Cari amici, Papa Francesco condividendo le decisioni del governo italiano sulle limitazioni imposte al fine di arginare la pericolosità del
coronavirus, ha espresso tutta la sua vicinanza al popolo di Dio invitandolo alla preghiera personale ed a seguire attraverso le radio, le piattaforme digitali e i tanti canali televisivi i vari momenti di preghiera che la Chiesa italiana e i suoi Pastori stanno organizzando in questo frangente, condividendone preoccupazioni e sofferenze. Riportiamo di seguito il comunicato della Presidenza della CEI.
Si ricorda inoltre che la CEB, la Conferenza Episcopale di Basilicata, ha deciso che per il momento nella Regione ecclesiastica lucana,
anche come segno di speranza e in considerazione del fatto che sono poche le persone che circolano, di lasciare le chiese aperte, dando la facoltà ai parroci e rettori delle chiese di valutare gli orari di apertura in base alle esigenze di ogni singola realtà al solo scopo di consentire a singoli la preghiera personale.
CEI: “Una Chiesa di terra e di cielo”
Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario — con ospedali sovraffollati, personale sanitario esposto in prima linea — come su quello economico, con conseguenze enormi per le famiglie dell’intero Paese, a maggior ragione per quelle già in difficoltà o al limite della sussistenza,
Le comumcazionl del Governo rappresentano uno sforzo dl Incoraggiamento, all’interno di un quadro di onesto realismo, con cui si chiede a ogni cittadino un supplemento di
A questo riguardo, facciamo nostre le parole di questa mattina del Santo Padre Francesco: “Soprattutto io vorrei chiedervi di pregare per le autorità: loro devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo. Ma è per il nostro bene. E tante volte, l’autorità si sente sola, non capita. Preghiamo per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure: che SI sentano accompagnati dalla preghiera del popolo”
La Chiesa c’è, è presente. A partire dai suoi Pastori — Vescovi e sacerdoti — condivide le preoccupazioni e le sofferenze di tutta la popolazione. È vicina nella preghiera: l’appuntamento con il Rosario in famiglia promosso per il giorno di San Giuseppe è solo un esempio di una preghiera che si eleva continua. Televisioni, radio, piattaforme digitali sono ambienti che — se non potranno mai sostituire la ricchezza dell’incontro personale — rivelano potenzialità straordinarie nel sostenere la fede del Popolo di Dio.
E una Chiesa, la nostra, presente, anche in questo frangente, nella carità: siamo edificati da tanti volontari delle Caritas, delle parrocchie, dei gruppi, delle associazioni giovanili, delle Misericordie, delle Confraternite… che si adoperano per sollevare e aiutare i più fragili,
“I cristiani non si differenziano dagli altri uomini — osserva la lettera A Diogneto —: vivono nella carne, ma non secondo la carne, Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo”.
E con questo sguardo di fiducia, speranza e carità che intendiamo affrontare questa stagione. Ne è parte anche la condivisione delle limitazioni a cui ogni cittadino è sottoposto. A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell ‘osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone.
Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese, Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta a un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione.
I sacerdoti celebrano quotidianamente per il Popolo, vivono l’adorazione eucaristica con un maggior supplemento di tempo e di preghiera. Nel rispetto delle norme sanitarie, si fanno prossimi ai fratelli e alle sorelle, specialmente i più bisognosi.
Da monasteri e comunità religiose sappiamo di poter contare su un’orazione continua per il Paese.
Con questo spirito, viviamo i giorni che abbiamo davanti: quelli fino al 25 marzo (termine dell ‘attuale decreto), quelli successivi, nei quali resta in vigore il decreto precedente (fino al 3 aprile), quelli che traguardano.
Giorni, tutti, intrisi di fiducia nel Mistero pasquale.