Elisa Springer è stata insignita della Cittadinanza Onoraria di Matera, oggi la sua casa di Manduria diventa Casa della Memoria.
Nella vita ci vengono dati tutta una serie di doni, ovviamente bisogna saperli riconoscere, valorizzarli e tutelarli. Alcuni sono più preziosi di altri, è questo il caso. Sono stata amica, infatti, di Elisa Springer nel suo periodo materano, quando il compianto Filippo Zollino promuoveva in tutta Italia i due bestsellers di Elisa, e quando Elisa divenne affezionata frequentatrice della nostra Matera. Grazie all’Uomo che non vuole dimenticare, perché dimenticare significherebbe, per Noi, MORIRE ANCORA! E’ uno dei meravigliosi pensieri che Elisa Springer sciorinava -con quella grazia ed eleganza che Le erano proprie- nelle innumerevoli classi di alunni e studenti narrando degli uomini che, pur vivendo l’evoluzione, son caduti nella barbarie di uomini che trucidano uomini. Finchè siamo vivi non dobbiamo tacere, così Elisa nel suo “Il silenzio dei vivi” e laddove ci venga imposto il silenzio, ancora Elisa, L’eco del silenzio raggiungerà tutti. L’Amministrazione comunale di Manduria, dunque, è stata stata coraggiosa e gentile; ha composto una squadra di meravigliosi tecnici che hanno fatto di una casa un Museo, con una musealizzazione viva, dai colori alle pareti, dal direzionamento sensibile dei faretti alle piccole teche per i cimeli più preziosi come quella che contiene frammenti di filo spinato di Auschwitz, ai riconoscimenti delle scuole di tutt’Italia, al ricettario di cucina, all’ultima valigia….c’è il pianoforte che non rinvia più le note viennesi nè le prime semplici musiche dei suoi allievi. Un’Amministrazione gentile, insomma, che ha portato avanti i lavori fino alla celebrazione di apertura che ha visto il Sindaco Gregorio Pecoraro insieme al Prefetto di Taranto Paola Dessì, al Presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci, a Vito Perrucci Consigliere Comunale e Relatore del Progetto, a Loredana Ingrosso referente del Museo Civico, alla giornalista documentarista Lucilla Rogai, a Claudia Blandamura nuora di Elisa Springer, al giornalista già Rai Salvatore Catapano, tutti riuniti per comunicare al folto pubblico accorso al convegno prima e al successivo taglio del nastro, poi. L’intervento della Presidente della Fondazione Springer, Francesca Lopane ha posto la cornice intensa e preziosa alla narrazione, personalmente sono intervenuta come consigliera della Fondazione, ma soprattutto come antica amica che ebbe anche l’onore di condurre l’importante serata del 10 dicembre 2002 presso il Cine Teatro Duni di Matera per il conferimento della cittadinanza; in quel caso, con un monologo e le luci soffuse ebbi modo di porgere alla cittadinanza la sintesi più accurata e accorata dei due libri-best sellers di Elisa. La Presidente Lopane, in tutti gli anni che hanno fatto seguito alla scomparsa di Elisa ha custodito nella sua casa tutti i cimeli e i documenti che oggi colmano la Casa-Museo della Memoria Elisa Springer.
Come si presenta la casa di Elisa Springer?
Credo che sarebbe molto piaciuta al Presidente Mattarella, oggi a Marzabotto per commemorare tutti i civili trucidati dai nazisti, diverse centinaia di civili, compresi neonati; sarebbe piaciuto al nostro Presidente della Repubblica viaggiare dentro la casa di Elisa, la Donna, la musicista, l’insegnante anche di inglese Elisa Springer e riconoscere che, quella bella signora viennese, di ottima cultura e di meravigliosa statura umana, non è passata invano su questo Pianeta di cui siamo solo ospiti. Sarebbe piaciuto al nostro Presidente osservare con quale gentilezza una pubblica amministrazione ha operato perché un tale luogo insegni la Pace, insegni il Rispetto, parli concretamente di Diritti Umani, mostri come possa essere facile ricadere nei medesimi errori, nella terribile banalità del male e di quanto accade oggi di simile in molti territori di questo piccolo pianeta. PLOTINO ci suggerisce di: fare del BELLO e del BENE un identico principio, ma potremmo fare di più: è BELLO ciò che al contempo è anche BUONO e GIUSTO e personalmente penso ad alzare ancora l’asticella e allora parlo e agisco in CANTIERI della BELLEZZA. Sento le mie piante ringraziarmi allorchè pongo un’assicella perché si raddrizzi il ramoscello storto, sento le vibrazioni del mio ficus quando spolvero le sue foglie e passo l’interno della buccia di banana per lucidarle e nutrirle, dunque lucidiamo ciò che è opaco, lucidiamo le nostre opacità perché si sia più che luminosi, brillanti e non stanchiamoci di scolpire noi stessi nella più bella delle forme…è una fatica bene-detta che ci farà incontrare il noi stessi più bello, il noi in quel saggio equilibrio che ci veste di lucentezza che è la NOSTRA originale significazione. Questo stato luminescente non è extra-ordinario, niente affatto, questo stato, in verità, è la vera natura umana. La prova? Le prove? I tanti gesti di quotidiano eroismo di tanti uomini e donne, e anche di bambini, i gesti delle Pubbliche Amministrazioni illuminate. Addizionare a questa nostra essenza cose superflue, dannose, o succedanei che la opacizzano, la rendono grezza, avvizzita e appesantita, ebbene significa solo spegnerla. Ciascuno di noi è un cielo, via, dunque, la nuvolaglia che l’opacizza, via i desideri che alimentano altri desideri e che ne alimentano altri e ancora all’infinito, la società della materia e dei consumi. Chi non s’è innamorato? Chi non s’è accorto che all’amore serve solo l’Altro? L’altro volto, gli altri occhi per guardare lo stesso tramonto e accorgersi di vedere più colori in due, l’altro cuore per palpitare insieme, l’altro pensiero per pensare in due modi differenti e trovare la sintesi? All’amore basta solo l’Altro, all’Amore basta solo l’Amore, nessun diamante, esso è il diamante. L’Amore basta all’Amore. Così resta lieve, palpitante, così colora i giorni, fa delle ore infiniti tempi da vivere e godere e ricordare e moltiplicarli. Mi si potrà obiettare: ma lei parla di santità? Di utopia! No, fior di pensatori ci hanno spiegato che noi non siamo i pensieri e che i pensieri sanno farsi tiranni! Sanno essere ossessivi. Automatismi dolorosi, impuri, opacizzanti! Occorre essere padroni dei pensieri, non subirli, non schiavi di essi che noi stessi abbiamo generato! Equivale a non essere padroni a casa nostra e non saper mettere fuori dalla porta ospiti sgraditi! Anni fa degli uomini si sono fatti dominare dai pensieri, peraltro non propri, ma di un uomo orribile, che non chiamo, così quell’uomo, quei pensieri si sono moltiplicati ed hanno trucidato uomini, donne, bambini, musicisti e tanti tanti grandi artisti, ho pietà di Lui ma non lo nominerò, devo obliarlo insieme a tutti i suoi pensieri quell’uomo che non ha voluto trovare il tempo di vivere da uomo non schiavo dei suoi pensieri. Lo sentiamo il nostro respiro più di tutte le suonerie ? Lo sentiamo il battito del nostro cuore almeno un’ora al giorno dopo le immersioni dentro la congerie di violenze di questa società che stiamo facendo sempre più, un tempo si diceva complessa, oggi direi più estranea all’umanità? Umanitas è slancio verso l’altro, non altro. La bulimia di stimoli ci schiaccia? Ci facciamo schiacciare! Allora provvediamo: occorre una severa DIETA: urge allontanarsi dall’alluvione della non comunicazione! Urge ritrovare il SACRO, non sto parlando di religione, sacro è ciò che sta davvero a cuore, che va protetto, è il valore autentico di qualcosa o qualcuno, un’esperienza, un tempo e un luogo distinto dall’ordinario, dal feriale. Questo serve a fare una cernita pressochè automatica dei pensieri per dare importanza a ciò che ne ha davvero. E bisogna ritrovare sua maesta’ il SILENZIO e coltivarlo. E’ un maestro straordinario. Fermarsi ad ascoltarlo svuotati di tutto il superfluo…quella Kenosis che mentre fa il deserto in noi consente di far entrare il divino, il sacro, fa entrare un bellissimo prato fiorito, SACRO! Lo scroscio di una cascatella allegra SACRA! Lo sguardo di un bambino: SACRO, la lacrima di nostra madre: SACRA. Questo ci restituisce a noi stessi pienamente. Ci restituisce alla nostra bellezza più bella che c’è, che è vera, che è concreta, che è forza anche autoguaritrice. Questo consente di sentirci a casa presso noi stessi. Una casa pulita, profumata. Un cielo, una terra, un universo che siamo, che palpita, che respira, che ama sé, che ama l’altro, che ama il pianeta, che sogna gli universi anche quelli inconosciuti. Questa casa è SACRA e nel silenzio ci mostra gli ingredienti per comprendere il vero senso della vita. L’altro Maestro è il BUIO. Nel buio lievita la nostra immaginazione e quindi la nostra creatività. Troppa luce artificiale non ci fa più vedere le miriadi di stelle! Diamoci nuovamente le stelle! In questo senso lavoro alacremente da tutta la vita sino ad oggi, ai miei 70 anni, in questo senso ho compreso e inteso che era il principio, il pensiero della BELLEZZA che dovevo coltivare per dare al mio quotidiano la forma più gradita alla mia essenza, alla mia VITA. E mi sono resa conto di avere una chiave, uno strumento utile alla coltivazione: la poesia, non la poesia come aspirina, antidolorifico per me medesima, molto molto di più: poesia civile, quella di denuncia, che scaturisce dalla consapevolezza dei mali del mondo, è la Poesia dei Territori fisici e dell’anima che può salvarci. E’ il Cantiere sempre aperto della Bellezza quello che Elisa ha preparato per noi. Questa Casa della Memoria è, dunque, un territorio poetico; Elisa l’ha tessuta sublimando il suo dolore. Così, dal 19 settembre 2024, tutti i cittadini di Manduria, dell’Italia e del mondo potranno continuarne la tessitura. Tutti Istigatrici e Istigatori di Bellezza. Ho dunque contribuito con questi miei pensieri, con l’onorare la Casa di Elisa, gli uomini e le donne che hanno lavorato per dargli la dignità di Museo Casa della Memoria Elisa Springer, ho visitato il luogo ov’è sepolta, ho posato la mia pietra -come vuole il rito ebraico- sulla sua tomba ed ho portato con me due Cartigli di riconoscimento quali Istigatore e Istigatrice di Bellezza: uno per il Sindaco Gregorio Pecoraro -in nome della cittadinanza tutta di Manduria- e uno per la Presidente della Fondazione Francesca Lopane che ha saputo continuare nel suo nome, il nome di Elisa, Elisa Springer, questo si che è un nome che mi sento di proferire, un nome che non ha da essere obliato…Elisa Springer: la mia antica gentile Amica viennese che ha trascorso l’ultima parte della sua vita tra Matera e Manduria. Manduria ha saputo farsi Cantiere della Bellezza per il mondo intero.
Set 30