Con un post su Instagram l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale Italiana ha annunciato il suo arrivo a Matera in compagnia della sua famiglia per un breve soggiorno nella città dei Sassi. “Matera with my family”. Questa la frase che accompagna la foto in cui si intravede uno scorcio di piazza San Pietro Caveoso e della chiesa rupestre della Madonna dell’Idris. Di seguito il post su facebook, uno scatto con il materano Angelo De Stefano e la biografia di Demetrio Albertini.
Demetrio Albertini, nato a Besana in Brianza il 23 agosto 1971, è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
È stato vicecampione del mondo a Stati Uniti 1994, e vicecampione d’Europa a Belgio-Paesi Bassi 2000.
Albertini è stato un centrocampista completo e tatticamente duttile, in grado di effettuare passaggi e lanci lunghi precisi per i compagni. Giocatore dotato di ottime qualità tecniche ed eccellente visione di gioco, nasce come regista di centrocampo. Era molto abile a creare azioni da gol e a dettare i tempi della squadra; infatti, venne soprannominato “il metronomo” e “il cervello” della nazionale e del Milan. Era inoltre un buon tiratore: abile rigorista, era in grado di tirare le punizioni a giro o di potenza. Calciava bene anche da lontano.Caratteristica dei suoi tiri, in particolare sui calci di rigore, l’assenza quasi totale di rincorsa. Tutti questi attributi gli permisero di diventare uno dei centrocampisti migliori del panorama mondiale degli anni 90.
Carriera nelle squadre di club
La carriera sportiva di Albertini è stata nella sua fase iniziale strettamente connessa al Milan, con la parentesi della stagione 1990-1991 in Serie B nel Padova in cui ebbe occasione di giocare per la prima volta con continuità, collezionando 28 gare e 5 gol. A fine di quell’annata calcistica, inoltre, il centrocampista venne premiato dalla Diadora in quanto ritenuto la miglior speranza italiana nello sport. Dal 1991 al 2002 vestì la maglia rossonera vincendo numerosi trofei, cinque scudetti, una Coppa dei Campioni/Champions League, una Supercoppa UEFA e 3 Supercoppe d’Italia. Il suo bilancio al Milan è in totale di 406 presenze e 28 gol.
La sua annata migliore è stata la 1996-1997, in cui ha avuto anche l’opportunità di segnare ben otto reti (record della sua carriera). Non rientrando più nei piani del tecnico Carlo Ancelotti, che gli preferì Andrea Pirlo, venne mandato in Spagna, in prestito all’Atlético Madrid (28 presenze, 2 gol).
L’anno seguente tornò in Italia e venne ceduto in un’operazione di scambio con Pancaro, con grande amarezza del giocatore, alla Lazio, dove collezionò 23 presenze e mise a segno due reti, vincendo anche una Coppa Italia. Per la stagione 2004-2005 si trasferì all’Atalanta; con la squadra bergamasca Albertini giocò 14 partite segnando un gol, all’esordio. Con il mercato di gennaio il centrocampista tornò in Spagna passando al Barcellona, ricevendo per questo alcune critiche dal suo ex tecnico Delio Rossi: in Catalogna giocò cinque partite, che gli permisero di fregiarsi del titolo di Primera División.
Il 5 dicembre 2005 ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica. La festa di addio al calcio di Albertini si è svolta il 15 marzo 2006 a San Siro, con una partita celebrativa tra Milan e Barcellona, e la partecipazione delle stelle di ieri e di oggi delle due squadre: per i rossoneri c’erano, tra gli altri, i suoi vecchi compagni di squadra Marco van Basten, Frank Rijkaard e Franco Baresi. Nella vittoria del Milan per 3-2 c’è anche la firma di Albertini, che ha segnato un gol su calcio di punizione. Alla fine del match il giocatore, visibilmente commosso, ha vestito la maglia del Milan e ha fatto un giro di campo tra gli applausi dei tifosi
Carriera in Nazionale
Esordisce in Nazionale il 21 dicembre 1991, all’età di 20 anni, nella partita Italia-Cipro (2-0) giocata a Foggia.
Prende parte con gli azzurri al campionato del mondo 1994 negli Stati Uniti, sotto la gestione di Arrigo Sacchi, durante il quale serve un assist decisivo per il gol di Massaro contro il Messico nella fase a gironi, che permette agli azzurri di qualificarsi alla seconda fase del torneo. Nella semifinale con la Bulgaria, serve un altro assist a Roberto Baggio per il gol del momentaneo 2-0, che porta gli azzurri alla finale del torneo. L’Italia verrà sconfitta ai tiri di rigore dal Brasile, nonostante Albertini riesca a segnare il suo tiro dal dischetto. Partecipa inoltre al campionato del mondo 1998 in Francia, sotto la gestione di Cesare Maldini, dove nei quarti finale contro i padroni di casa della Francia, l’Italia viene eliminata di nuovo ai rigori, a causa anche di un errore di Albertini; nei tempi supplementari, l’occasione del possibile golden gol azzurro era nato proprio dal piede di Albertini, quando il suo lancio smarcante liberò Roberto Baggio, il quale mandò il pallone di poco a lato della porta di Barthez.
In precedenza, fu convocato da Sacchi per il campionato d’Europa 1996 in Inghilterra, dove però gli azzurri non superarono la prima fase. Al successivo campionato d’Europa 2000 organizzato congiuntamente da Belgio e Paesi Bassi, sotto la gestione di Dino Zoff, Albertini risulta uno dei giocatori italiani più in forma, terminando la manifestazione come il miglior uomo-assist degli azzurri e venendo inserito nella squadra del torneo. Nella seconda partita della fase a gironi, serve un assist per il gol di Totti nella vittoria contro i padroni di casa del Belgio. Nei quarti di finale contro la Romania, fornisce un altro assist per il gol di Filippo Inzaghi. Gli azzurri saranno sconfitti in finale per 2-1 dalla Francia, per via del golden gol di Trezeguet
Nonostante fosse titolare sotto la gestione di Giovanni Trapattoni nelle partite di qualificazione al campionato mondiale di calcio 2002, un infortunio al tendine d’Achille a pochi mesi dal via della manifestazione gli ha impedito di partecipare alla fase finale i Corea del Sud e Giappone, segnando di fatto la fine della sua carriera in maglia azzurra.
Con la Nazionale, nella quale ha militato dal 1991 al 2002, Albertini ha totalizzato 79 presenze e 3 reti.
Dopo il suo ritiro, attraverso l’Associazione Italiana Calciatori, intraprende la carriera dirigenziale. Nel giugno del 2006, in seguito allo scandalo di Calciopoli e alle successive dimissioni del presidente in carica della FIGC, Franco Carraro, e alla nomina di un commissario straordinario, Guido Rossi, è stato nominato vice commissario straordinario della FIGC. Tuttavia, il 19 settembre dello stesso anno, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Dal 2007, con l’inizio della presidenza di Giancarlo Abete è diventato vicepresidente della Federcalcio. È stato confermato vicepresidente il 5 aprile 2013 con 10 voti.[25] Nel maggio del 2014 annuncia che sarà ancora capo-delegazione ai Mondiali dopo il quale si congederà dalla Federcalcio davanti all’impossibilità di arrivare a riforme importanti per il calcio.[26] Il 27 luglio seguente formalizza la propria candidatura alla presidenza della FIGC, dopo averne a lungo ventilato l’idea. L’11 agosto perde la battaglia per la presidenza della FIGC a favore di Carlo Tavecchio,[27] che ottenne in terza votazione il 63,63% delle preferenze. Per Albertini si schierarono invano l’A.I.C., l’A.I.A.C. e l’A.I.A., le componenti tecniche (calciatori, allenatori e arbitri) della FIGC.
Il 1º aprile 2015, a causa del fallimento del Parma, diventa per nomina giudiziaria coadiutore dei curatori fallimentari del club ducale.
Nel 2006 Demetrio Albertini sposa il progetto per la creazione di una Scuola Calcio con il suo nome: “Scuola calcio Demetrio Albertini” che nasce a Selvino (Bg), e si sviluppa a Milano e nel Lecchese coinvolgendo più di 1000 ragazzi.