Perché parlare ancora oggi, nel 2020, di violenza contro le donne, di femminicidio, di femminismo?
Perché il femminismo non passa di moda anche se spesso viene trattato con superficialità. Poiché quello che riguarda il corpo, la psiche, la dignità, gli affetti, le ambizioni, l’autodeterminazione di una sola donna nel mondo riguarda tutte e tutti. Infatti, quella“cultura” patriarcale, maschilista, sessista che ancora persiste nella nostra realtà locale e internazionale può e deve cambiare. Il cambiamento deve essere un cambiamento radicale che parte anche dalle scuole e deve riguardare l’intera società.
Per noi, Liceo “Tommaso Stigliani” il 25 novembre non è solo una ricorrenza tra le altre, una parata di scarpette rosse o il fugace ricordo di chi non c’è più, ma una presa di coscienza, un occhio aperto e vigile verso la parità di genere.
Fra le varie iniziative, momenti di riflessione pluridisciplinare, dibattiti, realizzati in istituto in occasione del 25 novembre, interamente svolti in Didattica a Distanza, segnaliamo il lavoro realizzato dalle studentesse e gli studenti della V^A Scienze Umane e V^N Economico-Sociale del Liceo “Stigliani”, guidati dalle professoresse Valeria Fiore, Patrizia Spedicato e Cinzia Spera.
Un accorato invito alla riflessione, partendo dalla interpretazione teatrale del monologo di Franca Rame “Lo stupro”, passando alla lettura dell’articolo” Quello che le donne non dicono” di Concita De Gregorio, concludendo con una coreografia del brano “Nessuna conseguenza” di Fiorella Mannoia.
Il corpo delle donne è vita, è amore,è libertà. Le leggi da sole non bastano per modificare la società, soprattutto quando abitudini culturali, atteggiamenti e “parole” continuano ad amplificare sfiducia per le donne, fra donne e nelle donne. Il sessismo linguistico ancora pervade parte delle comunicazioni quotidiane, passando spesso inosservato e silente, anzi addirittura involvendo ulteriormente!
Senza arretrare anche di fronte a ricorrenti fatti di cronaca che incupiscono la lotta e costringono a volte le donne a rannicchiarsi in un angolo, vittime di immaginari sensi di colpa, antico retaggio di sottocultura patriarcale.
Le nostre iniziative sul 25 novembre, comunque, tutte pienamente incoraggiate dalla Dirigente, Prof.ssa Rosanna Papapietro, pur realistiche e volutamente disincantate di fronte alla cruda realtà di femminicidi, stalking, mobbing, discriminazione di genere, sono al contempo accompagnate dalla serena speranza di contribuire alla riflessione e al cambiamento, perché cambiare si può e si deve!