Presentato in mattina presso la biblioteca della scuola secondaria di I grado “Nicola Festa” in via Lanera il progetto nazionale “Rinascimente, didattica del fare, fare per includere”.
Nell’ambito di tale progetto sono stati selezionati dalla Fondazione Amiotti, che da anni sostiene e promuove progetti e metodologie di didattica innovativa soprattutto delle scuole a tempo pieno, ben due iniziative di questo Istituto: “L’Acqua fa … scuola!” e “I cercatori di poesia nascosta”.
Idee che diventano concrete e che ben s’inseriscono nella visione di scuola che questa Istituzione intende promuovere e sostenere nell’ambito del più ampio progetto culturale promosso da Matera Capitale della Cultura 2019.
Alla conferenza stampa sono interventi il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Filomena Di Bari e il presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana Pierfrancesco Pellecchia.
Di seguito il particolari sul progetto Progetto: “L’Acqua… fa Scuola!”
Scuola e classi coinvolte:
• Istituto Comprensivo “Padre Minozzi” di Matera
– Classe V B della Scuola Primaria plesso “Minozzi”
( Marilena Antonicelli e Costanza Massenzio)
– Classi II B e II D a Tempo Prolungato della Scuola Secondaria di I grado
plesso “N. Festa”
( prof.sse Silvia Palumbo e Anna Murgano; Tina Santochirico e Imma Sinno )
Partner coinvolti:
• Ente Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano
• Centro di Educazione Ambientale, MateraCea srl
• prof. Emmanuele Curti – DiCEM ( Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali ) – Università degli Studi della Basilicata
• prof. Pietro Laureano – IPOGEA
• dott. Raffaele Lamacchia – Associazione “Amici del Parco della Murgia”
• dott.ssa Eleonora Bianco – Esperta in Didattica del Territorio
Premessa:
Il Progetto “L’Acqua…fa Scuola!” nel Settembre 2014 è stato selezionato a livello nazionale nel Concorso indetto dalla Fondazione Enrica Amiotti ed intitolato “Dal Sogno al Progetto per la mia Città”: attraverso un video, come richiesto dal bando, gli studenti coinvolti hanno raccontato un loro sogno nel cassetto da trasformare in realtà, in un perfetto connubio Scuola-Territorio.
Per comprendere nel profondo il sogno dei nostri ragazzi occorre fare un breve passo indietro, spiegandone le ragioni e l’origine, legate entrambe ad un altro Progetto, intitolato “Le Piccole Guide del Parco”: svolto durante l’anno scolastico 2013-2014, è stato il frutto di una proficua collaborazione tra l’Istituto Comprensivo e l’Ente Parco della Murgia Materana, più volte sperimentata all’interno del Laboratorio curricolare di Studio del Territorio.
Si è lavorato a classi aperte e in verticale, tracciando uno straordinario percorso di scoperta delle eccezionali ricchezze storiche, artistiche e naturalistiche del territorio materano.
Le Piccole Guide hanno avuto modo di verificare le abilità e le competenze così interiorizzate accompagnando nei tre percorsi lungo il Sasso Barisano, il Sasso Caveoso e verso il Torrente Gravina i loro coetanei di diverse scuole della città in alcune giornate ufficiali a fine Maggio.
Tutto ciò ha permesso di consolidare nei ragazzi la consapevolezza e il senso di appartenenza alla città e alla sua cultura ad ampio raggio, da tutelare e valorizzare nel proprio presente di piccoli cittadini e nel proprio futuro di adulti più responsabili.
Tale esperienza è nata in risposta alla crescente attenzione, mostrata dagli insegnanti e dalle famiglie, verso la conoscenza e la valorizzazione del territorio, che si connota per la sua eccezionale complessità e storicità e per gli innumerevoli spunti educativi, che emergono dalle originali forme di adattamento dell’uomo alla natura. In tale contesto la scuola è chiamata a svolgere un ruolo importante, traendo energia anche dal grande entusiasmo suscitato dalla Candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Il Sogno e il Progetto “L’Acqua… fa Scuola!”:
Le Piccole Guide, forti della straordinaria esperienza compiuta, hanno immaginato di fondare una Scuola del Territorio, adottando un antico monastero ubicato nel cuore dei Sassi, una struttura duecentesca gestita dall’Ente Parco della Murgia Materana, partner del Progetto. Grazie alla sua ampia struttura architettonica, ricca di aule, terrazzi e cortili, si è immaginato di svolgere lì delle lezioni con metodi non formali, utilizzando i molteplici spunti didattici e multidisciplinari offerti dalla città e dal territorio circostante.
In una grande aula a cielo aperto, i ragazzi potranno partecipare attivamente alla scoperta della Storia (scoprendo i diversi insediamenti umani dalla Preistoria sino ai giorni nostri), della Geografia (studiando la città e il territorio circostante), delle Scienze (analizzando la flora, la fauna e la conformazione geologica della zona), dell’Italiano (ricercando, scrivendo e apprendendo il notevole materiale storico e letterario che la città custodisce), dell’Orienteering (leggendo le mappe dei diversi itinerari nei Sassi e nel Parco o ideandone di nuove). Tutto ciò supportati da esperti e stimolati dal metodo dell’imparare-facendo, utilizzando il Territorio come mezzo multidisciplinare.
Immaginando di adottare l’antico Monastero di Santa Lucia (posizionato in un luogo strategico, a metà strada tra i Sassi e il profondo canyon della Gravina, intorno a cui si espande il Parco della Murgia), i ragazzi hanno deciso di divenire i custodi di quell’elemento naturale che ha dato origine all’uomo e alle sue molteplici attività: l’Acqua! Proprio i complessi sistemi di canalizzazione delle acque piovane, disseminati tra i Sassi e il Parco, hanno fatto sì che Matera rientrasse nella lista del Patrimonio Unesco.
Vorrebbero che l’auspicata “Scuola del Territorio” diventasse così un punto di riferimento per l’intera città, per ideare e concretizzare progetti di studio su tutti i sistemi di raccolta delle acque realizzati dall’uomo, senza confini di tempo e di spazio: scoprire e valorizzare tutte le soluzioni ingegnose al pari di quelle presenti nella nostra città per proteggere quella risorsa vitale ormai definita “oro blu” a causa della sua drammatica carenza dovuta a sprechi e a speculazioni.
Per la realizzazione del Sogno intendiamo partire dal bi-sogno dei bambini di svolgere un’attività significativa, dal bisogno di disporre di un ambiente che consenta di svolgerlo, dal bisogno di costruire e di creare. La Scuola del Territorio dovrà proporsi non come una struttura statica, ma come una struttura vivente, interconnessa al suo interno e con la realtà esterna. Uno spazio in cui si possa apprendere attraverso il fare, che consenta il movimento operoso, in quanto movimento finalizzato ad uno scopo reale, ad una attività costruttiva, per svolgere la quale è necessario studiare, utilizzando tutto il sapere che le varie discipline sono in grado di offrire.
Solo se così concepito, lo spazio laboratorio immaginato potrà rispondere agli altri bisogni del bambino, come progettare le attività, gestirle, fare errori, sviluppare una visione personale. Gli spazi dovrebbero essere polifunzionali, nel senso di consentire il lavoro individuale e di gruppo, la comunicazione interpersonale, il momento corale ma anche l’isolamento, la sperimentazione del nuovo e l’approfondimento del già acquisito; dovrebbero essere ordinati non solo in termini di comfort e gradevolezza, ma sistemati ed organizzati per aree didattiche, in modo da far percepire le connessioni tra i singoli ambiti. Così anche le discipline scolastiche, tutte, potranno essere coinvolte e diventare vive ed attive, perché corrisponderanno ai vari “punti di vista” da cui analizzare l’argomento che si sta trattando e/o si deve studiare.
La Scuola del Territorio permetterà, inoltre, di responsabilizzare i ragazzi stessi nella gestione e nella cura degli spazi interni ed esterni, creando mansioni specifiche, per svolgere le quali ci si alterna, individualmente o in gruppo. È dalla gestione concreta che nasce la percezione del controllo di uno spazio e dei suoi problemi, il che sollecita anche l’acquisizione dell’abilità a dare risposte (responsabilità) e a prendere decisioni per dei miglioramenti da apportare.
Il legame dell’uomo con il suo territorio è la prima condizione necessaria per garantire la salvaguardia e la valorizzazione di un’area e delle sue risorse.
La realizzazione della Scuola del Territorio permetterà di:
• favorire e mettere a frutto le abilità manuali e le competenze reali degli studenti
• stimolare profonde conoscenze scientifiche e tecnologiche
Dal punto di vista didattico potrà:
• favorire lo sviluppo del pensiero logico
• condurre alla necessità di ragionare in maniera interdipendente
Dal punto di vista pedagogico, infine, potrà:
• sperimentare il valore della pazienza e dell’attesa
• favorire nei ragazzi il bisogno di memoria e di storia concreta.
Fasi del Progetto:
• prof. Laureano:
– L’Acqua e la sua importanza per lo sviluppo della vita e della civiltà umana
– Matera e il Bacino del Mediterraneo
• Laboratori CEA / Ass. “Amici del Parco” :
– La Geologia della Murgia Materana
– La via del fiume
– I sistemi di raccolta delle acque nella Murgia ( Villaggio Neolitico, Sant’Agnese, San Vito, San Canione, Jazzo Gattini, Masseria Radogna ) e nei Sassi ( cisterne in abitazioni e nei vicinati, Palombaro Lungo, condotta del Castello )
– I Bottini di Irsina e gli Orti Saraceni di Tricarico
– Le sorgenti del Frida
– La Fontana Cilivestri
– L’acqua pubblica, dalla mia scuola alla Scuola del Territorio
– La mappatura digitale ( cisterne e sistemi di canalizzazione )
• prof. Curti / dott.ssa Bianco :
– Open Street Map e Open Data
– Mappiamo la Città ( evoluzione storica e geologica della città e del territorio circostante )
– Ideazione ed allestimento dello spazio museale:
Percorso sensoriale sull’Acqua / Il Gioco dell’OcAcqua / Costruzione della Mappa / Modelli realizzati con stampante 3D o con sovrapposizione di lucidi / Pannelli espositivi ( anche in lingua straniera ) / Materiale divulgativo
Un po’ di storia
Il tempo pieno /prolungato nasce nella scuola media “N. Festa” 10 anni fa. È questo un tempo ragionevolmente lungo per provare a fare un bilancio nella più ampia prospettiva di un servizio scolastico che si inserisca efficacemente nella città di Matera come capitale europea della cultura.
Quale deve essere infatti, il ruolo della nostra scuola nel breve e medio periodo all’interno di questo straordinario progetto culturale della città?
La storia del tempo pieno, anche nella nostra città, si identifica per molti versi con la storia dell’innovazione scolastica nel nostro paese, con le fonti più originali del pensiero pedagogico italiano (Raffaele La Porta, Francesco De Bartolomeis, Bruno Ciari), ma anche con l’impegno di tanti docenti e dirigenti scolastici che ne hanno costruito la peculiarità formativa.
Oggi che ci stiamo interrogando sul futuro e sulla funzione della scuola è opportuno capire domande e sfide nuove, misurarsi con nuovi scenari (l’autonomia, i nuovi saperi….), portando però il peso ‘virtuoso’ della propria storia.
Il tempo pieno può infatti ancora oggi portare un contributo originale, fatto di valori pedagogici profondi, nel processo di innovazione educativa. Le innovazioni di successo, tuttavia, sono uno spazio condiviso in cui ci si deve riconoscere in molti: serve, appunto, un accordo di alto profilo sui valori di fondo che la società e la città di Matera vogliono attribuire alla scuola (l’educazione ‘disinteressata’ delle persone, ma anche la formazione ‘finalizzata’ allo sviluppo sociale e produttivo di un territorio peculiare e straordinario come quello riconosciuto dall’ Unesco).
Siamo certi che i valori del tempo pieno siano in grado di conferire un valore aggiunto alle innovazioni in cantiere, nella più ampia prospettiva di una città che si voglia identificare effettivamente come Capitale della Cultura fino al 2019 e poi oltre, per avvalorare un segno ‘positivo’ e costante del cambiamento. E sarebbe paradossale inoltrarsi verso la scuola del futuro, ignorando uno dei modelli educativi più pregnanti della scuola italiana e della stessa città.
La scuola a tempo pieno, dunque, è una presenza radicata nel panorama scolastico cittadino di cui, comunque, costituisce un unicum organizzativo. Ma che cosa ci ha insegnato? Quali sono i frutti?
a) La politica.
Sul piano delle politiche scolastiche, il tempo pieno nella città di Matera ha contribuito allo spostamento di prospettiva dall’assistenza scolastica al diritto allo studio e quindi a far vivere il diritto all’istruzione come uno dei diritti fondamentali di cittadinanza. Oggi diremmo: dall’enunciazione del principio dell’obbligo scolastico all’impegno per il successo formativo. La scuola a tempo pieno si è qualificata anche nella città di Matera come scuola della comunità, come un ambiente pedagogico ‘totale’, come caposaldo di welfare locale in grado di dare risposte concrete a differenti bisogni educativi e sociali. La sua visibilità pubblica è stata molto forte, costante e solida nel tempo, forse perché il tempo pieno si è presentato non solo come modello organizzativo più compatto e integrato (ricco di servizi accessori), ma anche come una istituzione educativa ‘aperta’ verso la città, come ‘scuola con le luci accese’ sull’educazione permanente della comunità, con una necessaria attenzione alla qualità delle strutture, dei servizi, dei laboratori, della biblioteca.
Il messaggio pedagogico è stato altrettanto chiaro: un rapporto più coraggioso con la comunità, con la cultura del territorio, inteso come un libro a cielo aperto, con una grande capacità di accoglienza e accettazione delle diversità, di rispetto e valorizzazione delle identità e delle radici, ma da proiettare in un orizzonte più vasto con la forza della conoscenza, dell’istruzione che emancipa e libera. Tale rapporto, perseguito dalla scuola tutta, è stato favorito da tempi più lunghi e distesi che si sono strutturati come reale opportunità formativa della persona per lo sviluppo della sua autonomia e crescita consapevole.
b) L’organizzazione.
Il tempo pieno è stato immaginato, fin dall’inizio, con una struttura compatta, 40 ore, che consentono tempi didattici lunghi e distesi, distribuite nella settimana corta e con quattro mense. È stato immaginato così per dare il giusto tempo di rigenerazione a chi nel tempo prolungato lavora ma anche agli alunni.
Sul piano della cultura organizzativa il tempo pieno ha aperto le porte dell’autonomia, intesa come capacità di autogoverno, come iniziativa progettuale, come assunzione di responsabilità. Questo processo è stato reso possibile soprattutto dal gruppo degli insegnanti, strutturati in forma di team teaching sostanziato dalle compresenze.
La condivisione delle responsabilità è stata ed è la cifra interpretativa del tempo pieno: un senso di appartenenza alla istituzione ‘scuola a tempo pieno’ che si articolato con una organizzazione basata sulle persone e sulle loro motivazioni, piuttosto che sugli incastri perfetti degli orari e delle presenze.
c) La didattica.
Sul piano pedagogico il tempo pieno ha optato per una didattica ‘narrativa’ ove il progetto di un anno (o di più anni, o di una classe) è sempre stato imperniato su una storia o un’idea forte, piuttosto che su una miriade di microprogetti. Insomma: una didattica del canovaccio, una programmazione come ‘ballata popolare’ che si arricchisce con la partecipazione dei diversi attori, anche perché ha un tempo lungo a disposizione.
Il tempo pieno non ha potuto non considerare che vive in un luogo carico di segni che ben si coniuga con i contenuti del dossier che ha portato alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura.
La modernità e l’attualità del tempo prolungato stanno nella multidisciplinarietà che si esplica, in due modalità laboratori , sistematici, ali che sono parte essenziale del curricolo:
1. Laboratorio del pensiero convergente: studio del territorio inteso come scuola del territorio e della lettura dei segni .
2. laboratorio del pensiero divergente: coreutico musicale, che coinvolge tutte le attività del pensiero creativo oltre che, per eccellenza, la musica ed il movimento.
La scuola del tempo pieno si presenta quindi come un ambiente didattico ricco di sollecitazioni operative (la scuola del fare e non solo del dire), di situazioni sociali (con relazioni più distese ed un uso cognitivo dell’interazione sociale), di incontro variegato con linguaggi e saperi, di graduale iniziazione all’organizzazione disciplinare della conoscenza. Questi temi sono oggi di estrema attualità, perché si torna ad apprezzare la qualità di ciò che succede in classe, ad esigere non tanto ‘più’ tempo, ma un tempo ‘meglio’ organizzato e comunque non in affanno.
Il tempo delle scelte
Questa breve retrospettiva sulla storia del tempo pieno nella nostra città ci può aiutare a cogliere anche le sue prospettive e la sua collocazione nello scenario complessivo delle trasformazioni della scuola.
Sono tre, almeno, le questioni da affrontare:
– la prima riguarda l’attualità del tempo pieno, la sua capacità di rispondere alle esigenze educative della società e dei bambini e dei ragazzi di oggi;
– la seconda attiene alla natura del modello organizzativo e professionale e al contributo che il tempo pieno può offrire;
– la terza riguarda le prospettive operative, la necessità di adattamenti del modello alla luce del mutato contesto gestionale e istituzionale.
L’attualità del tempo pieno
La domanda sull’attualità e sul futuro del tempo pieno fa tutt’uno con le domande sul futuro della scuola nel suo insieme: è possibile, come ci ricorda l’OCSE in un documento di prospettiva, che una società sempre più attratta dallo sviluppo delle reti telematiche, da conoscenze disponibili in modo pervasivo, dalla possibilità di apprendere ‘ovunque e comunque’, sia tentata dall’idea di ridurre la presenza della scuola nella società chiamata della conoscenza (anzi, dell’apprendimento).
Un malinteso concetto di sussidiarietà (‘ci si può istruire a casa, tanto papà e mamma fanno il telelavoro’) è assai ben apprezzato anche dai custodi dei conti pubblici: perché sarà sempre più difficile far pagare le tasse per garantire alcuni beni pubblici ‘disinteressati’ come il tempo scuola. Insomma, i ‘poteri forti’ stanno riproponendo una versione della descolarizzazione in chiave monetaristica.
Ma al di là di un ‘romanticismo pedagogico’ che vagheggia il tempo pieno delle origini, è la stessa OCSE che ci aiuta a riscoprire l’attualità del tempo pieno, quando rilancia alla scuola l’imperativo del ‘ripensare e riprofessionalizzare’ i propri compiti, verso il duplice obiettivo di:
a) garantire accoglienza, tenuta sociale, confronto tra diverse culture, condivisione di regole, convivenza civile e, soprattutto
b) assicurare competenze di base, sotto forma di una solida formazione al pensare, di gusto nell’affrontare i problemi, di creatività, di capacità metacognitiva.
Con questa piattaforma educativa si torna al punto di partenza, ai caratteri originari di un ‘buon tempo pieno’, al suo dispiegarsi tra vocazione all’accoglienza sociale e rigore nella proposta didattica.
Un tempo scuola ‘dalla parte’ dei ragazzi
Il futuro del tempo pieno deve misurarsi anche con inedite questioni pedagogiche. Qual è ad esempio, il rapporto dei bambini e dei ragazzi con i tempi della scuola?
Il risultato più bello, la nostra migliore cartina tornasole è stato proprio questo anno scolastico: tutti gli alunni del tempo pieno che lasciavano la scuola primaria si sono iscritti al tempo prolungato. Quale migliore riscontro alle nostre aspettative di persone di suola? Quali risposte, ora, dare ai loro desideri?
Le prospettive progettuali per il 2019:
Nonostante le difficoltà ed i continui tagli al tempo scuola che è sceso a 37 ore, il tempo prolungato è impegnato da due anni in progetti selezionati e finanziati dalla Regione Basilicata : progetto Ghana, di educazione ambientale e progetto le piccole guide del Parco.
Più recentemente la scuola è stata selezionata dalla Fondazione Amiotti, che dal 1970 sostiene e finanzia progetti di particolare valenza didattica nel territorio nazionale, per i progetti “L’acqua fa scuola” e “I cercatori di poesia nascosta”. I progetti, che di seguito si descrivono, trovano perfetta corrispondenza nelle tematiche illustrate nei dossier di presentazione di Matera capitale della cultura 2019 e fanno riferimento ad un uso didattico del territorio e all’utilizzo del pensiero divergente come strumento di crescita. Un aspetto fondamentale dei progetti di questi ultimi due anni è la verticalizzazione. Nelle attività sono coinvolte classi di scuola primaria e secondaria di I grado per una acquisizione di conoscenze e competenze che vanno oltre quelle meramente didattiche e che sono finalizzate a rendere il percorso scolastico più fluido, sempre meno privo d traumi e più legato alle peculiarità del territorio che viene vissuto in una dimensione partecipata e solidale.
A) L’acqua fa scuola. Il progetto prende le mosse dalle attività delle “piccole guide del parco” dello scorso anno e si arricchisce della collaborazione delle differenti istituzioni e associazioni di settore per spingersi fino all’uso dei più moderni devices. Il Progetto selezionato per il Concorso nazionale Fondazione Amiotti “Dal Sogno al Progetto per la mia Città”,si allarga alle altre scuole in rete, enti, associazioni e professionisti per la realizzazione di un perfetto connubio Scuola-Territorio, per abitare i luoghi educativi in modo nuovo, rivestirli di colori e spazi attrezzati per nuovi modi di apprendere. Si partirà dai bisogni dei ragazzi per individuare la scuola sempre più come un hub territoriale, crocevia di reti e di soggetti istituzionali e non, che incidono in maniera profonda sull’educazione dei ragazzi e che quindi vanno costruite, come un sistema sociale di apprendimento più ampio e diffuso. L’allestimento dell’aula didattica sarà occasione per portare le scuole, in una dimensione attraente e nel contempo didattica del territorio che diventa, esso stesso, ambiente di apprendimento e che si arricchisce delle opportunità offerte dale tecnologie per la relaizzazione di una mappa digitale interattiva del territorio cittadino da parte dei ragazzi.
B) Rinascimente – Caviardage: iol progetto è stato selezionato dalla fondazione amiotti insieme a cinque altri progetti italiani di scuola del tempo pieno. È un progetto che prevede la creazione di una rete di scuole nazionali ed internazionali con la partecipazione di TAllin, già capitale europea della cultura.
Rinascimente è un nuovo progetto di Scuola, nato in Italia e con forte vocazione internazionale. Vuole mettere a sistema, sviluppare, integrare e diffondere l’esperienza di un gruppo crescente di insegnanti e dirigenti scolastici eccellenti della Scuola pubblica, alfieri di una “didattica del fare”, legata alla realtà e all’esperienza, all’innovazione e alla concretezza, ricca di metodi laboratoriali, partecipativi e inclusivi, che vede bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni protagonisti attivi del proprio processo di apprendimento e crescita personale.
Rinascimente è un modello di Scuola a tempo pieno che scopre, valorizza e sviluppa i molteplici talenti e le intelligenze multiple dei giovanissimi, in tanti ambiti formativi altrettanto importanti: la matematica e le scienze, le lingue materne e straniere, la musica e le arti performative e tutti i linguaggi non verbali, il digitale e le scienze della terra, il mondo dell’artigianato e quello dell’impresa sociale, con legami stretti col territorio ed aperti ad un pianeta sempre più integrato.
Al di là delle singole discipline e dei contenuti nozionistici, ormai ad alto tasso di obsolescenza e spesso disponibili in rete, Rinascimente vuole trasmettere ai giovanissimi il gusto di imparare, dis-imparare e ri-imparare per tutto il corso della loro vita, sviluppando quattro “life skills” centrali per il successo personale, professionale e sociale: pensiero creativo, pensiero critico, collaborazione e comunicazione. Rinascimente vuole formare giovani competenti, consapevoli, pieni di curiosità e di energia, sani e felici, facendo leva sulle parole d’ordine – mente, cuore, mani.
C) Per i prossimi anni, il tentativo della scuola del tempo lungo è quello di coniugare le due peculiarità del tempo pieno, il laboratorio di studio del territorio e d il laboratorio coreutico musicale La prospettiva è la collaborazione, a lungo termine con il musicologo Ambrogio Sparagna per un’attività legata all’indirizzo musicale oltre che ai segni del territorio: a partire dallo studio del presepe di Altobello Persio, che lo stesso musicologo definisce un catalogo della musica popolare, si avvierà lo studio degli strumenti antichi e della musica popolare che entreranno a far parte dell’orchestra della scuola. Il progetto si pone come elemento di congiunzione tra le due modalità laboratori ali su espresse.
Di cosa abbiamo bisogno:
del sostegno dell’amministrazione comunale per la riattivazione delle compresenze tagliate dai numerosi progetti di riforma. Sul piano gestionale infatti il vero protagonista del tempo pieno non può che essere lo stesso Comune. Perché il tempo pieno suggella l’alleanza scuola-territorio e gli indicatori di spesa monitorati possono correlati positivamente alla capacità dello stesso ente locale. E’ vero, il tempo pieno costa di più, ma la qualità ha un costo che viene ampiamente ripagato dalle competenze acquisite dagli studenti e dal valore aggiunto attribuito all’esperienza scolastica.
Il rapporto della scuola con la città è fondamentale, sotto il profilo strutturale e culturale, come pure il coinvolgimento dei genitori che è assai meno formale. Insomma, nel tempo pieno si sono costruite e si costruiscono ogni giorno le basi per la concreta integrazione tra scuola e territorio, che deve portato ad un vero e proprio Progetto Educativo di Territorio, a forme di progettazione partecipata, in cui l’Ente locale non solo mette servizi di supporto, ma alimenta nuove risorse educative.
I CERCATORI DI POESIA NASCOSTA.
Il Metodo Caviardage per le attività di scrittura creativa poetica nella Scuola Primaria e Superiore di I grado dell’Istituto Comprensivo “Padre Minozzi” di Matera
La nostra Istituzione scolastica è stata prescelta per far parte del progetto 2015 “Didattica del Fare – Fare per Includere”, a seguito della partecipazione all’omonimo Bando della Fondazione Enrica Amiotti, forte della collaborazione con Fondazione Ismu insieme ad altre cinque scuole italiane del centro nord. Le scuole selezionate quest’anno si aggiungono alle 4 di Milano, Napoli e Perugia “osservate” nel corso del 2014 in avvio del progetto “Didattica del Fare – Fare per Includere”, ora organicamente inserito nell’iniziativa Rinascimente.
Le pratiche didattiche con le il progetto e stato selezionato tra quelli che hanno partecipato al bando della Fondazione AMIOTTI: “Didattica del fare – fare per includere” sono utilizzate e già avviate dall’inizio di questo anno scolastico 2014/2015 e sono le seguenti:
PRATICA DIDATTICA n.1 – Il Caviardage nella pratica curricolare-
Laboratori di scrittura creativa poetica che prevedono l’utilizzo del Metodo Caviardage. Le classi interessate sono le classi III C e III E della Scuola Secondaria di Primo Grado“Nicola Festa” – Istituto Comprensivo “Padre Minozzi”
Le Insegnanti utilizzano il Metodo Caviardage durante le loro lezioni con obiettivi e finalità diverse:
• Quando affrontano temi particolari: La “Giornata della Memoria…, della donna, …
• Dopo aver discusso in classe su temi che riguardano l’attualità, la politica, la cronaca.
• Dopo aver letto un brano di un autore nel libro di antologia (in alternativa al tema scritto o al riassunto) e quando si studiano autori classici, Leopardi, Manzoni…
• In attività interdisciplinari
• Quando i ragazzi lo richiedono.
La scelta di un pratica costante e non episodica con diverse attività di scrittura creativa poetica che utilizzano le tecniche del Metodo Caviardage ha in sé origini di ordine motivazionale, espressivo, cognitivo e socio-culturale.
• Motivazionale (psico-emotivo). Il laboratorio poetico sviluppa il piacere di scrivere perché si innesta su esigenze di tipo affettivo e creativo. “Il giocare con le parole e con i testi consente ai ragazzi di esprimersi utilizzando contenuti legati al loro mondo interiore, esprimere in modo originale la propria idealità, assegnare alla scrittura uno scopo e sentire significativa la scrittura scolastica” (indire formazione DL59 lab. Scrittura Creativa). Diventa dunque un fattore importante per la conoscenza di sé e per favorire l’autostima. Il Caviardage inoltre permette di utilizzare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali per il lavoro su svariati temi: la cittadinanza attiva, lavoro sulle emozioni, le tematiche civiche e ambientali, etc
• Espressivo. Un laboratorio poetico non può prescindere dalla lettura. Cimentarsi con un testo poetico significa “ascoltare la propria voce”, riconoscere parti di sé e imparare a comunicarle, restituendo alla parola la sua pienezza. E’ possibile riconoscere “parti di sé” anche nelle pagine degli autori classici. Il Caviardage in questo caso permette ai ragazzi di utilizzare la lingua dei sommi poeti per esprimere le emozioni personali ed il vissuto quotidiano, rendendo nuovamente attuale e viva una lingua che, studiata in altro modo, potrebbe apparire distante e noiosa.
• Creativo. Nel Metodo Caviardage la Scrittura creativa è contaminata da altre tecniche artistiche pittoriche che permettono ai bambini e ragazzi di essere protagonisti attivi del processo educativo, attraverso linguaggi non verbali artistico espressivi.
• Cognitivo. Educare la creatività nel Caviardage significa allenare la mente ma lavorando sulle parole. Infatti, per comporre una frase di senso compiuto o addirittura un testo poetico, o comunque originale, partendo da singole parole è necessario padroneggiare le strutture. Per trasformare le strutture di partenza in strutture originali, con una loro coerenza, è indispensabile avere un bagaglio cognitivo, eppure nel Caviardage è anche vero il contrario! Le abilità di base, sia cognitive che culturali, seppur minime, vengono valorizzate e diventano risorsa preziosa ed unica.
• Socio-culturale. Una buona competenza linguistica, intesa anche come competenza lessicale e semantica, favorisce una comunicazione consapevole e, di conseguenza, arricchisce la propria vita sociale. Con una pratica costante delle tecniche di Caviardage tale competenza si acquisisce grazie ad attività stimolanti, divertenti mai noiose. Ecco cosa scrive una studentessa a riguardo: “Questo progetto mi piace molto; mi sono divertita a cercare le parole che più mi ispiravano e combinarle insieme per creare piccole poesie e pensieri raffinati. Ma la parte più entusiasmante è stata decorare la pagina a nostro piacimento, in modo completamente libero. Quest’attività è piaciuta molto anche a chi non ama la poesia, è stato un bel modo di “poetare” divertendosi. Ho capito che c’è modo e modo di far lezione: spesso ci si annoia, ma in questo caso ci siamo divertiti tutti insieme.”
• Inclusione degli alunni stranieri e di quelli con alto potenziale cognitivo a quelli con Bisogni Educativi Speciali (BES). I laboratori di Caviardage costituiscono un luogo privilegiato in cui gli alunni stranieri, sin da loro primo ingresso nella scuola, possono vivere una situazione di apprendimento significativo in una dimensione operativa in quanto le attività partono da quello che si conosce e si vive. Le attività proposte consentono di dare importanza al proprio vissuto, alla propria storia personale, e di dare voce a questa, per entrare in rapporto con gli altri. Le attività fanno emergere una considerazione sociale, fondamentale nel processo di costruzione della sicurezza, dell’identità personale e dell’autostima. I bambini con alto potenziale cognitivo a quelli con Bisogni Educativi Speciali (BES), possono attingere alla propria ricchezza interiore, al proprio bagaglio cognitivo per creare poesie a partire da una semplice pagina di libro, strappata a caso. (nella foto caviardage realizzato da studentessa autistica).
http://www.icminozzimatera.it/web/guest/differente-ma-uguale-la-scuola-in-parita
PRATICA DIDATTICA N.2
LABORATORI E ATTIVITA’ DI CAVIARDAGE IN PROGETTI DI CONTINUITA’ NELLA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO DEL NOSTRO ISTITUTO.
La seguente pratica didattica è curata dalle Insegnanti, di Scuola secondaria di Primo Grado e di Scuola Primaria.
E’ un lavoro in verticale che vede impegnati diverse classi: le classi II D e II B della Scuola Media e la classe VA, V B e VC della scuola Primaria (plesso Minozzi) del nostro Istituto Comprensivo.
Dopo aver frequentato un corso di formazione sul Metodo Caviardage condotto dalla collega Concetta Festa, le insegnanti, da inizio anno propongono in aula ai propri studenti le diverse strategie didattiche apprese.
I bambini ed i ragazzi dei due gradi scolastici (Primaria e Media) sono impegnati in attività di scrittura creativa poetica non solo durante le lezioni attinenti all’area linguistica ma anche in incontri dal taglio interdisciplinare, nel senso di non strettamente linguistico, ma aperto alla storia, le scienze, la filosofia. La metodologia viene infatti utilizzata nei laboratori curricolari e non di studio del territorio, ormai consolidati.
PRATICA DIDATTICA N.3 : Siamo tutti poeti!
GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA – MARZO 2015
In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, presso i locali della scuola Padre Giovanni Minozzi in Matera, bambini, genitori e i cittadini si daranno appuntamento per partecipare ad un evento festoso e profondo insieme, creare poesie utilizzando libri da macero.
La manifestazione, mira a promuovere l’interesse sia dei giovanissimi partecipanti che i loro genitori verso la poesia e le arti spontanee. A tutti i partecipanti sarà consegnato una pagina di libro da macero strappata a caso ed un foglio contenente i passaggi essenziali per creare un Caviardage. I materiali necessari per “cercare la poesia nascosta” e per intervenire con creatività sulla pagina (penne, pennarelli e colori per utilizzare diverse tecniche artistiche) saranno messi a disposizione dalla scuola per tutti i partecipanti che prenderanno parte all’iniziativa.
Tutti i lavori di poesia visiva realizzati saranno esposti nei locali della scuola per essere ammirati nelle settimane successive.
L’evento sarà aperto anche a tutta la cittadinanza.
Approfondimento
Nel nostro Istituto Comprensivo “Padre Minozzi” da tre anni a questa parte abbiamo cominciato ad utilizzare le tecniche e strategie creative di scrittura poetica che fanno riferimento al Metodo Caviardage.
Il Metodo è stato creato dall’Insegnante Festa Concetta, docente a tempo indeterminato nell’Istituto Comprensivo “Minozzi”, e si sta diffondendo in Italia attraverso Insegnanti Certificate in Metodo Caviardage, che si formano nella nostra città, Matera, in un seminario intensivo curato dalla docente Festa.
Che cos’è il Metodo Caviardage?
Il Metodo racchiude diverse tecniche di scrittura creativa poetica che aiutano, chi vi si dedica, a scrivere poesie e pensieri non partendo da una pagina bianca ma da testi già scritti: pagine strappate da libri da macero, articoli di giornali e riviste, ma anche testi su formato digitale.
La tecnica di base si contamina con svariate tecniche artistiche espressive (quali il collage, la pittura, l’acquarello, etc) per dar vita a poesie visive: piccoli capolavori che attraverso parole, segni e colori danno voce ad emozioni difficili da esprimere nel quotidiano.
Il Metodo Caviardage sta avendo grandi consensi in scuole italiane di ogni ordine e grado grazie alla volontà di insegnanti che inizialmente hanno sperimentato le tecniche di persona e poi hanno voluto proporle in classe ai propri alunni.Ecco alcuni articoli ed video presenti in rete a riguardo:
Il Progetto della rete internazionale delle scuole associate all’UNESCO nasce a Parigi nel 1953 con lo scopo di rafforzare l’impegno delle nuove generazioni nella promozione della comprensione internazionale e della pace sulla base di progetti pilota preparati da una trentina di scuole appartenenti a quindici Paesi membri dell’UNESCO.
La principale finalità del Progetto, meglio conosciuto sotto le sigle ASP (Associated Schools Project), SEA (Système des Ecoles Associées) o PEA (Programa de Escuelas Asociadas), è quella di formare le giovani generazioni sui valori unescani.
L’inserimento delle scuole nella rete internazionale delle scuole associate all’UNESCO, offre diverse opportunità di scambi culturali e didattici, per quanto concerne in special modo l’educazione alla cittadinanza, nel rispetto delle leggi costituzionali e a difesa del patrimonio materiale e immateriale e dello sviluppo sostenibile, in una ottica attenta alle tematiche unescane.
In Italia, con l’autonomia delle scuole, la realizzazione dei progetti educativi, rispondono ai bisogni formativi specifici del territorio e spesso, la prospettiva internazionale dei contenuti è richiesta anche dalla presenza di numerosi alunni stranieri presenti nelle nostre aule.
La rete scuole associate UNESCO-Italia
La nostra rete nazionale di scuole associate ha avuto inizio nel 1957 e ancora oggi è costituita da numerose scuole di ogni ordine e grado.
In Italia, l’autonomia delle scuole e, soprattutto, l’autonomia professionale e scientifica riconosciuta ai docenti, consiglia di non irrigidire le scelte progettuali, ma sviluppare un impianto metodologico-didattico, che sia fruibile e offra ad alunni/e un continuo e costante ponte di collegamento tra quanto discusso in classe e quanto vissuto quotidianamente nella propria esperienza di vita.
E’ preferibile che il progetto coinvolga altre scuole in rete, associazioni e istituzioni presenti sul territorio, interessate a collaborare alla realizzazione del progetto, anche con eventi e pubblicazione/i da realizzare per la formazione, a conclusione dell’esperienza educativa.
Le scuole possono chiedere di diventare scuola associata e di aderire a progetti di valenza internazionale, proposti dall’UNESCO, o di sviluppare tematiche unescane su suggerimento della Commissione oppure in base, ad esigenze locali, sperimentare metodologie e tecniche innovative e creare anche gemellaggi con scuole della rete internazionale
Il progetto può riguardare le scuole di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola dell’infanzia ed è finalizzato principalmente a:
• Saper riconoscere i valori unescani che rendono possibile la convivenza umana e testimoniarli nei comportamenti familiari e sociali;
• Saper esplorare le proprie multi appartenenze come studente, figlio, fratello, amico, cittadino, abitante della propria regione, della propria nazione, dell’Europa e del mondo.
• Saper identificare i diritti umani nella cultura, nella storia dell’umanità e negli ordinamenti giuridici nazionali e internazionali, cogliendo come nel tempo e nello spazio si sia evoluta la capacità di riconoscerli e tutelarli, nel rispetto della pace e nel dialogo fra diversi.
• Saper difendere il patrimonio naturale materiale e immateriale dell’umanità di cui i nostri territori e le nostre tradizioni ne sono testimoni.
• Saper gestire le risorse naturali e ambientali del nostro pianeta, nel rispetto degli equilibri dovuti per garantire la continuità della vita e la qualità di essa per ogni specie.
Ecco di seguito le tematiche UNESCO
• Il Ruolo delle Nazioni Unite nel mondo
• Educazione allo sviluppo sostenibile
• Pace e diritti umani
• Educazione interculturale
• Difesa del patrimonio materiale e immateriale
Come associarsi alla rete scuole
RETE NAZIONALE SCUOLE ASSOCIATE
Ecco di seguito le indicazioni generali su cosa fare per richiedere l’iscrizione alla Rete scuole associate UNESCO-Italia.
Circolare del MIUR A00DGAI/7169. 28 luglio 2014
La scuola deve inviare presso la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Coordinamento Nazionale Rete Scuole Associate antonella.cassisi@esteri.it e al MIUR, rita.renda@istruzione.it, dal 1 settembre ed entro il 20 novembre, la presentazione di un progetto educativo da realizzare nell’anno scolastico in corso e specificando quali delle tematiche UNESCO saranno trattate e cioè diritti umani, intercultura, valorizzazione dei beni materiali, immateriali, educare alla pace, turismo culturale, alimentazione….
La domanda prevede l’invio di tre documenti: il Progetto, il formulario UNESCO e la lettera del Dirigente scolastico.
Per il corrente anno scolastico 2014/15 la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha selezionato il progetto presentato dall’l’ISTITUTO COMPRENSIVO PADRE MINOZZI DÌ MATERA ed ha attribuito a questo Istituto la qualifica di “Scuola Associata all’U.N.E.S.C.O., membro della Rete Nazionale “ASpNET-UNESCO-ITALIA.
Dopo un biennio di adesione a tale Rete nazionale la Scuola potrà richiedere l’inserimento nella Rete internazionale