Mamme, figli, professoresse, con UNICEF per educare all’uso consapevole di internet. Si è concluso nella scuola media Beato Bonaventura di Potenza il progetto del Servizio Civile Universale Unicef “La comunità educante al centro” per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo.
Nel pomeriggio di mercoledì 29 marzo in un’ampia aula della scuola media “Beato Bonaventura” dell’Istituto Comprensivo “Torraca Bonaventura” a Potenza si è concluso, con un incontro di genitori, figli, docenti e dirigente scolastica il progetto “ La Comunità Educante al centro.Le istituzioni, la scuola, le famiglie, per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo” del Servizio Civile Universale Unicef di Potenza.
Due mesi intensi di lavoro, cinque classi coinvolte, circa 100 alunne e alunni di prima, seconda e terza media, in sei incontri di due ore, seduti in cerchio e guardandosi negli occhi, hanno lavorato con Siria Coviello , volontaria del servizio civile e Mario Coviello, presidente del Comitato Provinciale UNICEF di Potenza per comprendere da dove ha origine a scuola il bullismo e il cyberbullismo e come agire per prevenirlo e, se necessario, combatterlo. Ha coordinato l’intevento, con dedizione e professionalità, la professoressa Mariangela Gruosso, sostenuta dalla dirigente scolastica Marianna Catalano che ha voluto e accompagnato questo progetto in tutte le sue fasi. Un grazie sentito anche alla professoressa Carmen D’Anzi.
Un video preparato da Siria ha raccontato quanto è stato portato avanti nei sei incontri e le immagini di ragazze e ragazzi impegnati a riflettere sulle loro emozioni e sentimenti, a ragionare su esperienze di coetanee e coetanei segnati dalla violenza di questi fenomeni sempre più diffusi, ad approfondire i materiali video proposti, a giocare con le loro paure, incertezze, domande, a riflettere sui loro rapporti con i genitori, fratelli e sorelle e compagne/i di classe, ha reso più consapevoli le mamme presenti del percorso che i loro figli hanno portato avanti.
Subito dopo, con tre momenti laboratoriali, le mamme e i figli hanno risposto a domande sul loro uso del cellulare delle chat, dei videogiochi. Si sono interrogati sui tempi e i modi di esposizione a questi strumenti e , infine, hanno concordato un decalogo per un uso consapevole e intelligente di questi dispositivi.
Il confronto è stato vivace, le proposte efficaci, gli spunti di riflessione illuminanti perché ciascuno/ciascuna ha raccontato quanto e come il cellulare, le chat, le nuove modalità di lavoro e comunicazione a distanza, hanno cambiato le nostre vite, dopo due anni di pandemia.
Al termine dell’incontro un’alunna ha , con emozione, ringraziato Siria per il lavoro che ha svolto perché le ha insegnato a non reagire agli insulti che aveva ricevuto in rete perché non sono argomenti, usando quelle “parole non-ostili”, il silenzio che comunica, l’ascolto attivo,le parole come ponte, perché “Virtuale è reale”.