Saranno le “Trame d’Acqua”, come da titolo del progetto, a costituire l’intelaiatura del canovaccio concettuale alla base delle iniziative in programma a Latronico il 27 e 28 agosto prossimi in occasione delle celebrazioni di Matera capitale europea della cultura 2019. Un dossier che intende valorizzare attività nate nel passato e che aiutavano la popolazione locale a scandire il ritmo della giornata in maniera creativa, conferendo ad esse dignità e valore, strutturato in funzione del recupero della memoria storica, del portato antropologico e delle radici culturali materiali e immateriali peculiari del territorio. “Trame d’Acqua”, infatti, rappresenta l’unione di due elementi solo apparentemente antitetici che, da un lato, rimandano alle realtà urbane periferiche (le trame) ma, dall’altro, evocano al contempo e in maniera contrapposta lo scorrere del progresso (l’acqua) che diviene così elemento di interconnessione meta-temporale. I due elementi, invece, risultano essere complementari, poiché proprio durante i momenti di stasi apparente vengono generati i semi del futuro. Il progetto, sostenuto dall’amministrazione locale guidata dal sindaco Fausto De Maria, è stato ideato da un gruppo di lavoro composto dal ricercatore del CnrIbam di Potenza Maurizio Lazzari, dall’assessore a Turismo e spettacolo del Comune di Latronico Rosita La Banca e dalla Presidente del consiglio comunale con delega alla Cultura Egidia Gioia. È adatto ad un pubblico di famiglie, scuole, bambini e sarà realizzato in collaborazione con il Circolo Arci “Amici della Musica”, il Coro Polifonico “Kerigma”, la pro loco “Acermons”, la coop. Sociale “Nove Rose” e le associazioni culturali “Il Tassello”, “Il Tarassaco”, “La Meridiana” e “Amici della solidarietà”. Si svolgerà in due giornate, per un programma ricchissimo di eventi didattico-educativi: la prima dedicata alle “trame”, che si svolgerà nel centro storico del paese, la seconda a “l’acqua”, intesa come metafora, che avrà luogo altresì in un percorso che si estenderà dal borgo alle Terme Lucane di località Calda, per visitare e conoscere gli antichi mulini che vi insistono, destinati, un tempo, pure alla molitura del cece autoctono e “ribelle” che si coltivava nella zona per farne farina, utilizzata persino dai briganti secondo quanto testimoniato da alcune ricerche. Frugalità, accessibilità, collaborazione, coraggio, generosità, passione, marginalità, magia, sono le parole chiave di una iniziativa che si propone di «attingere dal passato per fornire alle future generazioni tradizioni antiche e che, perciò, insiste sul tema delle riflessioni e delle connessioni», spiega Egidia Gioia, parlando di “core” del progetto ed evidenziando in tal senso l’importanza e la centralità del “puntino ad ago”, pratica di ricamo unica e di recente candidata da un dossier del Mibaca patrimonio immateriale dell’Unesco. «Abbiamo provato ad interpretare in maniera corretta lo spirito delle iniziativa di capitale della cultura per un giorno collegata a Matera 2019 – sottolinea Maurizio Lazzari – mettendo in risalto le valenze locali, ovvero i valori naturali, archeologici paesaggistici, storici ed architettonici pensati come espressione della tradizione e di identità dei luoghi di riferimento e come elementi di richiamo turistico».