Per la rubrica “La storia siamo noi” il materano Nino Vinciguerra racconta la storia della statua di Sant’Eustachio, patrono di Matera. Di seguito la nota integrale.
Al centro del culto dei materani verso il proprio protettore vi è la statua che viene portata in processione il 20 settembre e che lo raffigura nelle vesti di guerriero romano. Nel 1799 era in corso la rivoluzione napoletana; Matera si mostrò lealista con i Borbone e il 6 marzo fu abbattuto il simbolico “albero della libertà” innalzato il precedente 9 febbraio in Piazza Maggiore (attuale Piazza del Sedile). «Alli 6 di marzo del corrente anno 1799 alle ore 22 li Armigeri della nostra Regia Udienza reciso in Matera l’albero della libertà, e portate in giro per le piazze con feste, spari e tamburi inalberate le regie bandiere rosse e bianche coll’ingiunzione a chicchesia di sostituire alla coccarda blu rossa e gialla, la pura rossa». I francesi stanziati in Puglia e Calabria, «minacciavano Matera co’ Proclami, che si fusse arresa, e situarsi nuovamente l’arbore, altrimenti esser saccheggiati, e passati tutti a fil di spada». Tra i cittadini si ingenerarono timori, subentrò la paura e in molti si diressero «fuori città, prendendo grotte, luoghi della Gravina, qualche masseria e specialmente nell’Ofra e parco di Copeti in Agna ove fuggì essa famiglia con altri». «Ed infatti miracolosamente non giunsero qui per intercessione de’ Santi Protettori continuamente esposti S. Maria della Bruna e S. Eustachio, a cui si promise di farsi la nuova statua». I materani, tenendo fede all’impegno assunto un anno prima quando, per timore di rappresaglie francesi avevano abbandonato la città, grati per lo scampato pericolo, commissionarono la statua allo scultore andriese Arcangelo Spirdicchio (1747-1807), poi Sperdicchio (da atti comunali). «La statua del Protettore S. Eustachio si benedisse dall’Arcivescovo Camillo Cattaneo a 1 maggio 1800 con festività, spari e tamburri». Per li rei di Stato fu spedito un Reale generale Indulto dal Re Ferdinando IV in Palermo a 23 aprile 1800, pubblicato in Napoli a 30 maggio, ed in Matera a 3 giugno 1800; e così quattro Materani uscirono da S. Francesco loco carceris godendo dell’Indulto».
Fonte Arcangelo Copeti
Nelle foto dell’Archivio Vinciguerra la statua di Sant’Eustachio e la reliquia del Santo nel giorno della ricognizione (20 febbraio 2016)