“Porto con me, nella mia mente, l’immagine sempre viva della Madonna di Lourdes, della Madonna della Bruna e di San Francesco d’Assisi e poiché siamo in questa Chiesa che porta il suo nome, vorrei riportarvi alcuni versi tratti dal “Cantico delle creature” in omaggio al Santo.
E’ il passaggio scelto da Carlo Abbatino del Cantico delle creature, il testo poetico più antico della letteratura italiana scritto da Francesco d’Assisi nel 1226 di San Francesco per avviare la presentazione del libro di Emanuele Calculli “La Confraternita, il Quadro, la Processione dei Pastori della Bruna nella festa del 2 luglio in onore di Maria Santissima della Bruna”, prefazione di don Vincenzo Di Lecce, edizioni Publimusic.
Il professor Emanuele Calculli nel volume ricorda la valenza delle attività agro-pastorali nel medioevo, periodo in cui il cibo per il proprio sostentamento era il frutto di quanto espresso dal terreno arato e coltivato. Il popolo viveva di pastorizia, che costuitiva la ricchezza di un territorio. In economia si dice che la ricchezza di un Paese, di una Nazione dipende molto dalla quantità di allevamento che in esso si attua. E la pastorizia è stato il primo segno dell’attività economica dell’uomo. A Matera in particolare Calculli ricorda la presenza di una masseria di pecore che era la base della Congregazione dei Pastori della Bruna fondata nel 1697: con i proventi ricavati dalla masseria si sostenevano le spese per la Festa della Madonna della Bruna. E sempre nel volume si ricorda che il 5 aprile 1698 fu istituita la fratellanza di Santa Maria della Bruna o Congregazione dei pastori della Bruna: all’epoca contava 110 associati. Ogni fratello portava una pecora o dieci carlini.
Il libro di Calculli è il frutto di un lavoro approfondito di argomenti che appartengono alla maternità Un’opera culturale e editoriale di grande impatto sociale dedicata allaa grande festa patronale della Madonna della Bruna che si svolge a Matera il 2 luglio. Calculli nel volume si occupa delle “Confraternite”, molto numerose a Matera per via dei costumi particolari utilizzati durante la processione, particolarmente amati dal popolo che faceva la ola al passaggio.
La processione, con la loro presenza, assumeva un carattere altamente ossequioso, di rispetto e di silenzio ma anche di ricchezza coreografica elevata e disciplinata. Le Confraternite -spiega Calculli – sono Associazioni che si radunano per determinati scopi di preghiera e di pubblico culto, canonicamente istituite ed organizzate sotto la dipendenza dell’Autorità Ecclesiastica. È un gruppo di fratelli che, mantenendo lo stato laico, non prendono i voti e operano nell’adempimento di uno scopo comune. Le principali motivazioni che indussero all’aggregazione delle Confraternite furono l’assoluta mancanza, nel corso del Medioevo, di qualsiasi forma di assistenza sanitaria e sociale e forse il bisogno di operare per timore di Dio”.
C’è da sottolineare che, all’interno di ogni Confraternita, la condizione sociale ed economica dei soci non veniva espressa in quanto gli stessi si coprivano il volto durante le opere di carità che svolgevano. Le Confraternite furono poi riconosciute dalla Chiesa ed arricchite dai Pontefici con privilegi ed indulgenze.
La dottrina dell’indulgenza è un aspetto della fede cristiana, affermata dalla Chiesa Cattolica che si riferisce alla possibilità di cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un peccato (detta pena temporale), dal peccatore che abbia confessato con pentimento sincero il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento della confessione. Quindi per indulgenza viene significata la remissione parziale o totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio con la confessione. Calculli spiega, altresì, che nel XIII Secolo furono fondate le Confraternite mariane per invocare l’aiuto della Madonna e la sua protezione contro gli eretici e, le stesse Congregazioni mariane a Matera fanno registrare una grande partecipazione di contadini e pastori mentre non se ne contavano quelle di nobili e artigiani.
Da qui è evidente come la città di Matera si configura quale centro agricolo di interesse importante tanto da diventare nel 1663 -sede della Regia Udienza della Basilicata. Inoltre agli inizi del diciottesimo secolo in città si registrò una notevole presenza di funzionari e inservienti della Regia Udienza, fondamentale per elevare lo stato sociale dei suoi abitanti. A Matera si diffusero così diverse Confraternite mariane. E proprio questa diffusione promosse la formazione dei sacerdoti.
Le Confraternite contribuirono notevolmente alla diffusione di quel Cattolicesimo particolarmente devoto che portava al cambiamento della società e della Chiesa stessa. Ma anche le Confraternite cominciano a sentire la crisi e così dopo la Rivoluzione francese e con Napoleone furono soppresse ad eccezione di quelle di Sacramento e della Carità che sotto il controllo dello Stato e con una legge ad hoc del 1867 si stabilì che i beni delle confraternite confluivano nelle Congregazioni di Carità.
A Matera, all’inizio del 1900, vi erano diciotto Confraternite che si limitavano all’azione di culto, all’accompagnamento dei fratelli defunti e del sussidio dei bisognosi. Il Concilio Vaticano II- non ha abolito le Confraternite ma le ha rese più aderenti alle esigenze della chiesa. Infatti a Matera la Confraternita dei Pastori della Bruna, eretta da monsignor Salvatore Logorio. è formata da 37 Confratelli e 21 Consorelle e contempla tra le finalità la devozione a Maria SS della Bruna, la custodia e la venerazione della sua effigie dipinta nel “Quadro dei Pastori della Bruna” che dallo scorso anno porta due Corone auree donate dalla Famiglia Iacovone Raffaele a Maria santissima della Bruna, la cura della “Processione dei Pastori” nella mattinata del 2 luglio.
Calculli ha ricordato anche Don Vincenzo Di Lecce è stato nominato il 29 giugno del 2013 Assistente Ecclesiastico e Parroco della Cattedrale dove ha sede la Confraternita.
Il professor Calculli ha ripercorso la storia del “Quadro dei Pastori della Bruna”.
Si tratta di un Quadro con l’effige della Madonna della Bruna dipinta su rame e custodito dalla Confraternita della Bruna già dal 1697. La Confraternita era proprietaria di una Cappella nel Cimitero di Matera e di una masseria di pecore creata elemosinando per la città ed aveva il suo sito nelle vicinanze di Ginosa. La Confraternita materana era composta da diverse famiglie materane i cui membri erano al servizio di grossi possidenti terrieri del Materano. Il Quadro, chiuso in Cattedrale, è stato prelevato dalla famiglia Nicoletti qualche giorno prima della Festa del 2 luglio ripulendolo e consegnato alla Confraternita “I Pastori della Bruna”, che lo trasferisce nella Chiesa di San Francesco d’Assisi. La Soprintendenza dei Beni Artistici e Etnoantropologici della Basilicata ha provveduto a restaurarlo grazie all’intervento di Giovanni Santantonio e della signora Elisa Basile e nel luglio 2013, Monsignor Salvatore Ligorio ha benedetto le due corone d’oro, una sul capo della Madonna e l’altro su quella del Bambino, fatte omaggio dal gioielliere Raffaele Iacovone di via del Corso a Matera. Sulla processione de Pastori della Bruna Calculli ricorda che nasce nel 1697 grazie all’organizzazione della Fratellanza della Bruna. Il percorso è variato nel corso del tempo. Fino agli anni novanta toccava gli antichi rioni dei Sassi mentre in seguito si è svolta nelle principali strade del centro cittadino. La processione è stata fissata alle prime ore del giorno in quanto i pastori dovendo portare al pascolo le greggi e crearono una festa tutta particolara, pregna di fede e di preghiere. Oggi la stessa lascia molto a desiderare per via del frastuono e della confusione che si crea per le strade per cui ha perso uno po’ di quella solennità che si confà ad una processione religiosa.
Calculli ha ricordato anche le origini della Festa della Bruna. Accade nel 1500 quando il Conte Tramontano si ritrovò ad assistere a Napoli ad una fastosa processione della Madonna della Bruna, venerata nella chiesa del Carmin. In questa festa la Madonna era posta in alto su un carro trionfale e scortata in processione da milizie cittadine e dal clero a cavallo. Ttornando a Matera propose che la Madonna della Bruna fosse portata in processione su un carro artistico e accompagnata da armigeri, dal Vescovo e dal Clero a cavallo e in cappa magna.
Il libro di Emanuele Calculli diventa quindi fondamentale per una lettura storica della festa della Bruna e per tramandare le sue origini alle nuove generazioni. Tra l’altro il libro diventa un ottimo strumento di studio per universitari che si accingono a realizzare la loro tesi sul valore etno-antropologico rappresentato dalla festa del 2 luglio a Matera in onore della Madonna della Bruna.
Il poeta Carlo Abbatino ha composto per l’occasione una dedicata alla festa della Madonna della Bruna. La riportiamo di seguto.
Madonna della Bruna
I pastori senza le greggi
si levan ben presto
e davanti al sagrato
in comitive s’adunano.
L’Icona vien presa
e la processione
al suon della banda
riempie le strade dei vari rioni
si sparano botti
fischiano le girandole
c’è tanto frastuono;
da finestre e balconi
s’affacciano i dormienti pigroni.
La sera s’attende
lo scender del carro
costruito da mani artigiane
avente un tema
ispirato a pagine Sacre.
Le luci colorate
illuminano il percorso.
i cavalli bardati
e i cavalieri in costume
scortano la Madonna
che sul carro sta
mentre il popolo fa ala
e impaziente si fa.
Dopo i Tre giri
sul piazzale della Chiesa Madre
la Vergine viene deposta;
ora il carro
può essere assaltato
in Piazza Vittorio.
Frusta i muli
L’esperto auriga
Mentre le mani del volgo
sono pronte a strappare
i pupi inanimati
gli angeli e i Santi.
D’improvviso tanti giovani
Col petto scoperto
E la fronte sudata
Rompono, strappano,
agitano i Santi
di cartapesta formati
e in mezzo alla folla
plaudente e gioiosa
si fan largo a strattoni
e portano a casa
anche frammenti del carro benedetto.
La festa si chiude
col botto della chiamata
e i fuochi dalla Murgia Timone
vengono sparati
nel cielo stellato
che illuminano a tratti
uno scorcio dei Sassi
in questa città
la più antica del mondo
dove la gente
ancora una volta ripete:
“siamo rimasti come il 2 di luglio”
E “ a meglio a meglio l’anno venturo”
“Sm rmost com o dii di lighj”
“a moghj a moghj all’on c vein”