“La fede, compimento della ragione”. E’ il tema dell’incontro organizzato nel pomeriggio nell’Auditorium Sant’Anna a Matera in occasione della Giornata di inizio d’anno di Comunione e Liberazione, un appuntamento tradizionale nella vita del Movimento di CL, sia in Italia che all’estero. All’incontro hanno partecipato le comunità dell’intera regione Basilicata, composto da credenti e non credenti nello spirito del cammino sinodale della Chiesa.
Il convegno si è aperto con un intervento di don Giovanni Grassani, responsabile regionale di Comunione e Liberazione. A seguire due testimonianze e al termine la celebrazione della Santa Messa. All’incontro ha partecipato Monsignor Pino Caizzzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico.
Se consideriamo quante volte diamo credito alle parole di amici che raccontano fatti o circostanze di cui non abbiamo diretta conoscenza ma della cui verità non abbiamo motivo di dubitare dovremmo riconoscere che siamo tutti uomini di fede.
La fede infatti non è anzitutto un “problema religioso” quanto piuttosto un metodo di conoscenza che passa attraverso la mediazione di un testimone; in tal senso è alla base di tutta la convivenza umana.
Se rinunciassimo ad usare il metodo della fede per conoscere la realtà, riducendo il campo della ragione a quello della logica o del dimostrabile, lo sviluppo della cultura e della storia sarebbe compromesso.
Per fare un esempio: chi non fosse stato di persona in America dovrebbe dubitare della sua esistenza.
Contrariamente a quanto afferma un noto proverbio, fidarsi delle persone quando siano testimoni credibili e a conoscenza dei fatti è cosa assolutamente ragionevole.
La tradizione cattolica sin dall’inizio ha rigettato il cosiddetto fideismo, la volontà cioè di credere contro la ragione: tanto Giovanni Paolo II con la sua Enciclica Fides e Ratio (1998) che Papa Benedetto XVI con il suo magistero, in particolare nell’intervento alla facoltà di Ratisbona (2006), riaffermano come fede e ragione siano alleate nella ricerca della verità.
Nel suo libro “Il senso religioso” don Giussani definisce la ragione come “la capacità di rendersi conto del reale secondo la totalità dei suoi fattori” e spiega come la ragionevolezza sia un’esigenza strutturale dell’uomo: per vivere occorrono delle certezze esistenziali, non bastano quelle offerte dalla scienza, dalla matematica o dalla filosofia.
Tutto il dinamismo del vivere è mosso da alcune evidenze ed esigenze originali che possono essere riassunte nel bisogno di verità, di giustizia, di felicità.
L’uomo non può sottrarsi alle domande circa il significato della vita e il suo destino, domande che sospingono la ragione di fronte al Mistero, una realtà irraggiungibile con le sole proprie forze.
La fede cristiana sorge sempre dal fascino di un incontro attraverso la persona stessa di Cristo presente nel volto dei credenti, testimoni di un annuncio che continua a risuonare lungo i secoli (“Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” – Gv 10,10).
La pretesa cristiana di essere risposta esauriente alle esigenze fondamentali del cuore e della ragione sfida la libertà di ciascuno a verificare la convenienza umana della fede.
Di seguito la sintesi del contenuto della Giornata di inizio d’anno delle comunità di Comunione e liberazione della Basilicata a firma di Paolo Tritto, incaricato della comunicazione, insieme ad un estratto dal saluto iniziale dell’Arcivescovo.
Richiamando l’insegnamento del Servo di Dio don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, è stato osservato che il metodo della fede impegna ogni uomo molto più direttamente di quanto si creda. Anzi, si potrebbe dire che l’uomo, nella propria vita, molto difficilmente potrebbe prescindere dalle certezze morali che la fede stabilisce, certezze che scaturiscono dall’affidabilità o meno dei testimoni che si incontrano.
Anche la fede cristiana segue questa elementare dinamica e compito delle comunità cristiane è quello di essere testimoni di una presenza, quella di Cristo, che cambia radicalmente la propria vita. È ragionevole credere nella forza che la presenza di Cristo ha di cambiare la vita degli uomini?
Nel corso della Giornata di inizio d’anno di CL, una risposta è venuta dalla concretezza di due testimonianze. Un ragazzo che, nonostante la giovane età, nell’esperienza cristiana ha trovato la forza per salvare la casa della sua famiglia, accettando dure condizioni di lavoro e riuscire così a pagare il mutuo. E la testimonianza di una donna affetta da una grave patologia che può vivere con serenità la sua difficile condizione, per il fascino della storia personale che ha vissuto e per l’affettuoso sostegno della comunità.
Paolo Tritto
Nel suo saluto il Vescovo Monsignor Pino Caiazzo ha detto tra l’altro:
”Nella nostra cultura il sacro è ridotto a forme ed espressioni religiose, una religiosità che è cosa diversa dalla fede.
Abbiamo bisogno di cristiani adulti e l’esperienza di CL vi aiuta concretamente: siate veri autentici testimoni di quello che professate con le labbra.”
La fotogallery del convegno (foto Ufficio Comunicazioni sociali Diocesi di Matera-Irsina)