La poetessa materana Antonella Pagano per il secondo anno, è stata convocata quale poeta alla rassegna “Autunno in Cappella 2018”, unico evento che si può tenere all’interno della preziosissima Cappella del Tesoro di San Gennaro di Napoli. Di seguito l’intervista rilasciata alla nostra redazione.
La poetessa materana Antonella Pagano per il secondo anno consecutivo protagonista a Napoli per la rassegna “Autunno in Cappella 2018” a Napoli, di cosa si tratta? “Innanzitutto dico che il pilastro dell’evento è stato il Patrimonio intangibile e le misure atte a favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni, la sua salvaguardia, preservazione continua e valorizzazione – scopo UNESCO di peculiare importanza. La Rassegna, giunta alla 9^ edizione, ideata da Pina Catino è pianificata da 2 Clubs UNESCO – Bisceglie e Napoli – insieme all’Eccellentissima Deputazione della Cappella del Tesoro, di cui è Vice Presidente il Duca d’Andria e Castel del Monte, Riccardo Cara. Tanti gli illustri relatori che hanno animato le sessioni della Rassegna nel luogo che il mondo intero ammira estasiato; il tesoro più grande del mondo, ineguagliato da regnanti e stati. Autorità civili e religiose di Napoli, tra cui Padre Mario Rega Rettore della Congregazione Pii Operai di Napoli e frate Massimo Civale Vicario Generale Confederazione Internazionale dei Cavalieri Templari di San Bernardo di Chiaravalle; Tonia Spina Assessore alla Cultura e Turismo della Città di Bisceglie. L’Arte sacra dalle origini ad oggi è stato l’excursus trattato da Fortunato Danise, Presidente del Club per l’UNESCO di Napoli.
Antonella Pagano, Lei è davvero sorprendente. Nuovamente accanto allo splendido Busto di San Gennaro, lo scrigno contenente il capo del Santo.
O sono fortunata o la poesia fa doni speciali. La Supplica alla Vergine Maria: “Ite fanciulli ad Mariam” – che composi per l’Edizione 2017- deve aver colpito molti cuori sicchè Pina Catino- Ricercatrice, Storica, oltre che Presidente del Club per l’UNESCO di Bisceglie e l’Eccellentissima Deputazione mi hanno nuovamente convocato perchè ponessi al centro delle mie composizioni il tema della Beatidudine umana. Mentre la Presidente Catino narrava i fatti salienti della Vita e delle Opere del Venerabile Carlo Carafa, io, attraverso le mie metafore, ho tentato di comprendere cosa possa essere e significare la “Carezza del Beato”, nella scrittura, quindi, ho diretto le mie sillabe poetiche alle due figure cui anche è stata dedicata la giornata: Carlo Carafa e don Tonino Bello.
Da dove prende la particolare ispirazione per la scrittura di opere poetico-teologiche?
Dalla seconda equazione che ho coniato tantissimi anni orsono e che mi esercito ad onorare:“le arti delle mani incontrano le arti della mente che incontrano le arti dell’anima”. La nostra divinità ha sede nelle mani, e son partita da qui per comporre il tributo ai due beati. Il resto lo ha fatto la paura che mi ha preso dinanzi a una tale richiesta; sfida molto ardita, mi son detta; ho dovuto fare appello a tutto il coraggio, per mesi ho continuato a domandarmi:…come pensare di essere così ardita, all’altezza della sfida? M’è venuta in soccorso la semplicità, essere me stessa in tutta l’umiltà e il candore possibili dinanzi a due giganti. E’ sgorgato così, prima il titolo e poi il testo della: “Poetica beatitudinis”, il dono semplice, delicato, gentile verso il Beato Carlo Carafa e don Tonino Bello”, nulla di più.
Leggendo la sua composizione, mi ha colpito l’incipit: la “Carezza del Beato” e poi?
Poi ho semplicemente immaginato questi due Uomini al servizio del nostro Padre celeste, servi di Dio, Uomini di nobile Umanità. Due Apostoli di Carità, virtù di virtuosi. Due vite parallele, l’una in Campania l’altra in Puglia, ulteriore ragione di cooperazione tra i due Clubs per l’UNESCO, campano e pugliese. Dotta la sessione in cui Luigi Palmiotti, Storico, Direttore del Museo Etnografico di Bisceglie, ha illustrato la Vita e le Opere di don Tonino Bello. Comprende come non avrei potuto non aderire ad un’azione che vuole contribuire alla trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni, io che parlo da secoli di Etica dell’Impegno. Insomma, sfida accettata e lavorata. Ho percepito l’impegno solare, solidale di questi due uomini ed è stato come una mano leggera sfiorasse la mia gota; la carezza per l’appunto.
Cosa può riferirci circa l’intervento del Postulatore della Santa Sede per le cause dei santi?
Emozionante! Non l’avevo mai incontrato. Oggi che la parola virtù sembra sparita finanche dal vocabolario, sentir parlare di eroicità della virtù ha effetto dirompente. Nicola Giampaolo ha fatto dettagliatamente luce sulle procedure per le Cause di Canonizzazione. Quella inerente il Venerabile Carlo Carafa iniziò nel 1740; nel 1832 veniva dichiarata l’eroicità delle virtù che lo consacrò Beato. Riguardo al Servo di Dio, Mons. Antonio Bello, è in corso il cammino di riconoscimento delle virtù eroiche. Ho letto molto di don Tonino, nostro contemporaneo, ci invitava ad avere occhi nuovi, diceva: “lungo la strada la gente cammina chiusa in se stessa. Và, offri per primo la mano …” – non crede che dovremmo reimparare a porgerci sul serio la mano? Si fa chiaro il perchè io abbia accettato la sfida e quindi mi sia messa al lavoro per la scrittura della composizione? (Le trascrivo qualche rigo) Dinanzi a Loro mi son detta: senso o non senso rinasco anch’io da una logica fluorescente che dà valore al vento, al raggio di luce, al brillìo della gocciola di questa meravigliosa pioggia di Nuovo Senso…e del senso delle mie vocali, delle consonanti forgiate al sacro fuoco…allora il mondo si ricompone sulla linea d’un orizzonte di luce ove sole e luna son astri fluidi e piovono sulle nostre carni ribattezzate…è così che orme lucide lascio contro le opacità…i Beati ci fan ritrovare la terra degli Uomini con la U maiuscola e ci rammentano della Luce che ci ha generato, tutti, di ogni latitudine e ogni longitudine…..e vorrei anche aggiungere che abbeverandoci alla Luce sapremo anche dire della Poesia che siamo perennemente in grado di scrivere, tutti. La ringrazio ancora molto e sia lieto il suo prossimo Santo Natale.