A discutere del saggio “Mostri, seduttori e geni” (Alpes) della professoressa Liliana Dell’Osso, l’unica lucana (di Bernalda) presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, direttore dell’Unità operativa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa (Aoup) e presidente del collegio dei professori ordinari di psichiatria italiani, la Fidapa di Policoro ha chiamato oltre all’autrice le sue collaboratrici che hanno lavorato al saggio: la psicologa Jole Scotto e Marika Gravina che ha curato le immagini. Un incontro web coordinato da Simona Bonito con Maria Teresa D’Elia e Maria Antonietta Amoroso (presidente Fidapa) che è risultato particolarmente interessante per gli aspetti (alcuni inediti) che hanno segnato la produzione del saggio, unico del genere nel panorama letterario italiano (e non solo). In particolare Scotto ha parlato della collaborazione professionale con la prof. Dell’Osso nata da una profonda condivisione di quella che è una “missione” di chi si occupa della “cura” delle menti delle persone e Gravina ha spiegato come sono state pensate e create le immagini efficaci a raccontare visivamente un viaggio nello spazio e insieme nel tempo, con l’obiettivo di una profonda riflessione su un tema caldo della contemporaneità, quale quello della pedofilia. Dal saggio emerge un caleidoscopio di figure suggestive: l’artista dalla vita sregolata, il lupo delle fiabe, il libertino settecentesco, il minotauro degli antichi miti. Si tratta di mostri, di seduttori e di geni, si impara dal mito, dalla letteratura, dalla filosofia, dall’arte, dalla cronaca. Questo saggio é un viaggio nei gironi danteschi e nel paese dei balocchi, é uno sguardo sull’essere umano.
Tutte contraddistinte dall’eccezionalità, sia in senso positivo che in senso negativo. In esse convivono creatività, sofferenza, genialità, eccellenza, ferocia e patologia, accomunate dalla permanenza di caratteristiche di fanciullezza che stridono con l’età anagrafica.
L’eterno fanciullo, nella sua accezione positiva dotato di una creatività fuori dal comune, è anche caratterizzato da un’affettività non tipicamente sviluppata, incompleta, oscillante tra il continuo bisogno di rassicurazione e di prossimità e il disturbo empatico, il disinteresse e la superficialità nelle relazioni con gli altri, l’instabilità affettiva e, al tempo stesso, la forza travolgente degli agiti e delle cognizioni. L’abbandono del romanticismo ai “sentimenti”, nel suo senso estremo, ricorda questa condizione, e la si può ritrovare incarnata nella figura dei “poeti maledetti”, in cui convivono genio e sregolatezza, raffinatezza e instabilità, letteratura e autodistruzione. Tale dimensione è comune all’atto della seduzione: chi è la vittima nelle relazioni distruttive? Difficile a dirsi. Certo è che, dall’una e dall’altra parte dello sguardo seducente, si prospetta un ulteriore spettro psicopatologico, che prende il nome (come spesso accade) dal mito greco: il narcisismo.
“L’eccellente ed il bizzarro non nascono per caso, ma hanno una storia. Capire l’origine della creatività può aiutarci, come società, a razionalizzare le risorse. Da millenni scrittori, saggisti e psichiatri, inclusa la sottoscritta, hanno sottolineato il nesso fra genio e follia. Quest’epoca magnifica e progressiva potrebbe essere un buon momento per mettere a frutto l’uno e per limitare i danni dell’altra. La creatività sembra scaturire da un bisogno di comunicazione: e se la nostra civiltà davvero ha a cuore il progresso come valore allora ritengo possa essere utile cercare di facilitare questa comunicazione, allorquando vi siano delle difficoltà di natura psichica”, evidenzia la Prof. Dell’Osso.
Per Simona Bonito ancora una conferma dell’efficacia degli appuntamenti web voluti dalla Fidapa di Policoro.