L’autrice lucana Maddalena Bonelli a Torino per la premiazione dei vincitori del concorso di poesia “La serpe d’oro”. Di seguito la nota integrale.
Sassi, Poesia e catarsi.
Due pomeriggi a Torino, sfidando la ragnatela insidiosa tessuta intorno a noi dalla scia nera di paura che il Covid avanzando si trascina dietro in questo autunno che avanza.
Due pomeriggi intensi di poesia e letteratura solo leggermente intaccati dalla mascherina sul volto.
Il primo nell’aula magna dell’Accademia di medicina, per la premiazione dei vincitori del concorso di poesia “La serpe d’oro” organizzato dall’Associazione medici scrittori italiani ( AMSI).
Emozioni intense non solo per i vincitori e per i segnalati fra i finalisti, ma anche per il numeroso pubblico presente che ha avuto la possibilità di ascoltare, dalla voce dell’attore Bruno Pennasso, alcuni brani premiati e altri inseriti nell’antologia del 2020 intitolata a Gianfranco Brini, medico e scrittore, grande uomo e illustre membro dell’ associazione, defunto lo scorso anno.
Per me è stato motivo di grande commozione leggere una mia poesia dedicata a Matera.
La stessa poesia “Fossili”, mio omaggio ai Sassi e alla mia terra lucana, è stata letta poi da Bruno Pennasso, in occasione della presentazione, nella sede dell’ associazione “Arte”, di due libri editi da ‘Lucidellanotte’ : ‘Filo rosso’ di Patrizia e Tosca e ‘Ciro nella grotta dei ppipistrelli’, mia recente pubblicazione.
Un pomeriggio fra affini, incorniciato dai quadri di Marco Giordano, uniti dall’amore per l’ arte e la poesia e dal filo rosso di emozioni intense.
Di grande impatto le varie letture e le parole di Grazia Verre, Elettra Bianchi ed Eugenio Salomone.
Si è parlato del mistero della morte ma anche del tempo, dimensione umana che si distorce talvolta e si trasforma in un mistero incomprensibile, come straordinariamente raccontano le opere di Salvador Dalì, e si è parlato della cultura della terra, in cui molti autori affondano le proprie radici per volare nel meraviglioso mondo della poesia e della scrittura in generale, luogo di catarsi dove anche il dolore più atroce può trovare una qualche forma di pace e sublimarsi in versi, erompendo dall’inconscio e stemperandosi nell’accettazione della vita.
Il pomeriggio si è chiuso piacevolmente con la lettura di ‘Fossili’ e di ‘Adda’, poesia di Patrizia Valpiani, saluto accorato a un uomo amato.
Particolarmente emozionante un messaggio a sorpresa, oltre mezzanotte, di un amico medico e scrittore nonché editore, anche di Alda Merini: “Mi sono dedicato alla lettura del libro ‘Giorni Scalzi’..Ho letto tutte le poesie, non riuscivo a fermarmi, anche se mi prendeva un groppo alla gola che in certi momenti mi diceva : fermati…
Sono magnifiche e terribili, una confessione dolorosa e lacerante della tua anima, testimonianze preziose di momenti di disperazione che cerca attraverso la parola, e l’eleganza misteriosa del verso ( è questo il dono del tuo stile) una risposta agli interrogativi che la vita e soprattutto la morte ci pongono.
Ho scritto che queste poesie sono magnifiche e terribili, ma non posso non aggiungere che richiedono una rilettura meditata, pezzo per pezzo, per la complessità della loro costruzione e la ricchezza di situazioni, di rimandi e di simboli. Non lasciamoci ingannare: non sono poesie semplicemente comunicative o consolatorie.
Non sono certo… pezzi facili.
Naturalmente rileggerò il libro e sono sicuro di sentire che contiene, tra tante cose che comunque emozionano, momenti costanti di poesia vera, cioè grande.”
A chi mi chiede perché pubblicare un libro autobiografico crudo e doloroso rispondo:
“Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.” – Anais Nin-.
E ancora: “Devi continuare a mandare in giro il tuo lavoro; non devi mai lasciare che un manoscritto resti a non far altro che ammuffire in un cassetto. Devi mandare fuori quel lavoro ancora e ancora, mentre stai lavorando a una nuova idea. Se hai talento, riceverai una qualche misura di successo – ma solo se persisti.” – Isaac Asimov-.
In aereo verso Matera sconfiggerò la paura del contagio ripensando al caldo abbraccio dell’accoglienza di Patrizia Valpiani che ha voluto condividere con me lo spazio dedicato alla prima presentazione del suo libro “Filo rosso”, concepito e realizzato durante i mesi del lockdown, e alle parole di chi ha definito il mio libro ‘Ciro nella grotta dei pipistrelli’ bellissimo, e magnifica la poesia “Fossili di Matera”.