Giovedì 6 giugno 2019 dalle 9 alle 13 nell’istituto Alberghiero Turi in via Matarazzo a Matera si celebra il quarantennale dell’Ande con il seminario formativo “La Legislazione di Parità: Passaggi ed Aspetti normativi”, organizzato dalle Sezioni ANDE di Potenza Presidente e Consigliera Nazionale guidata dalla presidente Maria Anna Fanelli e dall’ANDE di Matera guidata dalla Presidente Caterina Rotondaro, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Matera Presidente Nicola Rocco e del CPO dell’Ordine degli Avvocati di Matera Rossella Rubino e Realtà del Territorio.
I lavori partendo dal referendum del 2 giugno 1946 percorreranno tutti i momenti più salienti del percorso di emancipazione femminile e della relativa legislazione, affronteranno, quindi, i principali momenti che hanno visto le donne protagoniste della lunga marcia verso l’uguaglianza, attraverso passaggi fondamentali dei percorsi di parità, tra cui anche i seguenti aspetti normativi: la conquista del voto 1945, l’eleggibilità delle donne nella competizione amministrativa del 1946: il voto in provincia di Potenza e di Matera. Le elezioni del 2 giugno 1946 per il Referendum in Basilicata: l’affluenza femminile alle urne, le donne candidate. I dati lucani dell’elezione dell’Assemblea Costituente. Le Madri Costituenti. 1948 l’entrata in vigore della Costituzione i principi, le norme, le modifiche. La legislazione di parità: la Rivoluzione femminile dal 1950 al 1968. L’equilibrio di genere all’interno delle assemblee elettive locali (Consigli e Giunte) L. 215/2012. La legislazione per il lavoro femminile. Azioni positive per le Donne: la nuova Legge Elettorale Paritaria della Regione Basilicata ottobre 2018. La Convenzione d’Istanbul e le Leggi nazionali e regionali contro la violenza sulle donne. 2019 il Settantatreesimo della Costituzione. Nuove prospettive di tutela di violenza domestica e di genere. Codice Rosso D.d.L. n. S 1200 con riferimento al Revenge Porn, sino a giungere ai nostri giorni e, quindi, alla più recente normativa legata alle nuove prospettive della tutela della violenza domestica e di genere ed alle riflessioni critiche sul “Codice Rosso”
In apertura dei lavori, per come già detto, in omaggio alla recente Festa della Repubblica del 2 giugno 2019 e, quindi, in occasione del settantatreesimo anniversario della Costituzione, verrà particolarmente approfondito il Referendum del 2 giugno. A tale proposito verrà ricordato il fatto che le donne italiane scelsero la Repubblica e non la Monarchia.
Questa partecipazione delle donne al voto si pone, ancora oggi, come un Evento storico, «…anche se è inutile negarlo, sono pochissime le donne candidate alla Costituente ed appena ventuno quelle elette a fronte delle 12.998.131 donne […]», che andarono a votare.
Questa la testimonianza della storica giornata del 2 giugno 1946 di Tina Anselmi: «…e le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto, perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!»
E da parte sua la scrittrice e saggista Maria Bellonci (ideatrice del Premio Strega) così descrive quel giorno: […] «Anche per me, come per tutti gli iscritti, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore – e come – quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con un lapis e due schede, mi trovai, d’improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire […] il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta, mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo, e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi.»; e ancora, la giornalista Anna Garofalo testimonia «Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di donne timorose di stancarsi nelle lunghe file davanti ai seggi. E molte tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari.»
E dalla Basilicata ecco la dichiarazione di Filomena Nardiello Pinto, scrivana di Rionero in Vulture, che nell’andare a votare, peraltro in stato interessante, affermava: «[…] voto per questa creatura che porto in grembo, nella speranza che possa vivere una vita diversa dalla nostra e, soprattutto, che la nostra generazione non possa mai conoscere gli orrori della guerra, gli stenti, la fame, la privazione delle libertà personali […]».
Sugli scranni dell’Assemblea Costituente giustamente denominate «Madri Costituenti» sedettero «[…],
Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagna, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterichter Iervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio, Angelina Merlin, Bianca Bianchi, Ottavia Penna Buscemi. Tutte le Madri, grazie al loro lavoro ed alle loro doti, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle Istituzioni rappresentative; tra loro tante laureate ed insegnanti, qualche giornalista pubblicista, una sindacalista e una casalinga; quattordici erano sposate e con figli. «Tante avevano combattuto nella Resistenza, subendo spesso le loro scelte, come Adele Bej (condannata nel 1934 dal Tribunale Speciale a diciotto anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta Estella, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino al termine della guerra) e Rita Montagnana (che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio) ». Tanto il loro impegno sui temi dell’emancipazione femminile, a cui riserveranno gran parte della loro attenzione, in qualità di relatrici soprattutto sui temi della famiglia e sui diritti delle lavoratrici, mentre gli uomini rivendicavano le restanti tematiche come proprie. Si aveva così una prima settorializzazione dell’impegno politico e costituzionale delle donne.
È, però, con queste donne che settantatré anni fa, oggi non possiamo non ricordarlo, nasceva la Democrazia Paritaria, tanto si è fatto ma tanto c’è ancora da fare. Le doti di misura e saggezza sono le conseguenze più importanti, che le donne elettrici ed elette hanno portato nelle Istituzioni e con loro ha preso il via e si sono realizzate in questi settantatré anni passaggi ed aspetti normativi fondamentali ed importanti.
L’ANDE, nata nel 1946 a Roma ed in Basilicata nel 1979, non può non ricordare e non celebrare in questo settantatreesimo anniversario della Repubblica, con i Seminari sulla Legislazione di Parità (il quattordicesimo si tiene il 6 giugno a Matera, i principali momenti che hanno visto le donne protagoniste della lunga marcia verso l’uguaglianza, attraverso passaggi fondamentali dei percorsi di parità.
Proseguendo su questi temi verrà esaminata gran parte della legislazione di parità sino a giungere alle nuove prospettive di tutela di violenza domestica e di genere. Codice Rosso D.d.L. n. S-1200 con riferimento al Revenge Porn.