E’ stato presentato nella Biblioteca Provinciale di Matera il libro “L’abbraccio” di Antonio Pace, autore originario di Avigliano e considerato il simbolo poetico della voce di questa cittadina in provincia di Potenza. Presenti al tavolo la direttrice della biblioteca Angela Vizziello, il presidente dell’Associazione “Matera Poesia 1995” Maria Antonella D’Agostino, la relatrice Nicoletta Zaccagnino presidente dell’Associazione “Gli Sprdus” di Avigliano e l’autore Antonio Pace.
Poeta per passione, Pace lavora a Potenza come operatore ecologico ma vive ad Avigliano: l’autore ha portato a termine il suo lavoro editoriale di una poesia prettamente in vernacolo aviglianese, dimostrando di avere qualità notevoli nel tradurre in versi la lingua del suo dialetto paesano, quello fatto in casa, ricco di affetti, di carica umana. La sua raccolta di poesie “L’abbraccio”, con prefazione di Mari Giusi Verrastro è un abbraccio ai suoi compaesani, ai suoi amici, al santo protettore San Vito, a quelli del gruppo “Gli Sprdus” che hanno dato vita alle scene teatrali e sono considerati spiritosi.
Il suo piatto forte è la rima baciata. Pace si sente libero dal dire e dal fare e si trova sempre a proprio agio.
Ogni cosa che il cuore esprime con i sentimenti, ogni verso è dettato dall’animo e diviene poesia. Ecco perchè la poesia di Antonio Pace agevola la lettura anche in dialetto per chi il dialetto aviglianese non lo conosce.
Pace dedica un canto alla beata Vergine del Carmelo ed è in lingua italiana. Interessante anche la poetica dedicata al protettore “San Vito” e anche questa ha una esternazione in rima e in vernacolo. Pace dedica anche le sue liriche agli anziani “La terza età”, si fa apprezzare nella silloge “50 Anni”, procede in rime nella lirica “La Befana” e poi a seguire sempre in vernacolo aviglianese “Serenata” “Elezioni Politiche”, “Scorie di Scanzano”, il rimembrare “la Lira” con nostalgia della vecchia moneta, “La schedina”, “L’organetto” “La Pasta paisan”.
Pace dedica alcuni versi anche al “Principato di Seeland” in italiano.
Il libro “l’abbraccio” allarga l’osservazione “al medico”. Piace anche “Na chiacchierata tra morti” e non poteva mancare una poetica dedicata alla Germania per i mondiali del 2006.
Questo libro più che leggerlo va ascoltato dalla stessa voce di Antonio o da chi riesce a dare lo stesso valore espressivo nei suoi contenuti, che sono essenzialità di una vita del voler bene se stesso e il prossimo. C’è la sezione “Remember” per non dimenticare con “lettera a Z’pippin’ R’Popp’” che è un poetare in compagnia.
Il presidente dell’Associazione “Matera Poesia 1995” Maria Antonella D’Agostino: “Siamo felici di ospitare qui a Matera la presentazione del libro del nostro iscritto Antonio Pace, che grazie alla sua poesia in vernacolo esprime fatti e aneddoti del suo paese e degli eventi che si registrano ed è ricchezza musicale”.
Zaccagnino, grande amico di Antonio Pace: “ Antonio Pace ha una grande passione perl teatro (è componente dell’Associazione teatrale “Gli Sprdus” di Avigliano) ma con questa raccolta si conferma anche un grande poeta. Il dialetto è veicolo di una tradizione e trasmette emozioni.
Il titolo “l’abbraccio” è un desiderio dell’autore che manifesta la speranza di abbracciare tutti. La sua raccolta è una biblioteca di vita. Ci sono le sue passioni, i suoi pensieri, le curiosità, lo sport. Dimostra che con carta e penna si può raggiungere l’immortalità. Con la sua poetica ci da uno spaccato del mondo, a volte bello a volte brutto”.
Antonio Pace si esibisce in una lettura aulica in vernacolo aviglianese che ne effonde tutta l’anima poetica conquistando gli applausi meritati con la poetica sulla “Chiacchoerata tra morti” recitata insieme al figlio e ad un attore della compagnia “Gli sprdus”.
Ilpoeta materano Emanuele Ricciardi che ha pubblicato qualche giorno fa il suo libro “A sillabe ritmate Poesie….Poesie…” opera che si ritrova in finale nell’ottava edizione del Concorso Autori per l’Europa 2011 edito da Ibiskos Ulivieri, ha recitato una poesia in vernacolo materano in sintonia con quella aviglianese di Pace.
Carlo Abbatino