La storia siamo noi, Nino Vinciguerra: Le origini del detto popolare materano “A mogghj a mogghj aquonn c van”? Di seguito la nota integrale.
Il Procuratore maggiore della Cappella della Bruna nella riunione del capitolo del 2 marzo 1697 diceva: ” E’ tempo di dare principio per quello che ci vuole per la festività della Beata Vergine. Pertanto vedano loro stessi ordinarmi di quanto si deve spendere”. Tutti risposero di fare “detta festa meglio dell’anno passato, et a suo arbitrio. Et per la spesa fuora di detta Cappella da farsi da alcuni delli cittadini, si fanno duoi Deputati, cioè don Vitantonio Cristallo e don Carmenio Copeta alli quali se li danno ampia facultà e per fuora e per dentro la città e unitamente con il Procuratore spendono per detta festività avvertendo che vedano che numero di pecore vi sono”. Quell’anno il Procuratore maggiore della Bruna era don Domenico Recco e il Procuratore minore don Pietrantonio Cristallo. Il desiderio e il suggerimento del canonico Recco divennero chiaro indirizzo e monito che ancora oggi vengano considerati e sono ancora vivi nella mentalità del popolo materano che alla fine di ogni festa immancabilmente pronuncia l’augurale “A mogghj a mogghj aquonn c van”.
Nino Vinciguerra.
Informazioni tratte dal libro “La Visitazione e la Festa della Bruna” di Mauro Padula e Camilla Motta, edizioni BMG 1989.