Considerato una delle Cento Meraviglie d’Italia da salvaguardare nel Catalogo dei Beni Ambientali, il rione dirupo è stato sempre oggetto di studio, di analisi e di ricerca da parte di studiosi e ricercatori. Ma la brillante tesi di laurea svolta da due neoarchitetti, Tonino D’Onofrio e Massimo Notaro, e che ha riscosso il convinto plauso della commissione esaminatrice -proff. Moccia e Sgobbo- presenta qualcosa di nuovo e particolare, che deve essere presa in seria considerazione nei suoi contenuti se si vuole concorrere alla rinascita del centro storico. L’elaborato per la prova finale in Urbanistica dal titolo “Piano di Recupero Centro Storico Rione Dirupo di Pisticci (Mt)” ha intanto consentito ai due di conseguire con il massimo dei voti e lode una brillante laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-ambientale, presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. In linea generale l’ambizioso progetto, pur non rinnegando i fasti della storia passata e l’architettura spontanea contadina, è proiettato nel futuro attraverso una serie di avveneristiche soluzioni che possono fare del rione un centro vitale di propulsione dopo lunghi anni di incuria e abbandono, e inserirsi nel contesto di valorizzazione dei siti. Il Dirupo, in definitiva, può diventare il vero attrattore pisticcese e metapontino, se saranno adottate le linee guide che la tesi propone con molta attenzione e convincimento. Dopo un ampio profilo storico, morfologico e paesaggistico del rione, la tesi esamina ampiamente le opportunità future all’indomani della rimozione del decreto di trasferimento dell’abitato che ha rappresentato una concreta limitazione per il pieno utilizzo. Per D’Onofrio e Notaro il Dirupo può rinascere con un Piano di Recupero di salvaguardia e valorizzazione e con una riqualificazione urbanistica-edilizia, partendo dal ripristino dei colori e strade con pavimentazione in ciotoli, non escludendo le indispensabili relazioni con Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Quello del Dirupo è un patrimonio immenso che necessita di attenzione, cura, amore, da parte di tutti i soggetti pubblici e privati. In ossequio alle linee guida dettate dai Programmi Operativi Fesr 2014-2020, la rivitalizzazione dei centri storici minori e la riqualificazione socio-culturale delle aree degradate sono gli elementi utili per favorire lo sviluppo economico attraverso il settore della ricezione turistica. Inoltre l’unicità del centro storico può costituire motivo di forte attrazione e richiamo per il turismo balneare attraverso la creazione di un modello in grado di offrire i benefici del mare e della collina. Tutto questo passa dal recupero e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, ambientale e storico; di aree abbandonate e degradate; miglioramento dei servizi pubblici; conservazione attiva a breve, medio e lungo termine. Il colore bianco, tramandato da antichi maestri muratori, deve tornare a splendere e le casedde e le lammie ristrutturate potranno poi essere destinate a case-albergo. Solo così Pisticci potrà riappropriarsi della sua identità e storia. Il nuovo Borgo Dirupo, secondo le stime, potrebbe essere operativo dal 2018, con attività suddivisa in due periodi, uno estivo e l’altro invernale. La brillante tesi di laurea di D’Onofrio e Notaro è poi arricchita da dati, tabelle, previsioni, coperture finanziarie.
Giuseppe Coniglio