorità religiosa, che farebbe rifiuterebbe?? io penso che poi ognuno di noi se viene messo di fronte a una situazione ghiotta di poter cambiare la propria vita, specie di questi tempi molto amari, non si farebbe sfuggire l’opportunità nel pubblico come nel privato, a Matera come in tanti altri posti in Italia tantissima gente si è “infilata” in banche,posti pubblici e privati per via delle raccomandazioni, e questo è accaduto nei tempi d’oro del boom economico e accade ora piu’ che in passato.
Caro francoewf, se mi convocasse una qualsiasi “persona”, politica-religiosa-militare, per un incarico di servizio, vorrebbe dire che riscontrano in me quella professionalità che “loro” cercano. Certo se l’incarico è a “CHIAMATA DIRETTA”; se fosse un concorso pubblico o no, parteciperei con i miei titoli e le posso garantire che se notassi o intuissi una “irregolarità” non esiterei a denunciare alle Autorità competenti i miei sospetti. Quindi, come può notare, sono “condizioni” diverse tra il prendere irregolarmente il posto di un altro ed essere invitato per specifica professionalità. Comunque, non è il mio caso perché sono pensionato ma giusto per esprimere la mia idea. Lei, piuttosto, cosa farebbe…?
nino silecchia
conosco tantissima gente a Matera e fuori che è riuscita a infilarsi in modo piu’ o meno lecito in tanti posti pubblici e privati anche con forti raccomandazioni, ma che comunque sa fare bene il proprio lavoro; e tantissima gente che pur avendo occupato un posto in maniera del tutto lecito senza raccomandazioni non sa fare per niente il proprio lavoro, credo che poi la discriminante sia proprio quella di saper svolgere bene il proprio lavoro, per cui personalmente se mi arrivasse una segnalazione per un posto in cui sia richiesta la mia specifica professionalità che sia pubblico o privato, non mi farei sfuggire l’opportunità a patto poi che io sappia svolgere bene il mio lavoro, altrimenti quel posto potrebbe occuparlo una persona piu’ capace di me, io la vedo in questo modo, e tantissime persone hanno potuto sfruttare segnalazioni a proprio favore nella realtà materana ma poi svolgono diligentemente e bene il proprio lavoro; nel pubblico c’è tanta gente raccomandata da parenti,conoscenti,politici che pero’ svolge in modo eccellente il proprio lavoro e di cui non ci si lamenta mai.