Per i quattrocento anni dalla scomparsa del musicista Carlo Gesualdo da Venosa (1613-2013) anche Ferrandina riserverà un omaggio al grande madrigalista, su iniziativa dell’associazione La Cupola Verde con la collaborazione del Centro di Aggregazione Giovanile e dell’associazione musicale Giuseppe Mascolo. Una maniera per inserirsi in quelle numerose manifestazioni culturali e musicali che si stanno svolgendo non solo in Basilicata ma anche in Italia e all’estero. Venerdì 1° ci sarà la proiezione del documetario “Tormenti, tenebre e visioni” del giornalista Rai Rocco Brancati e la presentazione del libro “Bios Athanatos. Carlo Gesualdo Principe di Venosa”, edizioni XXI secolo di Milano, dello stesso giornalista. Chiuderà la serata un concerto su musiche rinascimentali e barocche dell’ Ensemble strumentale “I Suoni del Basento”, formazione formata da Argenzia Agata Giannoccari e Giulio Giannelli (Flauti), Domenico Bilotti e Francesco Scarabaggio (Clarinetti), Pierluigi Casiero (Clarinetto Basso), sotto la direzione artistica di Giulio Giannelli, tutti musicisti dell’associazione Giuseppe Mascolo di Ferrandina. A loro sarà affidato il compito di interpretare le musiche di Gesualdo da Venosa, Luca Marenzio, Giovan Battista Vitale e Andrea Gabrieli. Interverranno come relatori Annibale Cogliano, biografo di Gesualdo da Venosa, e Rocco Brancati, autore del libro e del documentario; mentre il sindaco Saverio D’Amelio porgerà agli ospiti e ai presenti il saluto della città e Nicola Pavese quello dell’associazione La Cupola Verde.
La vita e la storia di Gesualdo, Principe della città oraziana, sono caratterizzate da diversi eventi che testimoniano la sua grande genialità come musicista e compositore, insieme a una esistenza tormentata che si spense alla giovane età di 47 anni. Nato a Venosa nel 1566, era cresciuto in un ambiente raffinato e sensibile per via del nobile casato a cui apparteneva e che gli consentì di studiare musica sin da giovanissimo. Non ancora ventenne, mostrò subito il suo grande talento attraverso alcune sue apprezzate composizioni. Sposato con Maria D’Avalos, ebbe con lei una relazione amorosa intensa e sofferta insieme. Dopo quattro anni di matrimonio, a seguito del tradimento della moglie con Fabrizio Carafa, Carlo Gesualdo li uccise entrambi e si macchiò di un delitto che gli procurò non poche conseguenze sul piano psicologico nel resto della sua vita. All’età di ventotto anni si trasferì a Ferrara, dove sposò la nobile Eleonora d’Este e si inserì con successo nel contesto sociale e culturale della città. Le sue composizioni lo portarono a essere sempre più conosciuto e apprezzato anche a Venezia, dove il Principe di Venosa strinse un proficuo sodalizio artistico con il grande musicista Giovanni Gabrieli e i maggiori compositori dell’epoca. Annoverato fra i grandi del Rinascimento e del Barocco musicale internazionale, a causa di dissidi con la famiglia ferrarese della moglie, fu costretto a ritornare al Sud e si stabilì nel castello di Gesualdo, in provincia di Avellino. Anche qui la sua vita non fu certo tranquilla, con eventi familiari che lo prostrarono nel dolore e nella sofferenza. Tuttavia, la sua produzione musicale non ebbe sosta e consegnò ai posteri anche diversi capolavori di musiche dedicate alla Settimana Santa. Carlo Gesualdo da Venosa morì l’8 settembre 1613.
Ott 30