Si svolge nel mese di dicembre 2022 il Laboratorio didattico sugli Origami guidato dall’esperto Giovanni Battista Gaetano, che coinvolge la classe II B della secondaria Nicola Festa. Referente del progetto è Maria Luisa Montemurro.
Per gli orientali, e per i giapponesi in particolare, l’origami ha un profondo significato simbolico e religioso e affonda le sue radici nei tratti più particolari della tradizione culturale. Il termine origami 折り紙 indica l’arte di piegare la carta per dare vita ad oggetti, animali, figure di fantasia.
La bellezza e la fragilità dell’origami rappresentano, nello shintoismo, il ciclo vitale e la fine delle cose destinate ad una continua rinascita. Chi ammira la bellezza di un origami accetta il fatto che, per quanto faticosa possa essere stata la sua costruzione, esso è un oggetto temporaneo, destinato a consumarsi.
La tecnica dell’origami si pone al crocevia tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, arti liberali e arti meccaniche. È fatta di simmetrie date dalle piegature della carta che diventano relazioni tra poligoni da esplorare con metodo scientifico e, allo stesso tempo, espressioni di bellezza da manipolare, costruire, condividere.
Grazie a questa tecnica è possibile migliorare la concentrazione, la fantasia, la creatività, seguendo poche regole di base: non sono ammesse le forbici, perché i tagli ferirebbero la carta; niente colla che renderebbe la carta appiccicosa; niente inchiostro. Solo carta, mani e fantasia.
L’origami è una tecnica che permette di sviluppare le abilità cognitive, psicomotorie, metacognitive e per questo è utilizzata da tempo nella scuola come pratica didattica alternativa e distensiva
Dic 07