Si è svolto nel pomeriggio nell’aula magna del Campus Unibas di Matera l’evento “La battaglia di Lina Merlin per la chiusura delle case di tolleranza…La domenica andavano a messa e il lunedì al bordello, con indosso lo stesso cappotto buono”, promosso dall’associazione culturale Metis Factory con la testata giornalistica Metis Magazine edita dalla giornalista Luana Casalnuovo e l’associazione giuridica AIGA – Sezione di Matera, presieduta da Alessandra Sarlo, nell’ambito della Rassegna “Matera 2019 Capitale Europea della Cultura delle Differenze”, patrocinata dall’Università di Basilicata, Regione e dall’Ufficio della Consigliera di Parità.
L’iniziativa è stata promossa per celebrare le “Grandi Figure” della Storia d’Italia, tra le quali spicca, sul tema, una Madre della Repubblica Italiana, la senatrice socialista Lina Merlin, alla quale Metis Magazine ha reso omaggio per l’essersi battuta strenuamente per l’abolizione delle case di tolleranza facendosi così promotrice di una legge, la 75/1958, che cancellasse lo sfruttamento del meretricio da parte dello Stato.
Al centro del dibattito questioni sollevate dalla storia recente del nostro paese, dal Bunga Bunga al profilarsi del “modello nordico” in tema di prostituzione.
Dopo i saluti di Aurelia Sole, Magnifica Rettrice dell’UNIBAS, Piero Marrese, Presidente della Provincia di Matera, Giampaolo D’Andrea, Assessore alla Cultura Innovazione e Tecnologia presso il Comune di Matera sono intervenuti Ivana Pipponzi, Consigliera di Parità della Regione Basilicata, Anna Maria Zanetti, giornalista, saggista, in rappresentanza del Comitato Nazionale Lina Merlin, Pasquale Materi, Presidente della Sezione Penale della Corte di Appello di Potenza, Bruno Spagna Musso, già Consigliere della Corte di Cassazione ed assistente di studio presso la Corte Costituzionale. E’ seguita quindi una tavola rotonda. Ai lavori, coordinati da Veronica Casalnuovo, Alessandra D’Angella e Gaetano Danzi, hanno partecipato Gioacchino Angarano, Professore Ordinario UNIBA e Direttore del Reparto Malattie Infettive presso Policlinico di Bari, Nicola Rocco, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Matera, Rossella Rubino, Presidente del Comitato Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Matera, Maria Antonietta Amoroso, Consigliera dell’Ordine degli Psicologi della Basilicata, Angela Germano, Assistente Sociale Specialista, Rossana Florio, Responsabile dello Sportello Antiviolenza Fidapa di Pisticci, Alessandra Sarlo, Presidente Aiga Sezione di Matera. Le conclusioni sono state affidate a Roberto Cataldo, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Matera;L’evento ha coinvolto vari ordini professionali, avvocati, psicologi, assistenti sociali e medici.
Anna Maria Zanetti, giornalista, saggista e portavoce nazionale del Comitato Nazionale Lina Merlin racconta l’esperienza politica di Lina Merlin, protagonista di questo convegno a Matera: “E’ una donna importante per la storia repubblicana. E’ stata l’autrice della Legge che nel 1958 chiuse le case di tolleranza, dove si esercitava la prostituzione regolamentata dallo Stato. Quindi lo Stato controllava il corpo delle donne e ne ricavava profitto. Siamo stati l’ultimo Paese in Europa ad approvare una legge che chiudesse questi bordelli dopo una battaglia durata 10 anni nel Parlamento e in tutto in Paese. Una battaglia che portò il Paese a conoscere la figura di Lina Merlin. Una figura che è tra le grandi figure della storia repubblicana, perchè se è vero che fu autrice di questa legge che determinò un cambiamento profondo nella cultura italiana, molto cattolica, molto maschilista, un cambiamento lo provocò, con la presa di coscienza delle donne, è anche vero che la conoscenza della Merlin è limitata a questa legge che porta il suo nome. Noi come Comitato Nazionale Lina Merlin quando siamo in giro per l’Italia cerchiamo di far conoscere la sua figura, che va ben oltre la legge pur importante del 1958, perchè è stata la prima donna a prendere la parola a Palazzo Madama, l’unica donna senatrice nella seconda legislatura tra il 1948 e il 1953, una socialista convinta che credeva nella giustizia sociale e che identificò tutta la sua azione quarantennale per la giustizia sociale a favore delle donne e dei più deboli. Lei era stata eletta in Polesine, in provincia di Rovigo, una provincia agricola dove c’erano condizioni di povertà terribili e fu eletta prima al Senato e poi alla Camera. Fu una grande figura di politica, non sorpassata, ma eternamente giovane”.
Oggi a Matera si discute di prostituzione, le case di tolleranza dovrebbero essere riaperte e in ogni caso come va regolamentato questo settore? “Il tema della sessualità umana è probabilmente il tema più complesso di cui fare oggetto le leggi. E’ anche vero che la sessualità maschile dal punto di vista millenario è una sessualità che tende a soggiogare e a forzare la sessualità femminile. Noi diciamo sempre che il mestiere più antico del mondo non è la prostituta ma il cliente. Io parlo a titolo personale e credo che dopo 60 anni la legge Merlin può essere rivista, sarebbe la stessa Merlin a dirlo, sono cambiate le condizioni sociali, la prostituzione si esercita in varie forme e non riguarda solo le donne, pensiamo alla prostituzione omosessuale o alle pedofilie varie e alle strumentazioni nuove che ci sono per consumare questa sessualità, che dovrebbe essere il momento migliore tra due esseri umani e che invece spesso rappresenta un modo per sostenere la criminalità, perchè la maggior parte della prostituzione si svolge come criminalità e tratta delle schiave. C’è una schiavizzazione delle donne. Poi è anche vero che può anche esserci chi decide di esercitare liberamente delle forme di prostituzione. Di questo dobbiamo discutere in modo laico. In un’intervista ad Enzo Biagi la Merlin dichiarava: “Vuoi che io, povera senatrice, pensassi di risolvere il problema della prostituzione, problema vecchio come il mondo? Io volevo solo impedire che lo Stato lucrasse sul corpo femminile”. Quindi da parte nostra c’è massima apertura alla discussione sulla sessualità, che è una cosa preziosa. Fare oggetto sessuale del corpo femminile è un delitto. Fare oggetto sessuale di qualsiasi corpo umano è un delitto contro l’umanità e quindi dobbiamo pensare come andare alla radice del problema ma dal punto di vista laico siamo aperti alla possibilità di ragionare su una legge che ha 60 anni e su alcune cose può essere rivista”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)