Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del giornalista Michele Rutigliano dedicato a Monsignor Antonio Tortorelli, che si è spento nella città di Matera all’età di 98 anni mercoledì 13 maggio. Di seguito la nota integrale.
La spiritualità e l’apostolato di Monsignor Tortorelli
Ho conosciuto Monsignor Tortorelli solo pochi anni fa: precisamente a Natale del 2013.In quell’ occasione accompagnai Marco Grieco, già Sindaco di Ferrandina, che volle fargli gli auguri e al tempo stesso chiedergli, per il libro che stava scrivendo, una testimonianza in ricordo di suo zio, Don Giovanni Grieco. Un’altra grande figura di Sacerdote che fu, per oltre quarant’anni, amatissimo Arciprete di Ferrandina. Ricordo perfettamente che mentre ci parlava, ci teneva per mano a me e a mia moglie Patrizia. Richiamava spesso alla memoria la grande amicizia e soprattutto la profonda stima e ammirazione che nutriva verso Don Giovanni. Soltanto ora, rileggendone con più attenzione la sua intensa testimonianza, ho capito il perché di questa grande sintonia che c’era, sin dagli anni del secondo dopoguerra, tra questi due sacerdoti che hanno caratterizzato profondamentela storia non solo ecclesiastica, ma anche culturale e civile di Matera e della sua Diocesi.
Monsignor Antonio Tortorelli, così come Don Giovanni Grieco, era un autentico testimone della Fede. Un uomo di Dio, un pastore saggio, umile, discreto che ha dedicato tutta la sua vita alla Chiesa di Matera. In particolare ai giovani, alle famiglie, alle comunità sociali, alle Case di Riposo che lui seguiva come padre spirituale. Monsignor Tortorelli non era un intellettuale eppure era un sacerdote coltissimo, appassionato soprattutto della storia religiosa della sua Città. Tant’è che, oltre numerose monografie, nel 2011 ha pubblicato, per la Editrice BGM di Matera, due libri molto interessanti. Il primo dedicato a Monsignor Filippo Pecci, già Arcivescovo di Acerenza e Matera (Dal Monastero alla Cura d’Anime) e l’altro sulla vita di San Giovanni da Matera (Una Lunga Primavera di Santità).
Ed è lo stesso Monsignor Tortorelli, nella prefazione al suo libro su Monsignor Pecci, che ci racconta un po’ della sua vita, con uno stile letterario chiaro, intenso, essenziale. Questo libro, più di ogni altro suo scritto ci offre l’occasione per scoprire i tratti fondamentali della sua feconda personalità, della sua vasta cultura storica, della sua intensa spiritualità religiosa.
Nella sua Nota d’Autore, così scrive: “ la celebrazione del 65° anniversario della mia ordinazione sacerdotale….desidero riviverla in seno alla Comunità di San Francesco di Paolala quale è stata ed è tutta la mia vita. Ben 63 dei miei 65 anni di sacerdozio sono stati spesi per la formazione spirituale e l’elevazione morale di quanti hanno frequentato la Chiesa Santuario…… Ricordo con profonda riconoscenza tutti i Pastori di questa Comunità diocesana, che l’hanno guidata con le loro peculiari doti di scienza e di virtù, in modo speciale il pio e dotto Arcivescovo Anselmo Filippo Pecci, al quale devo tanto della mia formazione… Pertanto, ai miei confratelli auguro di perseverare nell’adempimento dei doveri della delicata missione loro affidata, di poter raggiungere e superare come me la meta del 65° anniversario della sacra ordinazione, nella continuità e nella fedeltà, vivendo e facendo conoscere le molteplici risorse che la nostra Chiesa possiede……”
Così come Monsignor Tortorelli scrisse di Don Giovanni Grieco, ben possiamo riferire anche a lui, ora che è volato in Cielo, queste parole di affetto e fraterna considerazione: “ha edificato il popolo e il clero con la sua esemplare vita sacerdotale, frutto della solida formazione e della profonda vita interiore. Ha diffuso nell’ambiente parrocchiale serenità, comprensione e compassione”
A pochi giorni dalla sua scomparsa, in tanti a Matera, uomini e donne, fedeli e sacerdoti della Comunità di San Francesco di Paola ne apprezzano ancor di più la profonda spiritualità, l’intenso spessore morale, il suo amore per la cultura e la storia della Chiesa e, soprattutto,il suo stile di vita semplice, sobrio, riservato.
Per quello che ha rappresentato nella storia della Diocesi di Matera, per il suo intenso e fecondo apostolato nella sua Città, ben potremmo paragonare la figura di Monsignor Antonio Tortorelli a quella di Sacerdoti Santi, che hanno illuminato e nutrito la vita della Chiesa: penso a San Giovanni Bosco, al Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, a San Filippo Neri, a Sant’Alfonso Maria Liguori.
Nella lunga vita di Monsignor Tortorelli,ci sono elementi che richiamano a quella santità semplice, discreta, mai ostentata. Elementi scolpiti nel suo nitido profilo di sacerdote, nel suo lungo e fervido apostolato a Matera e nella sua Diocesi. San Francesco di Sales diceva: “Nella cura delle anime, occorrono una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza”. Ecco chi era Monsignor Tortorelli: Un Curatore di Anime. E ora che non è più tra noi, possiamo ben annoverarlo tra quelle grandi personalità che hanno caratterizzato, per profondità e spessore, la storia religiosa, culturale e civile della nobile e millenaria Città di Matera.
Michele Rutigliano